Itinerario astronomico: Macerata e l’arte del cielo

La Biblioteca civica Mozzi Borgetti è uno dei gioielli della città di Macerata. Con i suoi diecimila manoscritti, trecento incunaboli e quattromila libri a stampa è una delle più grandi biblioteche marchigiane. Uno dei tesori della sua collezione è rappresentato dall’Astronomicum Caesareum di Petrus Apianus (1495-1552), un libro di astronomia pubblicato in Germania nel 1540 su commissione dell’imperatore Carlo V. Ne furono stampate solo 110 copie e l’edizione maceratese è quella conservata meglio.

Due pagine dell'Astronomicum conservato presso la Biblioteca civica Mozzi Borgetti di Macerata [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Due pagine dell’Astronomicum conservato presso la Biblioteca civica Mozzi Borgetti di Macerata [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Al suo interno alcune pagine contengono delle “volvelle” ovvero dei dischi di carta girevoli fissati con un perno alla pagina sottostante, ruotando i quali è possibile calcolare, con l’ausilio di fili, la posizione dei pianeti e altri dati astronomici. Grazie al progetto europeo Adrinetbook (INTERREG V-B Adriatic-Ionian ADRION Programme 2014-2020), il Comune di Macerata ha avviato la digitalizzazione di parte delle preziose collezioni librarie della Mozzi-Borgetti, tra cui il prezioso Astronomicum realizzato dall’astronomo e cartografo sassone.

Il bibliotecario Massimiliano Pavoni ci spiega il funzionamento delle volvelle [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Il bibliotecario Massimiliano Pavoni ci spiega il funzionamento delle volvelle [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Alla presenza della delegazione dei partner di progetto provenienti da diversi paesi europei, il preparatissimo bibliotecario Massimiliano Pavoni ci ha mostrato il prezioso libro a stampa soffermandosi sulle pagine con le illustrazioni più belle.

Dettaglio di una pagina dell'Astronomicum con le costellazioni [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Dettaglio di una pagina dell’Astronomicum con le costellazioni [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
 Il progetto Adrinetbook prevedeva che contemporaneamente alla digitalizzazione si avviasse la progettazione di un itinerario turistico che valorizzasse il patrimonio culturale di Macerata proprio a partire dalle collezioni della biblioteca.

Da qui l’idea, da parte del Comune di Macerata, di proporre un “itinerario astronomico” attraverso le strade e i monumenti della città. Ho avuto l’opportunità di partecipare a un tour di prova del percorso, dal titolo “Macerata e l’arte del cielo”, e lo ho trovato ricco di spunti stimolanti e soprattutto un modo alternativo di visitare la città e di costruire itinerari turistici alternativi alle tradizionali offerte.

Prima tappa dell’itinerario: Palazzo Bonaccorsi in via Don Minzoni 24, oggi sede dei Musei Civici. Simone Bonaccorsi, chierico di camera e nobile maceratese, decise agli inizi del Settecento di farsi costruire un edificio degno della sua casata, ingrandito e abbellito in seguito dai suoi discendenti. La residenza che oggi si visita deve la sua fisionomia all’architetto romano Giovan Battista Contini, allievo di Gian Lorenzo Bernini. Fulcro della visita è il grande Salone dell’Eneide, al primo piano, con l’immensa volta a padiglione affrescata con le nozze di Bacco e Arianna, a cura di Michelangelo Ricciolini (1654-1715). Nel contemplarla, il pensiero va al mito cantata da Ovidio nelle Metamorfosi: Arianna, figlia del re cretese Minosse, salva Teseo dal pericoloso Minotauro, il mostro del Labirinto di Cnosso, insieme i due fuggono ma Teseo abbandona la fanciulla nell’isola di Nasso. Sarà Bacco a fare di Arianna la sua sposa e a trasformare la corona nuziale pegno d’amore in una costellazione celeste. Nel dipinto i due sposi, circondati dai loro ospiti. si stringono la mano destra, reminiscenza della romana dextrarum iunctio, stretta di mano cerimoniale tra gli sposi in occasione delle nozze.

Palazzo Bonaccorsi, Dettaglio degli affreschi sul soffitto del Salone dell'Eneide [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Palazzo Bonaccorsi, Dettaglio degli affreschi sul soffitto del Salone dell’Eneide [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Ci soffermiamo poi su altri particolari: Giove seduto sull’aquila impugna con una mano un fascio di fulmini e con l’altra la costellazione di Arianna, Diana, munita di arco e faretra, è sormontata dal simbolo lunare…

Vera chicca le imposte delle finestre affrescate con scene di putti nelle quali si mimetizzano i segni zodiacali. Cerco naturalmente il mio, il toro, uno dei più difficili da individuare.

Palazzo Bonaccorsi,Salone dell'Eneide, dipinto sull'imposta con il segno zodiacale dello scorpione [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Palazzo Bonaccorsi,Salone dell’Eneide, dipinto sull’imposta con il segno zodiacale dello scorpione [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La sale del palazzo riservano altre sorprese, come gli automi lignei originali che facevano parte del meccanismo dell’orologio planetario della Torre civica in piazza della Libertà: la Vergine con il Bambino, gli angeli e i Re Magi, sapienti dell’antichità, esperti del firmamento e degli astri.

