Birdwatching… da balcone! Il commendator De Cornacchis e signora

Abito all’ottavo piano di un palazzo che si affaccia su un viale alberato, solitamente molto rumoroso per il traffico intenso. Ma in questo periodo, necessariamente più silenzioso, e soprattutto adesso che è arrivata la primavera, è bello stare sul balcone e respirare un’aria decisamente meno inquinata dallo smog guardando la vita dei tanti uccelli romani di nascita o di adozione. Con l’aiuto di un piccolo binocolo, e con la fortuna di abitare vicino al cielo e ai tetti, si riescono a fare osservazioni interessanti e divertenti. Cominciamo dalle cornacchie grigie.

Lo spuntino della cornacchia [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Lo spuntino della cornacchia [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
A molte persone le cornacchie grigie non piacciono per il loro gracchiare sgraziato, i colori tristi e l’aria leggermente minacciosa. A me invece sono simpatiche, soprattutto quando zampettano sulle balaustre delle terrazze condominiali con quell’aria un po’ tronfia e il petto in fuori. Mi ricordano alcuni personaggi delle commedie all’italiana anni Cinquanta con Totò e Peppino De Filippo. Proprio Totò indossava in teatro (e anche sulla locandina del suo primo film Fermo con le mani del 1937) un tight nero troppo largo con gilet grigio perla, una logora bombetta, un paio di pantaloni corti e larghi, calze colorate… Proprio come la coppia di cornacchie che ha costruito il nido proprio sotto i miei balconi: gli manca solo la bombetta!

Il nido della cornacchia [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Il nido della cornacchia [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Per il loro nido hanno scelto la cima di uno dei pini che dividono il viale in due corsie; da sotto non si vede assolutamente niente, sono state bravissime. Anche perché non sono piccole e il nido è perciò piuttosto ampio, con una forma a coppa, posto alla biforcazione di due grossi rami.

Hanno iniziato a lavorarci a fine febbraio utilizzando dapprima rametti piuttosto lunghi (anche più del loro corpo) per “l’intelaiatura”, poi sono passate a quelli sottili e flessibili per dare la forma a coppa e, infine, hanno pensato “all’imbottitura” interna (le ho viste portare fili di lana, pezzi di spago e perfino dei pacchettini bianchi che assomigliavano a mascherine!).   Mi sono sembrate condividere il lavoro esattamente allo stesso modo, ma invece, di solito, è la femmina a dare la forma al nido…

La cornacchia sull'antenna [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
La cornacchia sull’antenna [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Da qualche giorno tutto è cambiato. La femmina ha deposto le uova e non si è più allontanata dal nido. Sta covando. Il maschio appare e scompare più volte al giorno perché ha la responsabilità di nutrire se stesso e la sua compagna e anche quella di vigilare sulla sicurezza del nido. Proprio ieri l’ho visto che allontanava un gabbiano reale ben più grande di lui.

Le cornacchie grigie sono uccelli rigidamente monogami, le cui coppie rimangono insieme per anni, molto spesso anche per tutta la vita.  La femmina depone 4-5 uova di colore azzurrino maculato di bruno che vengono covate per circa tre settimane, al termine di questo periodo si schiudono mostrando “pulli” ciechi e implumi (si chiamano “pulli” proprio perché sono completamente inetti, altrimenti si chiamerebbero “pulcini” come quelli della chioccia o dell’anatra).

La cornacchia sull'antenna [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Cornacchia al tramonto [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
I piccoli vengono imboccati dalla sola femmina per i primi 17-19 giorni di vita (il maschio continua a portare cibo al nido ma la femmina, dopo la schiusa, si nutre anche autonomamente). In seguito ambedue i genitori partecipano alla cura e all’alimentazione della prole, non di rado con la collaborazione di uno o più giovani della nidiata dell’anno precedente che non hanno ancora una loro famiglia.

La cornacchia sull'antenna [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
Cornacchia in volo [Foto: cortesia Sofia Rahman, CC BY NC ND]
All’età di 4-5 settimane circa i nuovi nati fanno il primo volo ma continuano a rimanere con i genitori, seguendoli nei loro spostamenti, entrando a far parte dello stesso stormo e continuando (sempre più sporadicamente) a chiedere loro l’imbeccata.

