Bibracte: sulle tracce di Vercingetorige e Giulio Cesare

Nei paesaggi rurali del massiccio del Morvan, tra le faggete del Mons Beuvray, si localizzava Bibracte, duemila anni fa capitale della popolazione gallica degli Edui, alleata di Roma. A circa 25 chilometri da qui, nel 58 a.C., Giulio Cesare sconfisse gli Elvezi in una battaglia campale, come egli stesso racconta nel De Bello Gallico.

Oggi, passeggiando tra le vestigia del sito archeologico (oggi nel Dipartimento della Saone-et-Loire), possiamo solo immaginare la grandezza dell’antico abitato, per la gran parte ancora sepolto. Sviluppatosi in età protostorica nella tarda età del Ferro, tra il II e il I secolo a.C. Bibracte divenne un centro fortificato della Gallia transalpina, via via romanizzatosi.

Bibracte, scavi archeologici, resti dell'impuvium della domus romana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, scavi archeologici, resti dell’impuvium della domus romana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Se ne erano completamente perse le tracce fino a quando nella seconda metà dell’Ottocento Jacques-Gabriel Bulliot e a seguire suo nipote Joseph Déchelette, appassionati di storia e archeologia locale, non iniziarono a interessarsi dell’area riuscendo, con il supporto economico di Napoleone III, patito della storia delle Guerre galliche, a individuarne le prime tracce. Sarà però solo a partire dal 1984, grazie all’intervento dell’allora presidente François Mitterrand, che il sito si trasformerà in un luogo di scienza, di cultura e di trasmissione del sapere, con l’organizzazione di scavi archeologici sistematici, l’inaugurazione di un museo archeologico e l’attivazione di un centro di ricerca, collocato in un moderno edificio che si integra perfettamente nel paesaggio rurale.

Bibracte, centro di ricerca [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, centro di ricerca [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il sito vale certamente una visita, si considerino almeno un’ora per l’esplorazione dell’area archeologica un’altra ora per il vicino Museo archeologico della civiltà celtica. Segnaliamo inoltre che Bibracte si trova lungo il cammino del Morvan, importante sentiero della Grand Randonnée francese.
Bibracte, faggeta [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, faggeta [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Ma procediamo per gradi. Ad oggi solo il 5% del sito è stato scavato anche se, grazie a tecniche di prospezione estensiva, gli archeologi sono ormai in grado di stabilire l’ampiezza dell’antico abitato, malgrado gran parte di esso sia sepolto sotto la soprastante foresta. Grazie al Lidar, una tecnica di telerilevamento tramite laser, che riesce a “leggere oltre gli alberi”, si possono distinguere le trasformazioni della superficie del suolo provocate dalle attività agricole nei secoli. 

Bibracte, vecchio faggio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, vecchio faggio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

L’oppidum visse diverse vite tra il II secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.: da piccolo insediamento rurale di montagna a cittadina romanizzata che contava almeno diecimila abitanti, spopolatasi tra il 20 e il 10 d.C. quando gli Edui la abbandonarono per trasferirsi in pianura nella città romana di Augustodunum, oggi Autun, fondata da Augusto. Nel medioevo il Monte Beuvray diverrà sede di una fiera settimanale molto frequentata che si terrà regolarmente fino alla prima guerra mondiale e a partire dal 1400 vi verrà impiantato un convento francescano sui resti di una basilica romana.

Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Oggi i resti dell’antica Bibracte, sparsi sulla collina, sono di difficile lettura, ma con un po’ di fantasia possiamo immaginare uomini, donne, bambini, animali in attività presso l’imponente porta di accesso, la basilica, le fontane pubbliche, l’officina metallurgica, il foro, le case galliche. Queste, caratterizzate dall’ossatura in legno, coesistevano con le lussuose domus romane dotate di terme e cucine attrezzate.

Bibracte, bacino monumentale [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, bacino monumentale [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

È del resto molto probabile che contatti commerciali tra Edui e Romani fossero già in essere prima dell’arrivo di Giulio Cesare. Il celebre condottiero soggiornò qui tra il 52 e il 51 a.C. per redigere i suoi commentari e sicuramente i rapporti tra le due popolazioni dovevano essere buoni, tant’è che la città non venne nemmeno punita a seguito dell’adesione alla rivolta di Vercingetorige nel 52 a.C. Fu proprio qui a Bibracte infatti che un’assemblea di popolazioni galliche si riunì per conferire al condottiero gallo il comando supremo degli eserciti transalpini, esercito che verrà sgominato dalle legioni romane nella celebre battaglia di Alesia.

Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Parte degli scavi è protetta da imponenti tettoie sorrette da un intelligente ed efficace sistema di contrappesi messi in opera per non gravare esageratamente sul terreno circostante, senza compromettere l’estetica della visuale.

Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, scavi archeologici [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Si raccomanda non lasciare il sito senza prima recarsi al Belvedere della Chaume, a 809 metri di altezza, con un bel panorama sulla Valle dell’Arroux. Se il tempo è bello e l’aria tersa si possono distinguere le Alpi. Il luogo è riconoscibile per la presenza di un monumento in memoria di Gabriel Bulliot, cui si deve la riscoperta di Bibracte tra il 1867 e il 1895.

Bibracte, monumento [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, monumento [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Se l’accesso al sito archeologico è libero, il museo invece è a pagamento ma ne raccomandiamo la visita per avere uno sguardo d’insieme sulle trasformazioni della Gallia romana in questo territorio. Contrariamente a ciò che si possa pensare i paesaggi dell’epoca gallica non erano dominati dalla foresta, sfruttata per la raccolta del legno, ma si caratterizzavano per estesi campi agricoli costellati di fattorie e recinti.

Bibracte, Museo della Civiltà celtica, modellino di fattoria gallica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, Museo della Civiltà celtica, modellino di fattoria gallica [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Nel II secolo a.C. la popolazione e la produzione agricola crescono, lo sfruttamento delle miniere di carbone e la trasformazione delle risorse naturali assumono una scala industriale. Oggetti di ottima manifattura e merci di ogni sorta alimentano un fiorente commercio lungo strade costellate di insediamenti.

Bibracte, Museo della Civiltà celtica, modellino di laboratorio di metallurgia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, Museo della Civiltà celtica, modellino di laboratorio di metallurgia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

La trasformazione è rapida: dai primitivi insediamenti si passa alla formula degli oppida con cinte fortificate e diversificazione delle attività commerciali. I resti provenienti dalle necropoli raccontano di una società gerarchizzata e di un progetto urbano via via sempre complesso.

Bibracte, Museo della Civiltà celtica, torques e bracciale d'oro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, Museo della Civiltà celtica, torques e bracciale d’oro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

I due piani del museo, ricchi di reperti, plastici, supporti multimediali, ricostruzioni contribuiscono efficacemente a farci entrare in contatto con l’affascinante mondo della Gallia romana.

Bibracte, Museo della Civiltà celtica, la celebre testa di Mšecké Žerovice, fine dell'età del ferro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Bibracte, Museo della Civiltà celtica, la celebre testa di Mšecké Žerovice, fine dell’età del ferro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

[Maria Teresa Natale]

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