Il Cammino dei Briganti: da Nesce ai Casali di Cartore

Prosegue il racconto della nostra esperienza lungo il Cammino dei Briganti nell’estate del Covid. È domenica 17 luglio, affrontiamo una tappa di 17 chilometri, da Nesce ai Casali di Cartore.

Dopo una nutrita colazione, salutiamo Lucia e Flavio, che ci hanno anche preparato dei ricchi panini per la giornata e ci mettiamo in marcia.

Salutiamo gli amici dell'Alloggio Di Felice [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Salutiamo gli amici dell’Alloggio Di Felice [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Fa sempre più caldo, non possiamo dire di essere in gran forma dopo i mesi di lock-down e quindi usufruiamo di un fantastico servizio fornito da una serie di volontari: il trasporto zaini tra le varie tappe. Basta chiamare i numeri indicati sul sito web del Cammino dei briganti ed è fatta, peraltro non si discute in quanto tutti i prezzi sono già ben specificati. Senza il peso sulle spalle, siamo più freschi (si fa per dire!) e ci godiamo meglio la passeggiata.

Lasciamo Nesce dopo aver letto su un pannello la simpatica Satira della lepre scritta dal poeta locale Giovanni Muzi (1880-1955), con tanto di itinerario disegnato su una carta topografica. Ecco l’incipit:

Mentre che mi ero addormentato
ho sognato di aver trovato
sotto un certo cespuglione
un terribile leprone,
che mi ha detto con cispiglio:
Do’ querela a vostro figlio,
che tra quest’anno e l’anno passato
molte volte mi ha sparato
e per questo oh Santo Cielo
ho ragione e lo querelo […]

Nella speranza di incontrare il leprotto, riattraversiamo il borgo e iniziamo a scendere attraverso il bosco fino alle Pratelle, costeggiando per un bel po’ il fiume Salto.

Le Pratelle tra Nesce e Villerose [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Le Pratelle tra Nesce e Villerose [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Il tracciato è semplice e la passeggiata piacevole, facciamo giusto un po’ di attenzione nei pressi di una fattoria dove alcuni cani maremmani vigilano sul gregge di pecore che si abbevera al fontanile. Proseguiamo senza problemi fino a imboccare la salita che ci porta a Villerose. Prima sosta: la fontana (l’acqua non è un problema in questo cammino, troveremo fontane e fontanili con acqua fresca sia durante il percorso sia in tutti i borghi e frazioni attraversati), poi un po’ di meritato riposo nella piazza del paese dove alcuni bambini si rincorrono in bicicletta.

Le piazza di Villerose [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Le piazza di Villerose [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Come tutti i borghi che attraverseremo, le chiavi di volta dei portoni dei palazzi più importanti sono decorate con interessanti bassorilievi che potrebbero raccontare qualcosa di chi abitò qui.

Villerose, chiave di volta [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Villerose, chiave di volta [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Proseguiamo, un anziano innaffia la rigogliosa aiuola fiorita accanto all’ingresso della sua casa, lo superiamo ma ci sentiamo chiamare. Ci giriamo e il simpatico vecchietto ci invita a prendere il caffè e a visitare il suo giardino. Non resistiamo ed entriamo in un meraviglioso palazzo secentesco. Flavio, ex calciatore della Roma, amante dei funghi, della pesca e del buon vino adora chiacchierare e ci racconta tante storie nel suo curatissimo giardino pieno di fiori colorati e profumati.

Villerose, il giardino di Flavio [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Villerose, il giardino di Flavio [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Comincia dagli Equicoli, l’antico popolo italico di stanza tra Lazio e Abruzzo che tanto diede da torcere a Roma nei sui primi tre secoli di vita. Ci ripromettiamo, appena possibile, di andare a visitare il Museo Archeologico Cicolano a Corvaro.

