27 luglio 2018. Quinta tappa del Cammino Materano da Altamura a Gravina in Puglia lungo la Via Peuceta. Come di consueto, ci rimettiamo in cammino verso le 7,30 dopo una veloce colazione al Caffè Piano B nei pressi della Cattedrale. Lasciamo il centro storico e attraversiamo la periferia, fiancheggiamo per un bel tratto di lottizzazioni di edilizia popolare economica a macchia di leopardo (si costruisce sempre più in là sacrificando suolo e lasciando ampie aree vuote nel mezzo, che presto acquisiranno maggior valore: siamo di Roma, il modello purtroppo ci è ben noto). Finalmente riguadagnamo la campagna.
Campi di graminacee a perdita d’occhio ci accompagneranno fino a Gravina. Anche oggi non incontriamo nessuno. Il raccolto ormai è stato effettuato da tempo e il periodo della semina è ancora lontano.
Di tanto in tanto costeggiamo aree coltivate a orto, custodite da isolate file di girasoli.In lontananza svettano le torri d’acciaio delle pale eoliche, noi invece passiamo accanto a numerosi campi fotovoltaici. Non a caso, la Puglia è in cima alle classifiche italiane per sviluppo di energie rinnovabili. C’è chi si lamenta della vandalizzazione del paesaggio causata dagli aerogeneratori, per noi spezzano la monotonia di un orizzonte piatto.
Per un lungo tratto, il nostro sguardo traguarda un imponente edificio, isolato nel nulla. Si tratta dell’Ospedale della Murgia, intitolato a Fabio Perinei, sindaco e parlamentare altamurano scomparso nel 2009.
Inaspettatamente dopo ore di cammino sotto un sole sempre più torrido, facciamo un incontro: si ferma Michele, un agricoltore che ispeziona le sue proprietà a bordo di uno scooter. Ci racconta che abita nelle vicinanze e che si sta preparando per delle gare che hanno per protagonisti cavalli e vitelli, forse una specie di working cow horse.
Gli ultimi due chilometri li percorriamo lungo la provinciale per arrivare prima a Gravina: fa troppo caldo e la città merita una visita approfondita.
Nonostante sia venerdì si stanno facendo i preparatici per un matrimonio in una chiesetta di periferia e le bomboniere sono già pronte per gli invitati al termine della funzione.
Terminiamo la tappa alla Concattedrale di Santa Maria Assunta. Nel pomeriggio, Peppino ci timbrerà il taccuino e con passione ci illustrerà tutti i capolavori dell’edificio.
A pochi passi di distanza, il nostro sguardo viene attirato dai due scheletri distesi sul timpano. Siamo di fronte alla chiesa ducale di Santa Maria del Suffragio, realizzata in epoca barocca grazie ai duchi di Gravina, Ferdinando III Orsini e la moglie Giovanna Francipane della Tolfa, nientemeno che genitori di Papa Benedetto XIII, che la finanziarono per celebrare le messe in suffragio delle anime del Purgatorio.
Non manchiamo poi (e lo consigliamo a tutti i camminatori) di fare un tour con le guide di Gravina sotterranea, un associazione culturale che da anni è impegnata a pulire e rendere visitabile il ventre nascosto della città: cunicoli, cisterne, palmenti, depositi, cantine ricavati nella calcarenite, una sorta di tufo locale, resistente ma molto malleabile. Un enorme patrimonio, per lo più privato e inutilizzato, che solo poche famiglie acconsentono a d aprire e far conoscere.
Un’altra curiosità di Gravina è la casa museo della Cola Cola, gestita dal ventiduenne Marco, che ha appreso dai prozii l’arte di realizzare i coloratissimi fischietti bitonali di terracotta che ricordano la forma di una gazza. Il giovane artigiano si cimenta con dedizione nel tramandare una tradizione antica e nel conservare la memoria a la collezione personale dei prozii: esemplari unici, fotografie, giornali, articoli ecc.
Dopo un non inaspettato e violento temporale, il cielo si rasserena e ne approfittiamo per attraversare il ponte-acquedotto settecentesco ed esplorare l’altro lato della gravina, lo stretto canyon formatosi per erosione che divide in due l’insediamento più antico. Quest’ultimo fu ininterrottamente abitato dall’età del Ferro fino alle invasioni barbariche, quando i superstiti decisero di costruire una nuova città al di là della gravina.
Il panorama è mozzafiato, l’aria è pulita dopo il recente acquazzone e la luce tersa. Da un lato svetta imponente la concattedrale, dall’altro, in direzione di Botromagno, inizia l’area archeologica fatta di necropoli, ipogei e chiese rupestri. Si tratta di una delle aree archeologiche più estese d’Europa, accessibili e non custodite.
Per cena, andiamo al Tredici Volte, così chiamato perché il locale è ricavato in tredici ambienti ipogei. L’atmosfera è indubbiamente azzeccata, il progetto architettonico d’impatto, il menu intrigante anche se ci dobbiamo limitare per non sforare il nostro budget giornaliero.
Ineccepibili gli antipasti scelti: uovo fritto soffice di semola, caciocavallo e spinacini e melanzana alla soya, stracciatella, croccante di pane e pomodoro.
Ottimi anche i primi, in particolare i cavatelli rucola, mandorle, pomodoro giallino e ricotta salata.
Torniamo, arricchiti di emozione e soddisfatti, al nostro alloggio nei pressi della concattedrale. Su una delle pareti laterali campeggia l’ombra della statua di Benedetto XIII Orsini, primogenito dei sei figli dei duchi di Gravina, nato in questa cittadina nel 1650, che avrebbe preferito rimanere frate anziché essere eletto papa.
[Maria Teresa Natale]
Per ulteriori notizie su Gravina in Puglia:
https://www.gravinaoggi.it/index.html
Tutte le tappe del Cammino Materano
- Da Bari a Bitetto lungo la Via Peuceta
- Da Bitetto a Cassano delle Murge lungo la Via Peuceta
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- Da Gravina in Puglia a Matera passando per Picciano
- Note per i camminatori che intendono percorrere il Cammino Materano da Bari a Matera
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