Cammino dei Briganti: Val di Fua – Lago della Duchessa – Val di Teve

Ed eccoci giunti al terzo capitolo del nostro racconto del Cammino dei Briganti, che ci ha portato a conoscere il Lago della Duchessa e il pastore Americo.

Oggi, 28 luglio, abbiamo percorso un cerchio, partendo e tornando ai Casali di Cartore. Abbiamo scelto il percorso più lungo, ad anello, salendo all’andata lungo la Valle di Fua e riscendendo dalla Valle di Teve, per un totale di circa 17 km, con un dislivello di quasi 1000 metri.

Val di Fua [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Val di Fua [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
La salita lungo la Valle di Fua, nonostante l’erta incassata tra le montagne, è meno faticosa di quanto ci aspettassimo dal momento che il sentiero è tutto all’ombra tra i faggi. All’altezza di un punto più scoperto, ci siamo aiutati aggrappandoci a una catena.

Val di Fua [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA] Val di Fua [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]

Giunti in cima, abbandoniamo improvvisamente il bosco sostituito dalla prateria d’alta quota con qualche rado albero isolato. Velocemente raggiungiamo Le Caparnie, un gruppo di capanne dei pastori a 1700 metri di altezza. Il panorama è incantevole, sulla destra svetta la parete settentrionale del Murolungo.

Le Caparnie [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Le Caparnie [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Non facciamo fatica a incontrare la capanna di Americo Lanciotti, il pastore abruzzese che ogni anno porta avanti la transumanza verticale, conducendo il suo gregge di trecento  pecore da Avezzano al Lago della Duchessa.

Agnello in poltrona [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Agnello in poltrona [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Ci offre un caffè in compagnia della moglie e delle due nipotine che ci invitano a giocare a “diritto e rovescio” con le carte e poi ci conduce a visitare il capanno in cui conserva il formaggio, scortato dai quattro cani scodinzolanti, Birillo, Brigida, Gina e Pippo.

Il formaggio di Americo [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il formaggio di Americo [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Di recente è stata avviata la campagna “Io sto con Americo”. Mentre ci fa assaggiare la sua gustosissima ricotta, il pastore ci racconta che il Lago della Duchessa sta morendo lentamente e che probabilmente nel giro di un paio d’anni in estate sarà totalmente privo di acqua.

Americo racconta... [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Americo racconta… [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Uno dei motivi che causano l’avvelenamento del lago, oltre alla forte permeabilità della roccia carsica, sono le mandrie di bovini e cavalli che non si limitano ad abbeverarsi nel lago ma stazionano ore ed ore nella melma contribuendo di giorno in giorno ad alimentare la concentrazione di ammoniaca nell’acqua.

Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Fenomeno che probabilmente sta raggiungendo un punto di non ritorno anche a causa dei cambiamenti climatici. Non ci credono gli allevatori, abituati a rispettare tradizioni secolari. È comunque di questi giorni la notizia che la Regione, per tutelare l’ecosistema lacustre del Lago della Duchessa, ha stanziato ottantamila euro per finanziare la costruzione di nuovi abbeveratoi per il bestiame in località Pietra Grossa e a valle del fontanile di Fonte Salomone. Torneremo tra un anno per vedere se ci sono stati dei cambiamenti.

Lasciamo Americo e ci dirigiamo verso la conca del lago, incastonato nel Vallone del Cieco, ai piedi del massiccio del Monte Velino. Rimaniamo senza parole per la bellezza del luogo, immerso nel silenzio. Anche gli animali al pascolo o a mollo nelle acque del lago sono immobili.

Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA] Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA] Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]

Vediamo avvicinarsi un signore con cui scambiamo quattro chiacchiere. Si chiama Renato e ci mostra il suo bastone di grugnale (dovrebbe essere la denominazione locale del corniolo) con il pomolo modellato in forma di animale. Da pochi giorni è stato incaricato di sorvegliare il lago, a fronte delle recenti polemiche. Ci ricorda di come il Lago della Duchessa divenne tristemente noto in occasione del sequestro di Aldo Moro. Col comunicato 7 del 18 aprile 1978, le Brigate Rosse indicavano di  cercare il cadavere nel lago costringendo le forze dell’ordine a inutili ricerche sotto il manto ghiacciato. In seguito, si stabilirà che il comunicato era un falso, realizzato da un falsario di quadri d’arte contemporanea di nome Antonio Chichiarelli, in rapporti con la Banda della Magliana e con i Servizi segreti italiani, forse un tentativo di preparare l’opinione pubblica all’imminente reale esecuzione.

Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA] Il lago della Duchessa [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]

A malincuore dobbiamo rimetterci in moto, malgrado il sole a picco la conca è ventilata e invoglia a restare, ma il percorso è ancora lungo. Verifichiamo il tracciato sulla carta e sull’app e ci dirigiamo verso la Valle di Teve. Sulla collina che fiancheggia il lago, ci imbattiamo nel gregge di Americo che rientra verso le Caparnie.

Al termine della prateria, scendiamo lungo il Malopasso, un breve tratto di sentiero  accidentato ma percorribile con qualche precauzione. È proprio in quel momento che mi volto verso il Murolungo e vedo volare un qualcosa con le ali gigantesche che sembra un aliante. Sono stata fortunata, doveva essere un grifone della colonia reintrodotta in zona una quindicina di anni fa. Un’immagine che non dimenticherò.

Il Malopasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il Malopasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo]

Percorriamo in discesa tra i faggi la lunga e tranquilla Val di Teve. Impressionanti lungo il percorso i giganteschi massi crollati in occasione vecchie frane.

Val di Teve [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA] Val di Teve [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]

Riguadagnati i casali di Cartore, ci dissetiamo con una bevanda rinfrescante in compagnia di Marco. Non avendo trovato alloggio per la seconda notte, siamo costretti ad andare all’Ostello di Torano, che rende disponibili camere molto confortevoli.

L'Ostello di Torano e il territorio circostante [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
L’Ostello di Torano e il territorio circostante [Foto: Associazione culturale GoTellGo]

Non ce ne pentiamo, perché abbiamo l’occasione di conoscere i gestori Giacomo e Ilenia con il neonato bebè e il cane Dante, incrocio tra un border e un lagotto.

Il cane Dante [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC SA]
Il cane Dante [Foto: Associazione culturale GoTellGo]

Giacomo, due lauree, ci racconta che anche loro avevano lasciato l’Abruzzo ma poi sono tornati per tentare di fare qualcosa di utile per il territorio trasformando l’ex scuola in ostello e centro culturale, in risposta a un bando. A causa del Covid, però, quest’anno è tutto difficile e molte attività culturali sono sospese, per fortuna grazie al Cammino dei Briganti l’ostello riesce a lavorare un po’. I due giovani non si perdono d’animo, Eliana è un’esperta grafica, Giacomo scrive di sport e cultura per un giornale online e si sta già cimentando con il suo secondo romanzo, mentre Dante si diletta nella “Canina Commedia” (la battuta è di Eliana).

Il cammino non è fatto solo di passi, ma di bellissimi incontri con donne, uomini e animali.

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

Le altre tappe del cammino

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