Una giorno a piedi a Lione alla scoperta di una città in fermento

In occasione di un viaggio di lavoro nel sito archeologico di Bibracte, ho deciso di allungare di un giorno il mio viaggio in Francia per esplorare la città di Lione, nel Dipartimento dell’ Alvernia-Rodano-Alpi. Ho prenotato un albergo nei pressi della Stazione ferroviaria Lyon-Part-Dieu, dalla quale il giorno successivo ho ripreso il treno per Milano, recentemente inaugurato da Trenitalia con tariffe per ora molto competitive.

Naturalmente, appena arrivata, ho chiesto alla reception una mappa della città e, subito dopo essermi installata in camera, con evidenziatori colorati mi sono divertita a segnare i luoghi della città che attraevano il mio interesse e ho definito un itinerario per il giorno successivo.

Identificazione di un itinerario di una giornata a Lione [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Identificazione di un itinerario di una giornata a Lione [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione si sviluppa essenzialmente su quattro aree: la Presqu’Ile, penisola formatasi alla confluenza dei due fiumi Rodano e Saona; la Fourvière, collina a Monte della Saona, sulla quale i romani fondarono la città di Lugdudum e che è dominata dalla basilica di Notre-Dame de Fourvière; la collina della Croix-Rousse, celebre per la lavorazione della seta e infine il quartiere La Part-Dieu, sulla riva sinistra del Rodano, importante area commerciale e residenziale.

Avendo solo giorno a disposizione, sono costretta a fare una selezione, nonostante ciò l’itinerario che ho disegnato è lungo 25 chilometri che ho deciso di percorrere completamente a piedi, nonostante Lione sia dotata di un efficientissimo sistema di trasporti (metro, autobus e tram). Solo andando a piedi si ha una reale percezione dei luoghi, delle distanze, della topografia e si riescono a scoprire tanti scorci e dettagli che sfuggirebbero percorrendoli più rapidamente.

Inizio il percorso dalla stazione Part-Dieu, proprio di fronte al moderno edificio della Biblioteca municipale. Tutto intorno, alte gru sono al servizio di una vasta area che si sta ridisegnando grazie a fondi nazionali ed europei. Numerosi pannelli informativi illustrano il nuovo polo di scambio multimodale (PEM) Lyon Part-Dieu che ha l’obiettivo di riprogettare la stazione, uno dei più importanti nodi d’interscambio europei, raccordandola con le diverse reti di trasporto e il quartiere circostante.

La Biblioteca municipale di Lione [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La Biblioteca municipale di Lione [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Mi dirigo quindi verso il Rodano, lo oltrepasso lungo il Ponte Wilson e raggiungo la penisola. Attraverso la gigantesca place Bellecour su cui campeggia una grande ruota panoramica e che ospita una statua equestre di Luigi XV e un monumento dedicato ad Antoine de Saint-Exupéry e al Piccolo Principe.

Mi incammino in direzione della Confluence, la punta della penisola alla confluenza tra i due fiumi, un tempo distretto industriale della città e oggi protagonista di un moderno progetto di trasformazione urbana. Oltrepassata la stazione ferroviaria di Perrache, imbocco Cours Charlemagne: un’altra dettagliata serie di pannelli informativi attira la mia attenzione.

Lione, laboratorio urbano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, laboratorio urbano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Scopro che il grande viale è fiancheggiato da un laboratorio urbano a cielo aperto per sperimentare nuovi modi di progettare la città. Al di là di una recinzione, sono stati installati prototipi a grandezza naturale di segmenti di facciate per consentire la valutazione del comportamento dei materiali in condizioni reali al fine di un loro eventuale futuro utilizzo nella costruzione di edifici negli isolati del quartiere del Marché.

Lione, prototipi di elementi di facciata [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, prototipi di elementi di facciata [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Poco oltre, un’area adibita a vivaio è stata piantumata con un migliaio di alberi e arbusti, querce, aceri, frassini, coronille, ciliegi selvatici, rose canine, ligustri. Sono tutte essenze locali, nate in loco per evitare costosi e stressanti trasporti e favorirne l’acclimatazione in vista della futura destinazione nel quartiere. Vecchia area industriale abbandonata nella punta meridionale della Presqu’Ile, le Champ ha l’ambizione di diventare un vero e proprio bosco urbano.

