Il giardino provvisorio di piazza Colonna ai primi del Novecento

Oggi è difficile immaginarlo, eppure agli inizi del Novecento piazza Colonna ospitava un vero e proprio giardino, realizzato in occasione delle celebrazioni per la visita a Roma del presidente francese Émile Loubet nel 1904.

Piazza Colonna, veduta del giardino [Foto: Archivio fotografico comunale di Roma]
Piazza Colonna, veduta del giardino [Foto: Archivio fotografico comunale di Roma]
Émile Loubet (1838-1929) fu un politico francese, che seguì una sfolgorante carriera divenendo senatore, presidente del Consiglio, presidente del Senato e infine presidente della Repubblica francese. La sua figura è legata ad azioni politiche e diplomatiche importanti: dalla concessione della grazia all’ufficiale ebreo Alfred Dreyfus, ingiustamente accusato di spionaggio e tradimento, alla delimitazioni delle zone di influenza coloniale francesi e inglesi in Africa, alla conclusione dell’accordo col governo italiano in base al quale l’Italia riconosceva il protettorato francese in Marocco e la Francia non osteggiava le mire espansionistiche italiane in Libia. 

Nel 1904, dal 24 al 28 aprile, Emile Loubet venne a Roma in viaggio di Stato, ricambiando la visita del re Vittorio Emanuele III a Parigi l’anno precedente. Nessun capo di Stato francese era venuto a Roma dopo la presa di Porta Pia e questo provocò severe rimostranze da parte di Pio X a seguito delle quali, Loubet, notoriamente anticlericale, al suo rientrò in Francia si attivò per la promulgazione di una legge che nel 1905 sancisse la laicità dello Stato francese separandolo dalla Chiesa.

Piazza Colonna, veduta del giardino [Foto: Archivio fotografico comunale di Roma]
Piazza Colonna, veduta del giardino [Foto: Archivio fotografico comunale di Roma]
Tornando al giardino di piazza Colonna, i lavori per il suo allestimento furono avviati il 14 aprile 1904, grazie all’intervento di diversi protagonisti: il pittore Francesco Vitalini (1865-1904), sfortunatamente deceduto l’anno dell’inaugurazione del giardino per una caduta da un dirupo sulle Dolomiti, fu l’autore del progetto; l’industriale Ettore Manzolini che si occupava di orticoltura, floricoltura, giardinaggio, fornì le piante; l’antiquario romano Attilio Simonetti si occupò della fornitura degli arredi; Alberto Galimberti, che successivamente diventerà il primo direttore del Servizio Giardini del Governatorato di Roma, fu il direttore dei lavori.

In realtà si era parlato della realizzazione di un giardino a piazza Colonna già negli anni Ottanta dell’Ottocento, ma la presenza della Colonna di Marco Aurelio poneva non pochi problemi, come si legge in un articolo de La Capitale del 13 settembre 1880: “quella benedetta colonna ha tutta l’aria di doversi trovare a disagio tra gli alberelli e le pianticelle”. Ad ogni buon conto 24 anni dopo, con il consenso del Comune, il progetto fu realizzato: un giardino quadrangolare ripartito in quattro settori da due vialetti di ghiaia con al centro una piazzola su cui campeggiava una base con una statua di togato, alle spalle un parterre di fiori e poi un’infilata di abeti, cedri e cipressi alti almeno 18 metri. Per chi fosse arrivato da nord avrebbe visto aiuole bordate di palme e alcune delle dieci basi che sorreggevano olle gigantesche in terracotta dalle quali fuoriuscivano foglie di agave.

[Maria Teresa Natale]

Per approfondire: 

Massimo de Vico Fallani, Storia dei giardini pubblici di Roma nell’Ottocento, Roma: Newton Compton, 1992

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