Abito all’ottavo piano di un palazzo che si affaccia su un viale alberato, solitamente molto rumoroso per il traffico intenso. Ma in questo periodo, necessariamente più silenzioso, e soprattutto adesso che è arrivata la primavera, è bello stare sul balcone e respirare un’aria decisamente meno inquinata dallo smog guardando la vita dei tanti uccelli romani di nascita o di adozione. Con l’aiuto di un piccolo binocolo, e con la fortuna di abitare vicino al cielo e ai tetti, si riescono a fare osservazioni interessanti e divertenti. Cominciamo dalle cornacchie grigie.
Hanno iniziato a lavorarci a fine febbraio utilizzando dapprima rametti piuttosto lunghi (anche più del loro corpo) per “l’intelaiatura”, poi sono passate a quelli sottili e flessibili per dare la forma a coppa e, infine, hanno pensato “all’imbottitura” interna (le ho viste portare fili di lana, pezzi di spago e perfino dei pacchettini bianchi che assomigliavano a mascherine!). Mi sono sembrate condividere il lavoro esattamente allo stesso modo, ma invece, di solito, è la femmina a dare la forma al nido…
Le cornacchie grigie sono uccelli rigidamente monogami, le cui coppie rimangono insieme per anni, molto spesso anche per tutta la vita. La femmina depone 4-5 uova di colore azzurrino maculato di bruno che vengono covate per circa tre settimane, al termine di questo periodo si schiudono mostrando “pulli” ciechi e implumi (si chiamano “pulli” proprio perché sono completamente inetti, altrimenti si chiamerebbero “pulcini” come quelli della chioccia o dell’anatra).
Quando i piccoli effettuano i primi voli di prova a volte atterrano nelle vicinanze del nido. Nonostante si trovino a terra sono curati, alimentati e difesi dai genitori, che non esitano ad affrontare e attaccare uomini e animali che si avvicinano e sono ritenuti dei possibili predatori, come testimoniano le notizie e cronache giornalistiche degli scorsi anni da Roma, Torino, Milano. Il periodo in cui il piccolo rimane a terra ed è potenzialmente a rischio non dura più di una settimana. Dopo di che riesce a spiccare il volo e i genitori ritornano innocui per cani e persone.
In attesa di darvi notizie sui nuovi nati, vi lascio un altro ricordo che risale agli ultimi acquazzoni di marzo: mentre molti uccelli si rifugiavano al riparo dei tetti, un’indomita cornacchia si è fatta, proprio davanti ai miei occhi, una magnifica doccia (pioveva veramente a dirotto!), muovendo ali e coda e arruffando le penne e le piume del corpo in modo da lavarsele tutte con visibile soddisfazione!
Per approfondire tra storia e storie
La cornacchia grigia ha un ruolo importante nel folklore celtico. Si posa sulla spalla dell’eroe morente Cù Chulainn, l’eroe dell’Ulster, colpito da una delle tre lance magiche fabbricate da Lugaid (Ciclo dell’Ulster). La Morrigan, una delle più importanti divinità irlandesi, viene descritta come una mutaforma, che ama assumere in particolar modo la forma di cornacchia grigia o di corvo sorvolando i campi di battaglia. Le cornacchie vengono considerate uccelli fatati anche dalla cultura popolare e dalle antiche leggende scozzesi e irlandesi.
Scendiamo (anzi voliamo!) a sud e fermiamoci a Roma dove esiste via del Pozzo delle Cornacchie (da largo Giuseppe Toniolo a via della Rosetta, Rione VIII, S. Eustachio). A cosa dobbiamo questo strano nome? Al prelato inglese Thomas Wolsey che fu nominato da Leone X cardinale titolare di Santa Cecilia in Trastevere nel 1515 e perciò decise di farsi costruire un palazzo a Roma, fornito anche di una fontana a pozzo che fece decorare con il suo stemma. E lo stemma conteneva, tra l’altro, anche una rosa in mezzo a due cornacchie! Sfortunatamente il cardinale morì nel 1530 a Leicester prima di poter visitare il palazzo che però esiste ancora con il nome del cardinale Rondanini (che l’acquistò nel 1668), nell’omonima piazza che si apre lungo via del Pozzo delle Cornacchie. Il pozzo, invece, non c’è più e le cornacchie… sono volate sull’insegna stradale e là sono rimaste!
Le cornacchie è il titolo di una fiaba dei fratelli Grimm.
La cornacchia libberale (1922) è una divertente poesia di Trilussa che “spiega” in chiave politica il perché del suo mantello nero e grigio.
La cornacchia è la protagonista di un aforismo di Franz Kafka.
Anche Carlo Levi racconta in La cornacchia Orune il suo stretto legame con una cornacchia da lui allevata fin dalla nascita.
La cornacchia grigia fa parte delle tante miniature di uccelli del De arte venandi cum avibus, un trattato di falconeria (caccia praticata con l’aiuto di uccelli rapaci) redatto dall’imperatore Federico II e uno dei libri più importanti dell’intero Medioevo per la cura e l’attenzione “scientifica” con la quale esplora la vita e le abitudini degli uccelli.

