26 luglio 2014. Quarta tappa del Cammino Materano da Santeramo in Colle ad Altamura. Partiamo alle 7,30. Molte nuvole e niente sole (arriverà comunque presto!!!). Incontriamo subito un trullo. Bene: siamo ancora nel Parco nazionale dell’Alta Murgia e siamo sulla via giusta.

Ci mettiamo un po’ a trovare il sentiero per il Complesso di S. Angelo in Formis: infatti non ci arriviamo dall’ingresso principale ma attraverso i campi. La sorpresa è tanta, anche se purtroppo possiamo visitare l’area solo parzialmente per via di lavori in corso.
Fulcro del complesso è la masseria di Corte Finocchia con l’adiacente ricovero recintato per le greggi (lo jazzo). Sul retro, svetta un gruppo di trulli in ristrutturazione. Un tecnico del cantiere ci dice che è in atto una massiccia opera di restauro del complesso e che al loro interno verranno ricavate della camere da letto e dei bagni. Ci domandiamo per chi!

Ci piacerebbe accedere alla Grotta di Sant’Angelo , ma per motivi di sicurezza non ce lo consentono.
Essendo di origine carsica, caratterizzato perciò dalla presenza di acqua, c’è chi ipotizza che fin dall’antichità questo sia stato un luogo di culto delle acque, sta di fatto che nel Medioevo, anche se in posizione isolata lungo il tratturo che collegava Bari a Matera, a poca distanza dalla Via Appia Traiana, fu uno dei più importanti luoghi di devozione micaelica del sud Italia, frequentato da pellegrini, viaggiatori e pastori.
Lo attestano le migliaia di graffiti rinvenute al’interno della grotta-santuario raffiguranti croci, stelle a cinque punte, elementi simbolici e i pochi resti di affresco conservati: una Madonna col Bambino e un Cristo circondato dagli Apostoli.

Proseguiamo il nostro cammino e affrontiamo una piccola gravina sull’altopiano: la vegetazione è secca e non abbiamo difficoltà a orientarci.

In cima all’altopiano il paesaggio è lunare. In primavera dev’essere un tripudio di colori, un invito a tornarci.

La temperatura si alza, il sole inizia a picchiare e iniziamo a preoccuparci delle nostre riserve d’acqua, quando tempestivamente all’altezza di un tratturo medievale sul quale sono ancora impresse le tracce del passaggio dei carri, compare una sagoma in controluce che ci chiede se vogliamo dell’acqua… Mai incontro fu più gradito!!!

Tonio ci dice che siamo arrivati a Fornello, un insediamento rupestre medievale con cunicoli di collegamento tra le grotte, alcune delle quali affrescate. Intorno a un piccolo casaletto vediamo una dozzina di stranieri che si danno da fare con carriole, caldarelle e altri attrezzi. Facciamo anche la conoscenza di Giovanni, del gruppo di speleologi che hanno scoperto l’antichissimo Uomo di Altamura.
E così veniamo a sapere dell’interessante e innovativo programma ideato da Tonio in Canada (Messors) che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e del paesaggio murgiano attraverso laboratori ed esperienze immersive nell’archeologia, cultura locale, storia, cibo, restauro, iconologia. Gruppi di stranieri, guidati da archeologi, restauratori ed esperti, contribuiscono al recupero e alla conservazione di Fornello, in un clima disteso, lavorando in gruppo e apprendendo facendo.



Purtroppo per stanchezza e mancanza di tempo abbiamo dovuto rimandare a una prossima occasione la visita del Museo Archeologico di Altamura. Dal momento che siamo in terra peuceta, ne avremmo voluto sapere un po’ di questo popolo italico e del ritrovamento eccezionale dell’Uomo di Altamura: ottimo motivo per ripetere al più presto il cammino, magari in una stagione più fresca.
Non siamo però rimasti con le mani in mano e siamo andati a fare un giro nel borgo, la cui principale caratteristica, oltre alla cattedrale e altre magnifiche chiese, sono i claustri, cortili di dimensioni diverse sui quali si affacciano le abitazioni e ai quali si accede da stretti vicoli. Il lastricato del cortile in genere è inclinato per favorire la discesa dell’acqua piovana nelle cisterne ad uso degli abitanti.
Ogni claustro è diverso e si distingue per la presenza di scalette, logge, stemmi, elementi architettonici, macine per i cereali, pozzi… Sono la testimonianza materiale della politica dell’imperatore Federico II di Svevia che nel terzo decennio del XIII secolo promosse il ripopolamento della città con etnie diverse, dai greci ai latini, dagli ebrei agli arabi. Peccato che molti di questi piccoli gioellini siano fruiti essenzialmente come parcheggi e perdano quindi gran parte del loro incanto.

E per finire, su consiglio di alcuni locali, abbiamo mangiato cucina locale all’Antica Osteria Pein Assutt, a conduzione familiare (Corso Umberto I, 56). Economica, simpaticamente arredata con pareti completamente autografate dai clienti, dal menu eccellente: noi abbiamo optato per zuppa di cicerchia, purè di fave e cicoria, orecchiette con carote e alloro, il tutto accompagnato da vino locale in caraffa e un bicchierino di lemoncello versato da un annaffiatoio.

Prima di andar via uno dei tre fratelli che gestiscono il locale ci ha chiesto di firmare la maglietta del Cammino materano!!!

Per approfondire:
Santeramo: affreschi e graffiti e la grotta di Sant’Angelo, Barinedita, 2015
[Maria Teresa Natale]
Tutte le tappe del Cammino Materano
- Da Bari a Bitetto lungo la Via Peuceta
- Da Bitetto a Cassano delle Murge lungo la Via Peuceta
- Da Cassano delle Murge a Santeramo in Colle lungo la Via Peuceta
- Da Santeramo in Colle ad Altamura lungo la Via Peuceta
- Da Altamura a Gravina in Puglia lungo la Via Peuceta
- Da Gravina in Puglia a Matera passando per Picciano
- Note per i camminatori che intendono percorrere il Cammino Materano da Bari a Matera