Quando i piccoli effettuano i primi voli di prova a volte atterrano nelle vicinanze del nido. Nonostante si trovino a terra sono curati, alimentati e difesi dai genitori, che non esitano ad affrontare e attaccare uomini e animali che si avvicinano e sono ritenuti dei possibili predatori, come testimoniano le notizie e cronache giornalistiche degli scorsi anni da Roma, Torino, Milano. Il periodo in cui il piccolo rimane a terra ed è potenzialmente a rischio non dura più di una settimana. Dopo di che riesce a spiccare il volo e i genitori ritornano innocui per cani e persone.

In attesa di darvi notizie sui nuovi nati, vi lascio un altro ricordo che risale agli ultimi acquazzoni di marzo: mentre molti uccelli si rifugiavano al riparo dei tetti, un’indomita cornacchia si è fatta, proprio davanti ai miei occhi, una magnifica doccia (pioveva veramente a dirotto!), muovendo ali e coda e arruffando le penne e le piume del corpo in modo da lavarsele tutte con  visibile soddisfazione!

Per approfondire tra storia e storie

La cornacchia grigia ha un ruolo importante nel folklore celtico. Si posa sulla spalla dell’eroe morente Cù Chulainn, l’eroe dell’Ulster, colpito da una delle tre lance magiche fabbricate da Lugaid (Ciclo dell’Ulster). La Morrigan, una delle più importanti divinità irlandesi, viene descritta come una mutaforma, che ama assumere in particolar modo la forma di cornacchia grigia o di corvo sorvolando i campi di battaglia. Le cornacchie vengono considerate uccelli fatati anche dalla cultura popolare e dalle antiche leggende scozzesi e irlandesi.

Scendiamo (anzi voliamo!) a sud e fermiamoci a Roma dove esiste via del Pozzo delle Cornacchie (da largo Giuseppe Toniolo a via della Rosetta, Rione VIII, S. Eustachio). A cosa dobbiamo questo strano nome?  Al prelato inglese Thomas Wolsey che fu nominato da Leone X cardinale titolare di Santa Cecilia in Trastevere nel 1515 e perciò decise di farsi costruire un palazzo a Roma, fornito anche di una fontana a pozzo che fece decorare con il suo stemma. E lo stemma conteneva, tra l’altro, anche una rosa in mezzo a due cornacchie! Sfortunatamente il cardinale morì nel 1530 a Leicester prima di poter visitare il palazzo che però esiste ancora con il nome del cardinale Rondanini (che l’acquistò nel 1668), nell’omonima piazza che si apre lungo via del Pozzo delle Cornacchie. Il pozzo, invece, non c’è più e le cornacchie… sono volate sull’insegna stradale e là sono rimaste!

Stemma del cardinale Thomas Wolsey [Fonte: Wikipedia, PD]
Stemma del cardinale Thomas Wolsey [Fonte: Wikipedia, PD]
Esopo e Fedro, nell’antica Grecia e nella Roma del I sec. d. C. dedicano alla cornacchia diverse favole: la cornacchia e le colombe; la cornacchia e la brocca; la cornacchia e il corvo; la cornacchia e il cane; la cornacchia che voleva imitare l’aquila; l’aquila, la cornacchia e la tartaruga; la cornacchia superba e il pavone; la cornacchia e la pecora… Anche La Fontaine che, nel Seicento, si considerava un loro continuatore, non la dimenticherà (per esempio in: Il pavone e Giunone).

Illustrazione delle favole di Esopo fatta dall'artista giapponese Takeo Takei nel 1925. Dal "trombone" di Esopo escono i personaggi delle sue fiabe fra i quali una perplessa cornacchia grigia! [Fonte: Sul romanzo]
Illustrazione delle favole di Esopo fatta dall’artista giapponese Takeo Takei nel 1925. Dal “trombone” di Esopo escono i personaggi delle sue fiabe fra i quali una perplessa cornacchia grigia! [Fonte: Sul romanzo]
E il poeta ellenistico Callimaco, nelle Ecàle (poemetto in versi), racconta che sono una cornacchia e un corvo a rivelare a Teseo la morte della vecchia Ecàle.

Le cornacchie è il titolo di una fiaba dei fratelli Grimm.

La cornacchia libberale (1922) è una divertente poesia di Trilussa che “spiega” in chiave politica il perché del suo mantello nero e grigio.

