Forse non tutti sanno che presso la città universitaria piacentiniana della Sapienza a Roma, vero capolavoro di architettura razionalista, anche l’interno di alcuni edifici presenta luoghi meritevoli di essere conosciuti: è il caso della Biblioteca del Dipartimento di Matematica, progettata nel 1935 dall’architetto Gio Ponti (1891-1979) specificatamente per questa funzione, cosa alquanto rara (all’epoca il complesso a ferro di cavallo in uno dei cui tre volumi è ubicata la biblioteca aveva il nome di Palazzo della Scuola di Matematica).
Ho avuto di recente occasione di visitarla: si trova al secondo piano, una grande sala lunga e stretta illuminata da un grande finestrone e da un imponente lucernario con mattonelle in vetrocemento. Il finestrone originale andò in frantumi in occasione del bombardamento del 19 luglio 1943 nell’adiacente quartiere di San Lorenzo.
All’interno di una vetrina è esposto un esemplare della rivista Domus (1936, XIV, n. 98), sulla cui copertina è riportato il disegno originale della decorazione con la didascalia: “La grande vetrata di Luigi Fontana di Milano nella Biblioteca del Palazzo della Scuola di Matematica alla città universitaria di Roma” (Cartone di Gio Ponti).
Per quanto riguarda il lucernario, la gentilissima bibliotecaria ha raccontato che non molto tempo addietro è stato risistemato a seguito di un infelice intervento degli anni Settanta durante il quale, a causa di infiltrazioni d’acqua, il vetrocemento era stato coperto con uno strato di materiale contenente amianto, poi rimosso e sostituito con resina trasparente che ha restituito l’originale luminosità alla bella sala.
Una serie di scale verticali a zigzag conduce a ballatoi su più livelli che consentono l’accesso alle scaffalature con i libri, tutti a vista. La biblioteca conta una raccolta di più di centomila volumi e un prestigioso fondo antico con esemplari rari esposti in occasione di mostre nazionali e internazionali. Al livello superiore si può accedere a un’altra sala della biblioteca illuminata da una serie di oblò che affacciano sulla corte centrale lastricata in pietra, parzialmente occupata da tre alti cilindri per l’alloggiamento delle scale di sicurezza, di gran lunga posteriori al progetto originario di Gio Ponti.
Un’ultima curiosità: l’edificio è intitolato a Guido Castelnuovo (1865-1952), un celebre matematico di origini ebree, noto per le sue ricerche sulla geometria algebrica. Durante il fascismo fu attivo nell’organizzazione di corsi clandestini per gli studenti ebrei cui era stato vietato l’accesso alle università italiane.
[Maria Teresa Natale]