Un’avventura quasi glaciale #Museodelviaggio

Quando mi fermo a guardare gli oggetti che ornano la mia camera, quello che mi salta sempre all’occhio è il souvenir che ho comprato nel viaggio fatto ad Andalo, l’estate di circa tre anni fa. Mi ero appassionata al pattinaggio sul ghiaccio, mi piaceva proprio tanto e ho trascinato con me una mia cara amica: Sofia.

Tutto ha avuto inizio vicino a casa dove c’era una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Accanto alla pista c’era un casotto dove potevi richiedere lezioni e così ho iniziato la mia avventura glaciale (a Roma non tanto glaciale, si moriva di caldo). Ho imparato in fretta e le mie maestre dicevano che vedevano del potenziale in me, così mi hanno proposto di fare un campo estivo ad Andalo, una cittadina giusto sopra Trento. Non ci ho pensato due volte ed ho accettato. L’hanno proposto anche alla mia amica Sofia che ha accettato con entusiasmo, felice di venire con me (in fondo ho tirato un sospiro di sollievo, immaginavo una settimana a non parlare con nessuno data la mia timidezza). In realtà non dovevo avere paura per le amicizie, perché ho subito legato con Nina, una ragazza sveglia che si vedeva che aveva talento. Era simpatica e insieme a Sofia formavamo un bel trio. Mi hanno tirato su il morale anche quando stavo per vomitare in treno, quei tipici momenti in cui ti senti svenire e l’unica cosa che vuoi è stare nel tuo comodo letto a guardarti una serie su Netflix, ma tornando alla realtà quel treno andava dalla parte opposta. Finalmente arrivate ad Andalo ci siamo andate a buttare sul letto stremate da quel viaggio di almeno sei o sette ore (un viaggio interminabile). Abbiamo sistemato le nostre cose e la nostra istruttrice Stefania (una donna simpatica, una di quelle persone che sono proprio buone, gentili che non farebbero male a una mosca) ci ha presentato a un altro gruppo di pattinatrici (era così bello, tutte donne) decisamente più brave di noi!

Andavamo ad allenarci ogni giorno in una palestra vicino all’hotel dove ci eravamo stabilite, e la cosa bella di quella palestra era che finiti gli allenamenti al piano di sopra c’era un bar con delle ciambelle deliziose, da leccarsi i baffi! In quella settimana festeggiavo il mio compleanno, il 1° luglio, e mia nonna,  che vive lì vicino  e che non vedevo da tanto, mi ha fatto una sorpresa. È stata una sorpresa stupenda, ero proprio felice di vederla! Quel giorno l’ho passato tutto con lei, è stato un giorno nipote-nonna, un giorno che non avevo mai vissuto a causa della distanza.

Tornata al mio hotel, anche le compagne mi hanno fatto una sorpresa. Anche se lontana da casa, è stato uno dei più bei compleanni di sempre. C’era una ragazza di nome Giulia (mi pare, la memoria mi abbandona ogni tanto) che aveva degli occhi stupendi, con una forma a mandorla allungata, assomigliava a un gatto, quegli occhi le donavano davvero! La gente si fermava per strada a guardarla e a farle complimenti. Devo dire che anche io, se avessi visto una ragazza con quegli occhi stupendi, mi sarei fermata a farle i complimenti. 

Le camere erano da quattro, e io stavo con Sofia, Nina e Viola. Quest’ultima era la più piccola del gruppo e se ne approfittava (eccome se se ne approfittava), finiva le lezioni prima (erano sfiancanti quelle lezioni) perché diceva di essere stanca, si faceva comprare tutte le ciambelle che voleva e ce le mangiava davanti con quegli occhi da malandrina che sembrava ti dicessero “io ho le ciambelle e tu nooo”…

È stata una settimana divertente (e di lividi alle ginocchia ne avevo almeno quindici per gamba!), ho fatto nuove amicizie che nel tempo non ho più avuto modo di mantenere, ma che conservo con il sorriso!  Alla fine di questo viaggio mi son detta però che il pattinaggio non fa proprio al caso mio, assolutamente no!

Souvenir di Andalo [CC BY NC SA]

[Testo e immagine elaborati da Vera, 22 maggio 2020, a.s. 2019-2020, CC BY NC SA]

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