Cammino dei Briganti: Sante Marie – Santo Stefano – Nesce

Ogni anno è per me l’occasione di percorrere un nuovo cammino. Quest’estate è l’estate della pandemia, il che mi ha indotto a scegliere un cammino non lontano da Roma, dove vivo. Ho quindi scelto il Cammino dei Briganti, tra Lazio e Abruzzo, tra ex Stato Pontificio ed ex Regno Borbonico, un percorso ad anello di un centinaio di chilometri che in tre abbiamo percorso in sei giorni. Vi racconterò questa bellissima esperienza in una serie di post dove potrete trovare anche qualche informazione utile nel caso vogliate cimentarvi in questa bella esperienza. Le fonti su cui documentarsi non mancano: il ricchissimo sito web, la guida scritta da Luca Gianotti, Alberto Liberati e Fabiana Mapelli (Edizioni Lit, 2016) e il recente fascicolo monografico di Meridiani Cammini (2, n. 6 luglio 2020), in cui è inclusa una carta con tutte le tappe.

[Sabato 25 luglio].  Il cammino dei Briganti inizia dal borgo di Sante Marie, in provincia dell’Aquila. Lo raggiungiamo nel pomeriggio per avere il tempo di ritirare il salvacondotto del cammino in piazza Aldo Moro in un locale del Palazzo del Municipio al piano strada. È un bel ricordo e ce lo faremo timbrare più volte lungo il tragitto. Ci facciamo poi preparare dei panini per il pranzo al sacco del giorno successivo. È sabato, tardo pomeriggio, il pane è quasi finito, ma riusciamo a metter insieme qualche rimasuglio tra i due alimentari del paese, la Dispensa in Via Roma e il negozietto accanto al bar in piazza Aldo Moro. Facciamo due passi in paese. In Corso Garibaldi campeggia accanto a un portone l’insegna di un bastaio, l’artigiano che fabbricava i basti, le rozze selle di legno collocate sul dorso delle bestie da soma per collocarvi o appendervi il carico.

Sante Marie, Il bastaio [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Sante Marie, Il bastaio [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Raggiungiamo Palazzo Colelli con lo splendido Belvedere sulle montagne circostanti. Al suo interno è allestito il Museo del Brigantaggio. Non riusciremo a vederlo né oggi né al nostro ritorno. Un po’ per la mancanza di personale, un po’ per le restrizioni dovute al Covid non è cosa facile in questo periodo riuscire a farselo aprire. Peccato: ci sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più della storia del generale guascone José Borjes e sulle sue esperienze con il brigante Carmine Donatello, detto Crocco, i quali, su mandato del Comitato borbonico, cercarono con poco successo di portare avanti delle azioni contro il potere costituito.

Sante Marie, Insegna del Museo del Brigantaggio [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Sante Marie, Insegna del Museo del Brigantaggio [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
[Domenica 26 luglio]. Oggi ci aspetta la prima tappa, circa 20 km da Sante Marie a Nesce. Ci rechiamo prima in auto alla Stazione Ferroviaria di Tagliacozzo per incontrare il terzo compagno di viaggio. Èil giorno della Fiera di Sant’Anna e ne approfittiamo per comprare una treccia di aglio rosso di Sulmona, riconoscibile dal color porpora della tunica che avvolge ogni spicchio, Ci dicono che vanta un alto contenuto di oli essenziali che lo rendono molto efficace in campo fitoterapico, soprattutto in caso di disturbi respiratori, cardiovascolari e metabolici.

Aglio di Sulmona [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Aglio di Sulmona [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Di fronte all’ingresso della Stazione, campeggia una statua di Dante Alighieri, inaugurata dal Presidente Sergio Mattarella il 6 luglio 2019 a conclusione delle celebrazioni per il 750° anniversario della Battaglia di Tagliacozzo combattuta il 23 agosto 1268. Durante quello storico evento, le truppe ghibelline sostenitrici del giovanissimo Corradino di Svevia, della casata degli Hohenstaufen e nipote del celebre Federico II, si scontrarono nei Piani Palentini, vicino a Scurcola Marsicana, con le truppe angioine, di ideali guelfi, capeggiate da Carlo I d’Angio. Il Divino Poeta dedicò alla battaglia un versetto nell’Inferno (XXVIII, 17-18):  “E là da Tagliacozzo/, dove senz’armi vinse il vecchio Alardo”, l’astuto condottiero francese che contribuì alla vittoria degli angioini e alla conseguente conquista del Regno di Sicilia.

Aglio di Sulmona [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Tagliacozzo, Monumento in onore di Dante Alighieri [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Rientriamo a Sante Marie e parcheggiamo la macchina nella discesa di Vicolo delle Tre Cannelle di fronte all’omonima fontana, adottata dall’accogliente B&B Tre Cannelle dove abbiamo trascorso la notte precedente.

