Il 24 febbraio 2022 Vladimir Putin ha dato l’avvio all’occupazione russa del Donbass, sono passati dieci giorni e il conflitto ha subito un’escalation. L’esercito russo ha via via intensificato i bombardamenti sulle città ucraine – Kharkiv, Kherson, Zaporizhzhia, Mariupol, Kiev -, alcune sono state già occupate, altre vedono l’inaspettata resistenza degli ucraini che si battono per la libertà e l’indipendenza del loro paese. Abbiamo deciso di documentare il conflitto-russo ucraino nelle immagini degli street artist e nelle parole dei cittadini sui muri di Roma, nei cartelli delle manifestazioni per la pace, nei manifesti affissi lungo le strade, negli stickers. Un post in progress che speriamo vivamente non diventi troppo lungo.
Quante volte abbiamo visto il simbolo della pace, noto anche come “peace and love“? Forse non tutti sanno che venne ideato dal designer pacifista britannico Gerald Herbert Holtom nel 1958 su commissione della Campagna per il disarmo nucleare (CND – Campaign for nuclear disarmement), un’organizzazione britannica che sin da quell’anno si batte contro l’uso di armi nucleari, biologiche e chimiche. L’arcinota icona, rilasciata in pubblico dominio e liberamente riutilizzabile, si ispira all’alfabeto semaforico, una sorta di alfabeto Morse semplificato usato in ambito navale, dove i messaggi vengono trasmessi per mezzo di bandierine. Di fatto l’icona incorpora la N (prima iniziale di Nuclear) e la D (prima iniziale di Disarmement) all’interno di un cerchio che simbolizza il mondo. Secondo l’artista, egli volle rappresentare sé stesso come un individuo disperato, con le palme delle mani allargate all’infuori e verso il basso, alla maniera del contadino di Goya davanti al plotone d’esecuzione [fonte].
Nemmeno una settimana è passata dall’invasione russa dell’Ucraina che due street artist, sempre solleciti nell’intervenire sui temi di attualità, si sono espressi nelle strade della capitale.
Sulla passerella che sorpassa via degli Annibaldi, a due passi dal Colosseo, Harry Greb ha appeso alla ringhiera una serie di cartoncini con sfondo di diverso colore, tutti raffiguranti il presidente russo Vladimir Putin che imbratta il simbolo della pace, macchiato di rosso, con orribili bombe. Da notare l’orologio da polso che in questi giorni ha fatto discutere in merito alla reale ora della firma degli atti con cui Mosca ha riconosciuto le repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk nel Donbass.
Il 5 marzo 2022 si è svolta a Roma una manifestazione nazionale per la pace che ha visto migliaia di partecipanti, inclusi tanti bambini, sfilare da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni. Tanti gli striscioni ispirati all’arcobaleno della bandiera della pace (attenzione: la bandiera della pace non va confusa con la bandiera arcobaleno del movimento LGBT, da cui si distinguono per la scritta PACE e per il numero e l’ordine dei colori. Nella bandiera della pace sono sette con i toni freddi in alto, in quella del movimento sono 6, senza l’azzurro, con i toni caldi in alto) e tanti gli slogan contro la guerra e l’uso delle armi. Qui ne riportiamo una selezione.
Domenica 6 marzo, nel pomeriggio la comunità ucraina di Roma ha marciato pacificamente per le vie del centro fino ai Fori Imperiali recitando il Padre nostro, cantando l’inno nazionale e intonando tanti slogan in italiano e in ucraino: “Pace in Ucraina, pace in Europa”, “Russia non è Putin”, “Resistenza”, “Sì alla pace no alla guerra”, “Putin giù le mani dall’Ucraina”, “No fly zone”.
8 marzo 2022, Giornata della donna, in piazzale Ostiense, a pochi passi dalla metropolitana, Laika ha affisso il manifesto “PACE – ATTO II“: due donne in lacrime, vestite con i colori delle bandiere dei due paesi in conflitto, si abbracciano calorosamente.
Venti giorni dopo, lo stesso poster, già parzialmente corrotto, è stato taggato con la scritta “russi assassini”.
Aprile 2022. Borgo Pio. La matrioska russa lancia missili sulla piccola matrioska ucraina, opera di street art a firma MauPal.
Come sempre c’è chi sta da un lato, chi dall’altro, lo avevamo appena sperimentato con i no vax durante la campagna vaccinale. Certamente chi grida al complotto contro i russi ha attaccato su un palo nei pressi di Ponte Fabricio quest’adesivo di carta.
[Maria Teresa Natale, fotoreportage avviato a partire dal 25 febbraio 2022]
Venerdì 11 marzo. “Falliti gli accordi di pace” titolano i giornali. “Purtroppo questo è solo l’inizio di un blog in progress” penso. Così mi aggrappo alla mano che Maria Teresa sporge dalla sua zattera mentre rischiamo di annegare in un fiume di parole in piena, nella Babele delle analisi, nello scontro delle ideologie. Mi lascio portare dentro gli sguardi iconici degli street artist sui muri della città, dentro le semplici parole gridate di chi subisce una guerra che non gli appartiene, dentro l’ironia inarrestabile del romano doc.
Così ritrovo il ritmo del respiro e riprendo a camminare.
Grazie Maria Teresa.