Il cammino dello Sbarco in Normandia. Tappa 5: da Port-en-Bessin a Vierville-sur-Mer

Tappa piuttosto lunga del cammino dello sbarco in Normandia che da Port-en-Bassin-Huppain ci conduce a Vierville-sur-Mer, al limitare del Calvados.

Partiamo di buonora dopo esserci concessi una bella colazione al Café du Port, l’unico aperto.

Port-en-Bessin, Café du Port [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Port-en-Bessin, Café du Port [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Iniziamo subito a salire e lambiamo il faro su cui svetta la Vierge des Feux a protezione dei naviganti.

Port-en-Bessin, Vierge des Feux [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Port-en-Bessin, Vierge des Feux [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Proseguiamo costeggiando un ampio campo da golf in direzione del sentiero della falesia. Da questo lato il cammino è impraticabile e un cartello inquietante ci invita a non proseguire oltre.

Indicazione di pericolo sul sentiero della falesia in Calvados [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Indicazione di pericolo sul sentiero della falesia in Calvados [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Siamo costretti a piegare più all’interno, ora lungo una pista ciclabile, ora lungo un viottolo tra piantagioni di cereali ravvivate da sprazzi di papaveri, ora lungo sentieri alberati.

In direzione di Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
In direzione di Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
In direzione di Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
In direzione di Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Per la prima volta dall’inizio del cammino, siamo costretti a imboccare una strada dipartimentale, la D514, pericolosa e trafficata, fino a raggiungere il piccolo borgo di Sainte-Honorine-des-Pertes per poi proseguire lungo stradine interne.

Chiesa del borgo di Saint-Honorine-des-Pertes [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Chiesa del borgo di Saint-Honorine-des-Pertes [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Improvvisamente, sulla destra compare la graziosa cappella di Saint-Siméon, luogo di pellegrinaggio sin dal Medioevo per la presenza di una fontana miracolosa che a detta dei fedeli aveva il potere di guarire, per intercessione di San Simeone, dalle febbri mortali provocate dalle numerose zanzare presenti negli acquitrini della zona.

Chiesa di Saint Siméon [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Chiesa di Saint Siméon [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Passo dopo passo, finalmente arriviamo alla quarta spiaggia protagonista dell’Operazione Neptune, nome in codice Omaha Beach.

Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
La denominazione rimanda a una cittadina statunitense del Nebraska, sul fiume Missouri. Sarà su questa spiaggia che le truppe statunitensi, falcidiate dalle batterie tedesche, subiranno un altissimo numero di perdite per riuscire a conquistare un tratto di costa protetto non solo dai cannoni ma anche dalla falesia. Il bilancio alla fine della giornata sarà durissimo: 4000 tra morti e feriti, migliaia di tonnellate di materiali e approvvigionamenti e decine di veicoli irrimediabilmente perduti. Ciò nonostante, gli americani riusciranno a sbarcare quasi 35.000 uomini e a creare una testa di ponte di un paio di chilometri in profondità e di sette in larghezza.

Oggi, arrivando sulla spiaggia, possiamo solo immaginare l’imponenza e la drammaticità dello Sbarco del 6 giugno 1944. Come allora, la marea è bassa, ma il mare è tranquillo e splende il sole, lungo la battigia un gruppo di cavalli viene condotto al passo.

Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
La giornata è calda e afosa ma dobbiamo proseguire, superiamo un parcheggio di carri a vela e, oltrepassate un paio di batterie del Vallo atlantico, imbocchiamo una salitella che porta al cimitero americano di Colleville-sur-Mer, tappa obbligata in cima alla scogliera.

Carri a vela a Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Carri a vela a Omaha Beach [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Siamo in territorio statunitense, gli americani qui hanno ottenuto una concessione territoriale permanente per dare riposo alle salme dei soldati morti durante e nei giorni successivi allo Sbarco. 9387 sono i soldati qui sepolti, ma ben 14.000 oltre a loro vennero rimpatriati per volere dei familiari.

All’interno di un’imponente memoriale colonnato sono murati due pannelli monumentali che illustrano la battaglia di Normandia.