Palazzo Bonaccorsi, Automi lignei originali dell'Orologio planetario [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Palazzo Bonaccorsi, Automi lignei originali dell’Orologio planetario [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Tra le altre curiosità del Museo segnaliamo la Sala dei Catenati, sodalizio sorto nel XVI secolo per promuovere “lo studio delle belle lettere, delle arti e il ragionare di scientifiche cose” in un’atmosfera di confronto e dialogo a cui anche le donne erano invitati a partecipare. Nella sala dedicata, sono visibili un grande stemma del sodalizio e venticinque dipinti che raffigurano imprese di accademici Catenati del XVI secolo: soffermatevi sui soprannomi degli affiliati: l’egro, lo strepitoso, l’artificioso, lo raffrenato, il macerato, l’angustiato, l’assicurato, lo smemorato…

Palazzo Bonaccorsi, Stemma dell'Accademia dei Catenati [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Palazzo Bonaccorsi, Stemma dell’Accademia dei Catenati [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Lasciamo il Museo e raggiungiamo piazza della Libertà con la torre dell’orologio planetario. Il meccanismo del carosello dei Magi in onore della Vergine entra in funzione due volte al giorno, alle 12 e alle 18, anticipato da un piccolo merlo che con il becco suona una campanella. I pianeti del sistema solare rappresentati solo i cinque conosciuti all’epoca della realizzazione dell’originale, il 1571, per mano dei mastri orologiai Giulio, Lorenzo Maria e Ippolito Ranieri, che si ispirarono a un orologio veneziano.

L'orologio planetario sulla Torre civica in piazza della Libertà [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
L’orologio planetario sulla Torre civica in piazza della Libertà [foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Fa parte dell’itinerario anche l’interessantissima visita della “Specola dei mondi d’Oriente”, mostra allestita al piano alto della Biblioteca Mozzi-Borgetti per riproporre le relazioni che hanno legato la Marca maceratese all’Oriente. Non va dimenticato infatti che Macerata fu la città natale di padre Matteo Ricci (1552-1610), gesuita, matematico e cartografo vissuto all’epoca della dinastia Ming, celebre per la sua missione in Cina.  A Zhaoping, il sacerdote incise il sui primo mappamondo su un solo pannello ligneo, grazie al quale i cinesi videro per la prima volta la terra sferica con i cinque contintenti. Nel 1602, a Pechino, disegnò una grande carta del mondo assieme al geografo cinese Li Zhizao, la Grande Mappa dei diecimila paesi, nella quale sintetizzò le conoscenze geografiche dell’epoca. Una riproduzione è visibile sul soffitto della sala della specola.

Sala della specola, dettaglio della riproduzione della mappa del mondo realizzata da Matteo Ricci [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Sala della specola, dettaglio della riproduzione della mappa del mondo realizzata da Matteo Ricci [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Ricchi pannelli illustrano i rapporti con l’Oriente instaurati da alti personaggi più o meno celebri: il sacerdote e missionario Teodorico Pedrini (1671-1746), il religioso Cassiano Belligatti (1708-1791), lo scrittore Giacomo Leopardi (1798-1837), l’orientalista Antelmo Severini (1828-1909), lo storico delle religioni Giuseppe Tucci (1894-1984).

Prima di lasciare la Specola godetevi l’affaccio della finestra che guarda verso Oriente, con l’Adriatico che ne è il primo corridoio di accesso.

Sala della specola, affaccio verso Oriente [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Sala della specola, affaccio verso Oriente [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Il tour è finito ma le coordinatrici del progetto ci spiegano che oltre al tour basico è previsto in alcuni giorni particolari dell’anno anche un supertour ideato con la collaborazione di artigiani ed esercenti locali che prevede la degustazione di un “aperitivo astronomico”, l’assaggio di pietanze cinesi in un locale inaugurato a Macerata proprio per celebrare il rapporto di Padre Ricci con la Cina, la partecipazione a un laboratorio finalizzato alla costruzione di un astrolabio e la visita alla Biblioteca civica Mozzi-Borgetti durante la quale sarà possibile visionare delle bellissime riproduzioni dell’Astronomicum a grandezza naturale.

Un’ultima notazione: nel corso di un incontro, ho avuto modo di osservare che all’interno del Palazzo del Comune, su un pavimento è visibile una bellissima meridiana (censita nel Sundialatlas col codice IT13462): potrebbe essere un’ulteriore tappa dell’itinerario astronomico per incuriosire ulteriormente il pubblico interessato.

Palazzo del Comune, meridiana sottovetro con formelle di segni zodiacali [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Palazzo del Comune, meridiana sottovetro con formelle di segni zodiacali [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
  • Informazioni sull’itinerario astronomico: Comune di Macerata, ufficio.europa@comune.macerata.it
  • Informazioni sul progetto Adrinetbook

[Maria Teresa Natale]

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