Il litorale laziale è ricco di luoghi affascinanti e poco noti: uno di questi è Palo Laziale, tra la cittadina di Ladispoli e Marina di San Nicola dove si affacciano sul mare il Castello Odescalchi e il complesso secentesco della Posta Vecchia con i resti di una lussuosa villa marittima di epoca romana.
Il castello è abitato dalla principessa Odescalchi e può essere visitato solo se si ha l’opportunità di essere invitati a qualche convention o matrimonio esclusivi lì organizzati. Costruito con ogni probabilità nel Cinquecento durante il papato di Pio II Piccolomini, nei secoli fu proprietà di importanti famiglie nobili, gli Orsini, i Della Rovere, i Grillo di Genova, i marchesi di Trevico. Gli Odescalchi, già proprietari in precedenza lo riacquistarono nel 1870. Qualche anno dopo Livio Odescalchi donò tutto il possedimento di Palo al secondogenito Ladislao, cui di deve anche la fondazione della vicina Ladispoli.
Nelle immediate vicinanze l’edificio della Posta Vecchia fu costruito nel 1640 per volere degli Orsini come dependance per la servitù degli ospiti del castello e per alloggiare stalle, magazzini e depositi per le carrozze. Per un certo periodo fu anche ufficio di dogana e stazione di posta (da qui il suo nome), poi – con la caduta dello Stato pontificio – venne adibito a tenuta agricola. Fortemente danneggiato da un incendio agli inizi del Novecento, la bella ristrutturazione è dovuta al magnate del petrolio, collezionista e filantropo statunitense John Paul Getty che ne fece una delle sue residenze negli anni Sessanta. Oggi è di proprietà di un privato italiano che lo ha trasformato, mantenendo strutture e arredi originali del periodo gettyano, in un hotel superlusso, dotato di campi da tennis ed eliporto, che ospita anche un ristorante stellato. Per cui, per poter accedere alla Posta Vecchia, se non volete prenotare un week-end da sogno o una cena dello chef Antonio Magliulo nel ristorante Cesar con terrazza sul mare, l’unica possibilità è rivolgersi al Gruppo archeologico del territorio cerite presso il Castello di Santa Severa (tel. 0766571727, cell. 3492000936, e-mail segreteria@gatc.it) che organizza visite guidate da aprile a ottobre. Bisognerà armarsi di santa pazienza e attendere il giorno giusto dal momento che è consentito l’accesso a soli sei visitatori alla volta.
Noi abbiamo fatto proprio così e siamo finalmente riusciti a visitare questo luogo di cui avevamo tanto sentito parlare negli anni. Ci siamo dati appuntamento con uno dei volontari del Gruppo archeologico alla vecchia stazione di Palo Laziale, in disuso da molti anni, in macchina abbiamo raggiunto il cancello della Posta Vecchia e da lì il parcheggio, affacciato sul mare.
Dal parcheggio ci siamo diretti verso il giardino: accanto a una rigogliosa fitolacca, si apre l’accesso a una gigantesca cisterna romana con volta a botte che doveva servire ad alimentare l’irrigazione del giardino e gli ambienti della villa romana, che con ogni probabilità ospitavano anche delle piccole terme.
In un’ampia sala infine è stato allestito un piccolo antiquarium dove sono esposti alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi condotti dalla Soprintendenza archeologica per l’Etruria meridionale: anfore di diverse tipologie che attestano che la villa fu in uso almeno sino all’VIII secolo d.C., lucerne, piccoli oggetti di uso comune e una serie di pannelli mirabilmente allestiti con tutte le tipologie di preziosi marmi colorati rinvenuti, provenienti per lo più da cave africane e mediorientali.
Ho scelto il mare perché le strade sono, in pianura, allagate dai fiumi e in collina piene di sassi. Da quando l’ager Tuscus e la Via Aurelia sono stati messi a ferro e fuoco dai Goti non c’ è più fattoria che controlli la selva, non c’è più ponte che negozi un fiume, meglio contare sulle mie vele e prendere la via del mare.
Dalla sua imbarcazione poteva osservare, miglio dopo miglio, gli antichi porti etruschi ormai insabbiati, le lagune infestate dalla zanzara portatrice di malaria, lo sgretolamento del grande impero…
[Maria Teresa Natale, travel designer]
Ciao Maria Teresa, bella cronaca. Il dipinto sicuramente non è di Van Wittel, forse una copia più tarda, controllerò. Avete visitato mai il parco delle tombe della via Latina?
Stupendo molto interessante desidererei partecipare ad una visita quidata.