Flavio non ci lascia andar via senza prima averci fatto visitare la casa, piena di ricordi di una vita e di tanti cimeli che raccontano la sua  storia e quella del territorio: oggetti, lettere, fotografie, locandine…

Villerose, Flavio racconta... [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Villerose, Flavio racconta… [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Oltre al caffè, ci offre anche un bicchiere di vino per brindare insieme al nostro cammino e ci regala dei funghi secchi in ricordo del nostro incontro.

Tra le tante storie, narra anche di un territorio che ha tanto sofferto negli anni della guerra. Flavio conosce tanti testi a memoria e ci saluta declamandoci il componimento di Piero Calamandrei indirizzato al generale Albert Kesserling, comandante delle forze di occupazione tedesca in Italia tra il 1943 e 1944 condannato a morte dagli Alleati per crimini di guerra ma infine liberato negli anni Cinquanta. Dichiarò che gli Italiani avrebbero dovuto essergli grati per aver salvato alcune città italiane dalla distruzione e che per questo avrebbe meritato un monumento. Lapide ad ignominia fu la risposta a questa sua affermazione da parte del padre costituente della Repubblica.

Proseguiamo lungo Valle Fura, il percorso è pianeggiante e nel bosco per un lungo tratto.

Tra Villerose e Spedino [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Tra Villerose e Spedino [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Troviamo un bello spiazzo ombreggiato per gustarci il pranzo al sacco e poi proseguire fino alla frazione di Spedino, dove una sosta è d’obbligo nel bar della piazza, gestito da un “nostalgico” del ventennio.

Il bar di Spedino [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il bar di Spedino [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Nella sala posteriore, campeggia sul muro una bellissima carta geografica dello Stato pontificio all’epoca di papa Benedetto XIV Lambertini (1740-1758).

Mappa dello Stato pontificio nel XVIII secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Mappa dello Stato pontificio nel XVIII secolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Ci aspetta la parte più faticosa del cammino, non per la difficoltà ma per il gran caldo. Prima della salita finale attraversiamo una pianura scoperta sotto il sole cocente che malgrado la mancanza degli zaini rende il percorso faticoso. Con un altro clima avremmo sicuramente fatto una piccola deviazione per visitare lo stabilimento della Birra del Borgo, prodotta con malti, lieviti ed essenze autoctone.

Sguardo sulle Montagne della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Sguardo sulle Montagne della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Giungiamo finalmente ai Casali di Cartore all’interno della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, salutati da un esercito di cani e gatti in tempo per una doccia ristoratrice e l’esplorazione del luogo prima di cena.

I gatti dei Casali di Cartore [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
I gatti dei Casali di Cartore [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Il borghetto, che comprendeva anche una chiesetta con annesso campanile, venne progressivamente abbandonato nel dopoguerra quando gli abitanti si trasferirono a valle o nelle città vicine. Dopo decenni, molti edifici sono stati finalmente restaurati ed oggi ospitano alcune abitazioni private, una comunità religiosa e un ristorante con annesso b&b, gestito da Anna e Marco, due giovani coraggiosi che in procinto di lasciare l’Italia si sono rimesso in gioco sfruttando le possibilità di un bando per la valorizzazione dei casali.

Asini al pascolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Asini al pascolo [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Osserviamo le montagne circostanti, un tempo frequentate dalla banda di Cartore, costituita da una trentina di briganti fedeli al re Francesco II di Borbone. In inverno lavoravano come agricoltori e pastori nei territori dello Stato Pontificio, ma in primavera si nascondevano sui Monti della Duchessa, dai quali scendevano in occasione di azioni militaresche e saccheggi ai danni dei filosabaudi. Torniamo al presente per gustare un’ottima cena a base di zuppa di legumi e un secondo piatto con scamorza e pomodori secchi su un letto di verze, servitaci dal simpatico Marco che ci racconta le storie del luogo.

Zuppa di legumi [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Zuppa di legumi [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Scamorza, pomodori secchi e verza [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Scamorza, pomodori secchi e verza [Foto: Associazione culturale GoTellGo]

Per approfondire:

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

Le altre tappe del cammino

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