La cornacchia è la protagonista di un aforismo di Franz Kafka.

Anche Carlo Levi racconta in La cornacchia Orune il suo stretto legame con una cornacchia da lui allevata fin dalla nascita.

La cornacchia grigia fa parte delle tante miniature di uccelli del De arte venandi cum avibus, un trattato di falconeria (caccia praticata con l’aiuto di uccelli rapaci) redatto dall’imperatore Federico II e uno dei libri più importanti dell’intero Medioevo per la cura e l’attenzione “scientifica” con la quale esplora la vita e le abitudini degli uccelli.

Fonte: Biblioteca Apostolica Vaticana
Fonte: Biblioteca Apostolica Vaticana

Le Très riches Heures del duca di Berry, sono un capolavoro della miniatura del XV sec. La prima parte del manoscritto venne dipinto tra il 1412 e il 1416 dai fratelli Limbourg. Questa parte contiene la serie dei mesi: una miniatura a piena pagina per ogni mese accompagnata dal relativo calendario. Il mese di febbraio illustra la vita dei contadini con i rigori del freddo e della neve. Vicino al recinto delle pecore un gruppo di cornacchie grigie e di cornacchie nere beccano paglia e granaglie. Un ritratto vivace e veritiero della vita di questi uccelli.

Fonte: Giorni del Medioevo, Le miniature delle très riches heures del Duca di Berry, Milano: Rizzoli, 1988, p. 20
Fonte: Giorni del Medioevo, Le miniature delle très riches heures del Duca di Berry, Milano: Rizzoli, 1988, p. 20

La cornacchia grigia è facilmente riconoscibile in alcune raffigurazioni della Predica agli uccelli nei cicli riguardanti la vita di S. Francesco. In particolare vi segnalo il ciclo di affreschi dipinti da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452 a Montefalco, nella Cappella del Coro della chiesa di San Francesco.

Montefalco, Chiesa di San Francesco. Benozzo Gozzoli, Storie di San Francesco, 1450-1452
Montefalco, Chiesa di San Francesco. Benozzo Gozzoli, Storie di San Francesco, 1450-1452

Pablo Picasso dipinse, nel 1904 (all’inizio del suo cosiddetto “periodo rosa”) una  Donna con cornacchia (in questo caso si tratta di una cornacchia nera).

Marc Chagall ha illustrato le Favole di La Fontaine tra il 1927 e il 1930. Tra di esse c’è anche la favola della cornacchia che voleva imitare l’aquila.

Marc Chagall, Le Fables, Vol I, 1927, copertina
Marc Chagall, Le Fables, Vol I, 1927, copertina

[Aggiornamento: 30 aprile 2020] Oggi, ultimo giorno del mese di aprile, sono nati i piccoli della coppia di cornacchie che ha nidificato sotto le mie finestre! Ho avuto la fortuna di affacciarmi mentre papà e mamma si davano il cambio per nutrire i pulli. Ho visto solo un piccolo ammasso di lanugine bianca. Non so neppure quanti sono. Ma sono felice! Appena possibile, e se avrò fortuna, vi fornirò materiale fotografico.

Bibliografia e sitografia

Ornitologia, etologia

Folklore, poesia, letteratura, storia dell’arte

  • Wikipedia, s.v. Ciclo dell’Ulster, Morrigan
  • de la Fontaine Jean, Favole, Roma: Newton Compton Editori, 1994
  • Esopo, Favole, Edizione integrale con testo greco a fronte, Roma: Newton Compton Editori, 2012
  • Fedro, Le favole, Edizione integrale con testo latino a fronte, Roma: Newton Compton Editori, 2012
  • Fermi Damiano, Gli avvoltoi di Omero e le cornacchie di Callimaco: uccelli a colloquio nell’epica,  «EIKASMOS» XXII (2011)
  • Kafka Franz, Aforismi di Zürau, n. 32, Adelphi: Milano, 2004
  • Le strade di Roma, Roma: Newton Compton Editori, Roma, 1989, vol. 5, p. 1437
  • Levi Carlo, Le ragioni dei topi: storie di animali, Roma: Donzelli, 2004, p. 15-17

[Elena Tredici, storica dell’arte, 22 aprile 2020]

Birdwatching da balcone…!: Sua maestà il Gabbiano reale

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