Zaini in spalla, ci mettiamo finalmente in marcia. D’obbligo una foto di fronte a un grande pannello con la scritta “Cammino dei briganti”. Facciamo un cenno a un signore nei pressi di una rotonda e gli chiediamo di scattarci una foto. Qual sorpresa nello scoprire che si tratta di Lorenzo Belardinetti, storico sindaco di Sante Marie, amante dei cammini, fervente sostenitore sin dall’inizio del Cammino dei Briganti e personaggio di cui sentiremo parlare un gran bene lungo tutto il percorso.

Sante Marie, Il Cammino dei Briganti [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Sante Marie, Il Cammino dei Briganti [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Superiamo la ferrovia Roma-Pescara a poca distanza dalla Stazione ferroviaria di Sante Marie e, salendo una lunga erta per lo più all’ombra, ora sentiero ora mulattiera, seguiamo il tracciato, quasi sempre ben segnalato grazie alle bande orizzontali bianca e rossa e ai cartellini personalizzati con il logo del cammino. Solo un paio di volte, lungo tutto il percorso, saremo costretti a verificare le tracce caricate sull’app View Ranger (e spediteci via e-mail dagli ideatori del cammino).

Verso Santo Stefano [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Verso Santo Stefano [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Raggiungiamo in un paio d’ore il piccolo borgo di Santo Stefano a 1050 di altitudine su un pianoro alle pendici del Monte Faito. Si rende necessaria una sosta rinfrescante alla fontanella vicino alla chiesa, a poca distanza dall’immancabile monumento ai caduti delle due guerre (tutta la zona soffrì un pesante bombardamento il 20 gennaio 1944).

Santo Stefano: Monumento ai Caduti [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Santo Stefano: Monumento ai Caduti [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Santo Stefano, edicola votiva [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Santo Stefano, edicola votiva [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Ci colpisce un’edicola lungo la direttrice principale del paesino. Chi sarà il santo o la santa raffigurato sulla sinistra tra un’ampia teoria di coltelli?

Verso Valdevarri [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Verso Valdevarri [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Proseguiamo lungo il sentiero, superando la Chiesetta della Madonna della Neve e dopo un po’ un’icona della Santissima Trinità appesa alla roccia al di sopra di un’aiuola.

Attraversiamo, nell’omonima vallata, il piccolo borgo di Valdevarri, dove incontriamo un gruppo di anziani che da sempre hanno una casa al limitare del paese, lungo il cammino e che ci offrono dell’acqua e un gustosissimo caffè.

Riprendiamo la salita, per fortuna quasi sempre all’ombra. Attraversiamo boschi di querce e faggi, ci arrampichiamo lungo un affioramento scivoloso di arenaria, rendiamo omaggio a una quercia centenaria accanto a una pozza d’acqua secca per il caldo dell’estate.

Affioramento di arenaria [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Affioramento di arenaria [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Quercia centenaria [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Quercia centenaria [Foto: Associazione culturale GoTellGo]

Raggiungiamo l’abitato di Poggiovalle, un tempo covo di briganti, che nel XV secolo ospitò nel suo castello la regina Giovanna I d’Angiò. Qui ci aspetta un’discesa lungo un’erta di cemento piuttosto impegnativa per le nostre ginocchia già provate, ma giunti a valle manca ormai pochi chilometri sino al borgo medievale di Nesce, meta finale della nostra giornata.

Siamo giunti nel Cicolano. Fino al 1861 questo era un territorio di confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, al quale geograficamente apparteneva.  Nel 1927, a causa del riordino amministrativo voluto da Mussolini, il Cicolano venne assegnato alla neonata provincia di Rieti,  alla quale tutt’ora appartiene.

Nesce, la chiesa di San Leonardo [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Nesce, la chiesa di San Leonardo [Foto: Associazione culturale GoTellGo]
Ci fermiamo nella piazza della chiesa per chiedere l’ubicazione dell’alloggio Di Felice, dove ci  accolgono Flavio e Lucia, due persone veramente splendide e ospitali. Lucia ci prepara una gustosa cena, mentre Flavio ci intrattiene offrendoci più di un bicchiere di vino rosso locale che condividiamo con la simpatica Ulla, una camminatrice venuta dal Trentino.

Alle pareti sono appesi due frolloni. La signora Lucia ci racconta a cosa servivano.

Le chiediamo anche informazioni sulla Santissima Trinità e ci racconta dell’annuale pellegrinaggio al Santuario di Vallepietra.

Prima di salutarci ci lascia della documentazione sui briganti del Cicolano, raccolta dal figlio, tra cui alcune poesie di tradizione orale. Prima di ritirarci, ne leggiamo una:

Farabutti ‘sti briganti?
Grassatori senza cuore?
Nella storia stan tra i vinti
ma l’ha scritta il senatore,
Oltraggiarli? State attenti:
non è ricco e fu pastore,
se setacci i loro eredi
non ci trovi quel che credi.

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

Le altre tappe del cammino

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