Una mappa del Corno d’Africa presso la tomba dell’esploratore Eugenio Ruspoli nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli

Se vi capita di entrare nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, a pochi passi dalla piazza del Campidoglio a Roma, non mancate di recarvi tra l’ottava e la nona cappella sulla sinistra per osservare una straordinaria lapide cartografica con una rappresentazione del Corno d’Africa, collocata presso la tomba dell’esploratore italiano Eugenio Ruspoli (1866-1893).

Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
A soli venticinque anni, il giovane viaggiatore organizzò due spedizioni in Somalia, allora protettorato italiano, tra il 1891 e il 1892-93. Un’epigrafe alla base del monumento funebre recita:

Esploratore ardito di terre africane nella Somalia e nell’Abissinia meridionale […] esplorò il medio corso dell’Uebi Scebeli, dell’Uebi Umberto, del Giuba, del Daua, del Sagan le terre del Borana, il Conso, le catene dei monti Audo, da Gamò, Bodditu, Gamò, scoprì il lago Ciamò detto poi Ruspoli, riconobbe che l’Ueb Umberto (Gestro) , il canale e il Doria si uniscono e formano il Giuba. Fu ucciso da un elefante infuriato presso il fiume Sagan il dicembre 1983 all’età di 27 anni.

Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: epigrafe [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: epigrafe [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Una legenda sulla lapide fa riferimento agli itinerari delle due spedizioni e al primo viaggio di ritorno.  Sono ben indicati il Corno d’Africa tra il Golfo di Aden con Gibuti e l’Oceano Indiano su cui affaccia la città di Mogadiscio, i fiumi etiopi Ganale Doria e Umberto e i laghi rinominati Margherita, Stefania e Ruspoli. In realtà quest’ultimo, al momento della scoperta, fu intitolato all’allora re Umberto e solo dopo la morte dell’esploratore a quest’ultimo dedicato.

Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: lapide cartografica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: lapide cartografica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Una croce nei pressi del lago Ruspoli indica il luogo in cui l’esploratore fu ucciso dall’elefante.

Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: lapide cartografica, dettaglio del luogo della morte dell'esploratore [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Basilica di S. Maria in Aracoeli: monumento sepolcrale in onore di Eugenio Ruspoli: lapide cartografica, dettaglio del luogo della morte dell’esploratore [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Eugenio Ruspoli riportò in patria preziosi materiali botanici, zoologici, mineralogici ed etnografici e al termine del primo viaggio pubblicò un resoconto dal titolo Nel paese della mirra (Roma: Tipografia cooperativa romana, Via delle Coppelle, 1892) del quale vi proponiamo qualche estratto relativo soprattutto alle sue impressioni sul gruppo etnico dei Somali, visti con l’occhio del colonizzatore:

Giunsi a Massaua. Fui davvero felice di poter constatare co’ miei proprii occhi lo stato fiorente della nostra Colonia;  tanto più ne gioii perché fu contro ogni mia aspettativa, dopo il male che ne avevo inteso parlare. Sì che ho dovuto dalla mia visita alla Colonia Eritrea riportare questo giudizio: se l’Italia molto ha speso laggiù, del pari assai ha acquistato e molto può fare ancora. […] Il carattere fisico del Somali produce impressione la più favorevole. È uno dei più bei tipi dell’Africa. Per quanto la sua tinta sia piuttosto scura, non ha però nulla di comune col negro; non ha né i suoi muscoli sviluppati, né i suoi capelli crespi, né i suoi zigomi sporgenti, né le sue labbra carnose. […] Sempre armato di lancia e di scudo, il Somali raffigura il guerriero per eccellenza, austero e terribile. Questa tradizione guerriera del fiero e degno Somali è divenuta accreditata in Europa per quanto falsa. […] L’intelligenza del Somali non è molto sviluppata. La religione universalmente accettata è la maomettana. Essi si sposano in generale ai 18 o 17 anni; la prima donna viene pagata dal giovane se ha i mezzi, ma sempre scelta dai genitori; la sua famiglia non merita questo nome, poiché la donna è tenuta come un animale domestico atto per la riproduzione della specie; in secondo luogo, poiché come serva, le viene imposto ogni genere di lavoro. […] Come soldato non ha che un valore decorativo, poiché in parata è marziale e bellissimo. Ottenuto un favore o un beneficio dal padrone, gli giura cento volte fedeltà e gli promette con la più grande passione di volersi far uccidere ai suoi piedi, ma dimentica presto le promesse, e se qualche volta difende il padrone, lo fa per difendere sé stesso.

Il nipote Carlo Marescotti Ruspoli dei principi di Poggio Suasa ne ricercò la tomba e nel maggio 1928 riportò in patria le spoglie che furono collocate all’interno dell’Ara Coeli.

Come lo zio, anche lui morì in Africa. Tenente colonnello, comandante del raggruppamento paracadutisti “Folgore”, fu ucciso durante la seconda guerra mondiale nel deserto libico dell’Egitto nord-occidentale nella depressione di El Kattara, durante la battaglia di El Alamein  il 4 novembre 1942.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.