Pannello con la Battaglia di Normandia nel cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Pannello con la Battaglia di Normandia nel cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Di fronte al memoriale, ai lati di un lungo specchio d’acqua, si aprono due grandi giardini costellati di pietre tombali bianchissime ornate con la croce latina o la stella di David.

Pietre tombali nel cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Pietre tombali nel cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
I cinefili potranno andare in cerca delle lapide di Robert Niland, la cui storia ispirò il regista Steven Spielberg nel film Salvate il soldato Ryan.

Dovunque sentiamo parlare in inglese, sono gli americani in visita al cimitero che, quando programmano un viaggio in Europa, spesso inseriscono una tappa di un paio di giorni nelle zone dello Sbarco.

Prima di lasciare l’area, visitiamo anche il centro di documentazione, ricco di cimeli, gigantografie in bianco e nero e filmati storici.

Centro di documentazione del cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Centro di documentazione del cimitero americano di Colleville-sur-Mer [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Riprendiamo il cammino lungo la duna che costeggia la spiaggia fino a raggiungere nei pressi di Vierville-sur-Mer, Les Braves, un’installazione molto retorica realizzata da Anilore Banon nel 2003 in omaggio agli alleati che sbarcarono a Omaha Beach. Osservandola con attenzione, si noterà che la scultura si compone di tre elementi: le Wings of Hope (Ali della speranza) affinché lo spirito dei soldati che combatterono il 6 giugno 1944 continui a ispirarci e a ricordarci che collaborando è possibile cambiare il futuro; Rise, Freedom! (Cresci, Libertà) affinché l’esempio di coloro che lottarono contro la barbarie ci illumini contro ogni forma di disumanità; le Wings of Fraternity (Le ali della fratellanza), un invito ad essere responsabili con gli altri e con noi stessi, così come fecero i soldati nel giorno dello sbarco, che prima ancora di essere soldati furono fratelli.

Vierville-sur-Mer, installazione artistica Les Braves [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Vierville-sur-Mer, installazione artistica Les Braves [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Ci concediamo una breve merenda e una sosta caffè nei pressi del monumento. Sulla spiaggia qualcuno si è dilettato a costruire batterie e aerei di sabbia.

Aerei e bunker di sabbia [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Aerei e bunker di sabbia [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
A causa della scarsa ricettività a Vierville-sur-Mer, dobbiamo proseguire il nostro cammino verso l’interno fino a raggiungere il villaggio di Louvières, cinquanta anime, una ventina di case, una chiesa bisognosa di restauro. Incontriamo Diane, una gentile signora un po’ sessantottina nello stile che con il suo cane ci conduce alla bellissima casetta di pietra dei nostri gentilissimi ospiti Antoine e Marie, del loro cane Orion e dei loro cinque gatti.

Vecchia casa di pietra a Louvères [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Vecchia casa di pietra a Louvères [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
[Maria Teresa Natale]

Tappa percorsa il 25 luglio 2019.
Totale km percorsi: circa 21,2

Il diario di viaggio completo del Cammino dello sbarco in Normandia

Tappa 1: da Merville a Ouistreham
(Totale km percorsi: 15,80)

Tappa 2: da Ouistreham a Courseulles-sur-Mer
Totale km percorsi: 22,70

Tappa 3: da Courseulles-sur-Mer ad Arromanches-les-Bains
Totale km percorsi: 15,40

Tappa 4: da Arromanches-les-Bains a Port-en-Bessin-Huppain
Totale km percorsi: 13,14

Tappa 5: da Port-en-Bessin a Vierville-sur-Mer
Totale km percorsi: 15,20

Tappa 6: da Vierville-sur-Mer a Isigny-sur-Mer
Totale km percorsi: circa 29

Tappe 7-8: Isigny-sur-Mer, Saint-Mère-Eglise, Utah Beach
Totale km percorsi a piedi e in bicicletta: circa 45

Note per i camminatori che intendono percorrere il cammino dello Sbarco in Normandia

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