La carta geografica dell’impero coloniale italiano in Africa nella ex sede della Casa della Gioventù Italiana del Littorio

Se vi capita, in occasione di un convegno o di una mostra, di accedere all’interno della We Gil, ex sede della Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL) o Casa Balilla in largo Ascianghi nel Rione Trastevere (1933, progetto di Luigi Moretti), soffermatevi a osservare dallo scalone in marmo bardiglio che conduce ai piani superiori la gigantesca carta geografica in stucco che raffigura l’impero coloniale italiano in Africa (Libia ed Etiopia).  Sarà un’occasione per ripassare un po’ di storia del Novecento.

Roma, Ex sede della Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Mappa dell'Impero coloniale italiano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Roma, Ex sede della Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Mappa dell’Impero coloniale italiano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Nella parte superiore della carta è riportata la celebre frase “Noi tireremo diritto” che Mussolini pronunciò a Roma da Palazzo Venezia l’8 settembre 1935, circa un mese prima della guerra d’Etiopia.

Al di sotto la scritta “Il IX maggio XIV [9 maggio 1936] Benito Mussolini fonda l’impero“, rimanda al discorso di proclamazione fatto da Mussolini quattro giorni dopo la presa di Addis Abeba.

Al centro, campeggia immensa l’Africa, con i bordi del continente e l’indicazione dei principali fiumi e laghi. Ben evidenziate sono la Libia e l’Etiopia e il Mediterraneo con la penisola italiana. Sopra il corno d’Africa una gigantesca ed esplicativa M.

Ai lati della grande mappa sono riportati i luoghi e le date delle battaglie vinte dagli italiani durante la guerra d’Etiopia nel XIII e XIV anno dell’era fascista, tra il 1935 e il 1936.

  • III ottobre XIII MAREB  [3 ottobre 1935]
  • V ottobre XIII ADIGRAT [6 ottobre 1935]
  • VI ottobre XIII  ADUA [6 ottobre 1935]
  • XV ottobre XIII Aksum [15 ottobre 1935]
  • VIII novembre XIII  Macallè [8 novembre 1935]
  • VII dicembre XIV Abbiaddi [7 dicembre 1935]
  • XVII gennaio XIV  Canale Doria [17 gennaio 1936]
  • XX  gennaio XIV  Nechelli [20 gennaio 1936]
  • XIV febbraio XIV  Amba Aradam [14 febbraio 1936]
  • XXVIII febbraio XIV (1936) Amba Alagi [28 febbraio 1936]
  • XI marzo XIV (1936)  Sardo [11 marzo 1936]
  • I aprile XIV (1936) Gondar [1 aprile 1936]
  • IIII aprile XIV (1936) Lago Ascianghi [4 aprile 1936]
  • XV aprile XIV (1936) Dessiè [15 aprile 1936]
  • XXX aprile XIV (1936) Dagahbur [30 aprile 1936]
  • V maggio XIV (1936) Addis Abeba [5 maggio 1936]

La guerra d’Etiopia, condotta tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936, vide il Regno d’Italia contrapposto all’Impero d’Etiopia governato dal negus Hailé Selassié.  Nonostante un’ardua resistenza, gli etiopi furono duramente sconfitti dall’esercito italiano che invase l’Etiopia dalla colonia eritrea a nord (sotto il comando del generale Emilio De Bono prima e del maresciallo Pietro Badoglio dopo) e dalla Somalia italiana a sudest (sotto il comando del generale Rodolfo Graziani). Il conflitto si concluse con la presa di Addis Abeba da parte di Badoglio il 5 maggio 1936. Si trattò di una campagna coloniale su larga scala con grande mobilitazione di uomini, mezzi e risorse economiche, dal forte valore propagandistico, che doveva contribuire a rinsaldare il regime interno e il prestigio internazionale del Duce. Di fatto, la nuova colonia italiana fu un capitolo assai triste della nostra storia, con un regime impostato sulla base di una rigida separazione razziale.

Nella parte bassa della carta geografica sono incise la data XVIII novembre XIV [18 novembre 1935] e la parola Sanzioni. L’aggressione italiana dell’Etiopia fu malvista dalla comunità internazionale che nel 1935, poco dopo un mese dall’avvio della guerra impose delle sanzioni economiche al regno italiano, sanzioni che furono comunque ritirate dalla Società delle Nazioni nel luglio 1936 e che non provocarono alcun rallentamento nelle azioni belliche dell’esercito italiano.

L’Etiopia fu liberata nel 1941 grazie alla collaborazione tra la resistenza etiope e l’esercito britannico e, a seguito del Trattato di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate firmato il 10 febbraio 1947, l’Italia perse tutte le colonie.

Fino agli anni Ottanta del Novecento, l’edificio della GIL ospitò gli uffici dell’ERFAP-UIL (Ente regionale per la formazione e l’addestramento professionale). Per tutto quel periodo la grande mappa fu coperta con un drappo rosso.

[Maria Teresa Natale]

 

One comment

  1. Conoscevo Maria Teresa la mappa ma interessante il tuo commento come sempre. Buon Ferragosto e vacanze. Ciao Daniela

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