Le Très riches Heures del duca di Berry, sono un capolavoro della miniatura del XV sec. La prima parte del manoscritto venne dipinto tra il 1412 e il 1416 dai fratelli Limbourg. Questa parte contiene la serie dei mesi: una miniatura a piena pagina per ogni mese accompagnata dal relativo calendario. Il mese di febbraio illustra la vita dei contadini con i rigori del freddo e della neve. Vicino al recinto delle pecore un gruppo di cornacchie grigie e di cornacchie nere beccano paglia e granaglie. Un ritratto vivace e veritiero della vita di questi uccelli.

La cornacchia grigia è facilmente riconoscibile in alcune raffigurazioni della Predica agli uccelli nei cicli riguardanti la vita di S. Francesco. In particolare vi segnalo il ciclo di affreschi dipinti da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452 a Montefalco, nella Cappella del Coro della chiesa di San Francesco.

Pablo Picasso dipinse, nel 1904 (all’inizio del suo cosiddetto “periodo rosa”) una Donna con cornacchia (in questo caso si tratta di una cornacchia nera).
Marc Chagall ha illustrato le Favole di La Fontaine tra il 1927 e il 1930. Tra di esse c’è anche la favola della cornacchia che voleva imitare l’aquila.

[Aggiornamento: 30 aprile 2020] Oggi, ultimo giorno del mese di aprile, sono nati i piccoli della coppia di cornacchie che ha nidificato sotto le mie finestre! Ho avuto la fortuna di affacciarmi mentre papà e mamma si davano il cambio per nutrire i pulli. Ho visto solo un piccolo ammasso di lanugine bianca. Non so neppure quanti sono. Ma sono felice! Appena possibile, e se avrò fortuna, vi fornirò materiale fotografico.
Bibliografia e sitografia
Ornitologia, etologia
- Torino, metropoli, Perché le cornacchie attaccano l’uomo?
- Uccelli da proteggere
- Piemonte Parchi, La cornacchia, una plebea in frac
Folklore, poesia, letteratura, storia dell’arte
- Wikipedia, s.v. Ciclo dell’Ulster, Morrigan
- de la Fontaine Jean, Favole, Roma: Newton Compton Editori, 1994
- Esopo, Favole, Edizione integrale con testo greco a fronte, Roma: Newton Compton Editori, 2012
- Fedro, Le favole, Edizione integrale con testo latino a fronte, Roma: Newton Compton Editori, 2012
- Fermi Damiano, Gli avvoltoi di Omero e le cornacchie di Callimaco: uccelli a colloquio nell’epica, «EIKASMOS» XXII (2011)
- Kafka Franz, Aforismi di Zürau, n. 32, Adelphi: Milano, 2004
- Le strade di Roma, Roma: Newton Compton Editori, Roma, 1989, vol. 5, p. 1437
- Levi Carlo, Le ragioni dei topi: storie di animali, Roma: Donzelli, 2004, p. 15-17
[Elena Tredici, storica dell’arte, 22 aprile 2020]