Lione, progetto di bosco urbano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, progetto di bosco urbano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Poco oltre, un altro progetto è già in fase di realizzazione: OuiCompost, per la gestione di un centro per la produzione di compostaggio al 100% locale e naturale. Obiettivo: trasformare i rifiuti biologici in compost e ridurre l’immondizia quotidiana del 30%. A tal fine più di 500 compostiere collettive sono stati installate dalla città metropolitana di Lione di modo tale che la popolazione possa contribuire alla vegetalizzazione della città. In particolare, la stazione che si sviluppa sotto i miei occhi raccoglie rifiuti organici prodotti da imprese, ristoranti, fiorai in un raggio di dieci chilometri. Un altro pannello informa che nel Champ le vie pedonali saranno realizzate con calcestruzzo riciclato, ovvero con i residui di materiale che si trova sul fondo delle betoniere, che viene compresso in granulati.

Lione, progetto di compostaggio urbano su larga scala [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, progetto di compostaggio urbano su larga scala [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
E poi la Stationne mue: sotto le tegole riciclate della vecchia Halle Girard, sono stati assemblati segmenti di assi di legno, foglie e mattoni per creare un hibernaculum, vero e proprio luogo di accoglienza per insetti e rettili di piccole dimensioni, che qui possono trovare l’ambiente ideale per la riproduzione, l’alloggio e il letargo. Semplificandogli la vita, i piccoli animali saranno invogliati a installarsi in quest’area, contribuendo pertanto a favorire la biodiversità. In giorni dedicati, il pubblico può informarsi, dibattere, proporre idee e partecipare a laboratori e iniziative periodiche sulla dinamica dell’innovazione: sfruttare l’ingegno per consumare meno materiali e incoraggiare filiere brevi e riciclaggio.

Lione, progetto di hibernaculum [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, progetto di hibernaculum [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Delle grandi api gialle dipinte sul marciapiede mi indicano la direzione per il Museo delle Confluenze, edificio futuristico inaugurato nel 2014 e progettato dalla viennese Coop Himmelb(l)au, vincitrice di un concorso internazionale. Proprio a partire dal tema dell’acqua e della presenza dei due fiumi, il museo vuole essere un centro culturale, scientifico e antropologico dedicato alla storia dell’uomo, delle sue scoperte, delle sue invenzioni. Un museo quindi che racconta la confluenza di storie nello spazio e nel tempo.

Lione, Museo delle Confluenze [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Museo delle Confluenze [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Dedico alla sua visita circa due ore, certamente insufficienti all’esplorazione approfondita delle quattro mostre permanenti (sulle origini dell’uomo, le specie, le società e l’eternità) cui si affiancano atre quattro mostre temporanee, tra cui una molto interessante sugli indiani Sioux.

Lione, Musée des Confluences, Hema Upadhiai, Inde, Mumbai, carta, cartone e latta, Collezione Antoine de Galbert, Parigi, dettaglio dell'opera [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Musée des Confluences, Hema Upadhiai, Inde, Mumbai, carta, cartone e latta, Collezione Antoine de Galbert, Parigi, dettaglio dell’opera [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Dopo uno spuntino all’affollata caffetteria del museo, mi incammino verso la banchina della Saona lungo la Promenade del Quai Rambaud. Qui un tempo si sviluppava il vecchio porto che costituiva ai primi del Novecento uno dei cuori pulsanti dell’attività industriale e fluviale lionese, in attività dal 1926 al 1997: cerco di figurarmi un paesaggio brulicante di attività con decine di chiatte dalle quali operai in fermento caricano e scaricano carbone, calce, cemento, zucchero, sale… e poi gru, benne, ponti di carico e scarico. Lungo il percorso sono ancora visibili le testimonianze dei numerosi magazzini per lo stoccaggio del sale e dello zucchero.

Lione, vecchie strutture del porto fluviale nell'area della Confluence [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, vecchie strutture del porto fluviale nell’area della Confluence [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
A partire dal 2003, grazie a un progetto urbanistico fortemente voluto dalla città di Lione e concepito grazie alla collaborazione tra urbanisti e paesaggisti, architetti e artisti, imprese a capitale pubblico e privato, porto e parco sono diventati un tutt’uno, dove armoniosamente, in un’area di circa quattro ettari, si sposano nel paesaggio l’acqua, la banchina, i percorsi pedonali, le strutture industriali dismesse, le aree verdi. Nell’arco di 15 anni, alcune delle vecchie strutture industriali sono state ristrutturate e vengono riutilizzate per mostre ed eventi culturali, gli spazi vuoti sono stati riempiti con aree verdi ed edifici dalle architetture molto innovative progettati da archistar di fama mondiale. Alcuni sono veramente interessanti.

