Gli auditoria di Adriano e il loro riuso nei secoli

In piazza Madonna di Loreto, proprio accanto a piazza Venezia e a due passi dalla Colonna Traiana, finalmente è terminato il cantiere degli Auditoria di Adriano, venuti alla luce tra il 2007 e il 2011 durante le prospezioni archeologiche collegate alla realizzazione della Linea C della Metropolitana. Un nuovo tassello che si aggiunge all’affascinante storia di Roma.

Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano. Sullo sfondo la Chiesa di Santa Maria di Loreto [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano. Sullo sfondo la Chiesa di Santa Maria di Loreto
Certo, lo scavo osservabile dalla bassa recinzione non è di facile lettura, ma con qualche informazione in più potete provare a immaginare l’evoluzione di quest’area nel tempo.

Grazie al rinvenimento di alcuni mattoni con inciso il marchio di produzione, si è scoperto che il complesso venne costruito durante l’impero di Adriano negli anni Venti del II secolo a.C. lungo la via Flaminia che giungeva proprio all’altezza di piazza Venezia (gli archeologi ne rinvennero un tratto a due metri di profondità dall’attuale piano di calpestio). Lo fiancheggiavano alte insulae che prospettavano su vicoli stretti e rumorosi.

Si doveva trattare di un grande edifico pubblico con ampie aule dotate di gradinate a raggiera, nelle quali si sono individuati resti di rivestimenti parietali in marmo e pavimenti in mosaico. Secondo gli studiosi ci troviamo probabilmente di fronte all’Ateneo di Adriano, un grande centro culturale, dove avremmo potuto assistere alla lettura di opere letterarie o partecipare a un corso per l’insegnamento della retorica o disquisire con i filosofi dell’epoca. Immaginate l’oratore in piedi nel corridoio centrale mentre si si rivolge al pubblico, comodamente alloggiato sui sedili lungo le gradinate. L’imperatore filosofo potrebbe averlo fatto costruire al ritorno dal suo viaggio in Palestina.

Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano. Sullo sfondo il Palazzo delle Assicurazioni, presso il quale furono rinvenuti ulteriori resti pertinenti a questo complesso nel corso di scavi novecenteschi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano. Sullo sfondo il Palazzo delle Assicurazioni, presso il quale furono rinvenuti ulteriori resti pertinenti a questo complesso nel corso di scavi novecenteschi
Il complesso venne utilizzato a lungo, lo sappiamo grazie al ritrovamento di due basi di statue con un’iscrizione che cita il senatore Fabius Felix Passifilus Paulinus, prefetto della città (praefecus urbis) in epoca tardo-antica. Con la caduta dell’impero, le grandi aule, ormai spogliate dei rivestimenti preziosi, furono sfruttate per altre attività. Il rinvenimento di scorie di lavorazione, lingotti e fosse pertinenti a fornaci suggerisce che qui fosse stata impiantata un’officina metallurgica per la lavorazione delle leghe di rame, forse la più grande di Roma. Nell’VIII secolo le aule ospitarono delle sepolture, poi a causa di un devastante terremoto la volta dell’edificio crollò, ma sopra le macerie, in epoca medievale, venne allestita una calcara, ossia un’officina per la produzione della calce.

Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Scavo archeologico degli Auditoria di Adriano
Non è finita, in epoca rinascimentale la Confraternita dei Fornari (Confraternitas laicorum pistorum italorum)riconosciuta da papa Alessandro VI Borgia nel 1501 fece costruire in questo luogo, noto nella toponomastica dell’epoca come Macel de’ Corvi, il suo Ospedale, proprio accanto alla chiesa da loro finanziata, intitolata a Santa Maria di Loreto, protettrice dei fornai, e alla Natività di Maria Vergine, cara ai panettieri.

[Maria Teresa Natale, travel designer]

 

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