Il Cubo verde, progettato da Jacob e McFarland, ospita la sede di Euronews. la facciata a rete in alluminio è stata ideata dall’artista Fabrice Hybert, che ha individuato questa fantasiosa soluzione per richiamare le onde hertziane e fluviali.

Lione, Cubo Verde [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Cubo Verde [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il Pavillon 52, che ospita un gruppo di imprese specializzate in finanziamenti e gestione dell’innovazione, rimanda nelle intenzioni dell’architetto Rudy Ricciotti, a una farfalla o a un fiore. Nella facciata sul fiume che “si comprime e si dilata”, l’artista plastico Fred Rubin ha reinterpretato l’allegoria storica del matrimonio tra il Danubio e la Saona, circondati dalla silohuette di tre uccelli simboleggianti il desiderio, la passione e l’amore.

Lione, Pavillon 52 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Pavillon 52 [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Tre grandi silos con le scritte Gauche e Droite erano stati costruiti ad una delle estremità della Sucriere. Proprio da questo complesso degli anni Trenta, luogo emblematico dei docks lionesi, si è dato il via nel 2003 al recupero del lungo Saona. Il vecchio stabilimento per lo stoccaggio dello zucchero, è oggi un luogo di cultura che ospita eventi multidisciplinari, tra cui la Biennale di arte contemporanea e la Coppa del mondo di pasticceria.

Lione, Sucriere [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Sucriere [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
45, quai Rambaud è invece il vecchio padiglione delle dogane, ristrutturato nel 2007 dallo studio Wilmette. L’artista Krijn de Koning ha riprodotto in bianco la facciata del vecchio edificio ad un terzo dell’originario volume, vera e propria opera scultorea definita di “astrazione geometrica modernista”.

Tra le opere architettoniche più innovative, non sfugge certamente allo sguardo l’edificio noto come Salins – Cube orange, progettato da Jacob e MacFarlane in collaborazione con gli artisti Bertrand Laviere e Philippe Cazal. Quest’ultimo ha contribuito alla sistemazione dell’atrio con l’installazione di due frasi iscritte sulle pareti rivolte agli impiegati e ai visitatori: “Ce qui arrive survient” e “La realtà è una fiction arbitraire).

Lione, Cube orange [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Cube orange [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Volendo attraverso il Passage Panama potete fare una piccola deviazione per andare ad ammirare da vicino l’Ycone dell’archistar Jean Nouvel, un edificio residenziale con 92 appartamenti e spazi polifunzionali.

Lione, Ycone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, Ycone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Tornando sulla banchina, oltrepassato il giardino acquatico Jean Couty, l’ultimo complesso a essere stato ristrutturato è la vecchia capitaneria degli anni Venti, oggi nota come Port Rambaud. L’architetto ha sopraelevato l’edificio di un piano con facciata trasparente concepito come un ampio salone al centro di un paesaggio eccezionale tra la natura e la città. Un corto canale si incunea nell’entroterra. Dalla passerella Florence Arthaud si possono ben osservare le sagome del centro commerciale Confluences a pochi passi dalla Regione e i numerosi palazzi contemporanei.

Cerco di riguadagnare la banchina del fiume passando per il Jardin Erevan, costellato di aceri. Ed ecco uno skatepark lungo il fiume, un campo di calcio accessibile gratuitamente ai piccolissimi, degli orti di quartiere…

Sono ormai le quattro di pomeriggio, mi sono ubriacata di bellezza e di emozioni, da trasferire a chi mi legge: quando le istituzioni che ci governano sono serie e motivate, quando si coinvolgono le giuste professionalità, quando si instaura un sano rapporto tra pubblico e privato, i risultati possono essere eccellenti e – per usare le parole chiave del momento – dare vita a progetti di rigenerazione urbana partecipata per delle città a misura dei cittadini, ecosostenibili e gradevoli.

Lione, lungo Saona [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lione, lungo Saona [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Concludo il mio itinerario proseguendo lungo la banchina verso la città storica, sono troppo stanca per salire una delle erte scalinate e raggiungere la zona archeologica con il museo, l’odeon e l’anfiteatro: per una volta, lascio da parte la cartina e mi perdo nel quartiere medievale della Fourvière soffermandomi presso la cattedrale, il Théâtre du Guignol, i caratteristici passaggi pedonali noti come traboules, le botteghe d’artista, i negozietti vintage, piccole e deliziose librerie…

[Maria Teresa Natale]

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