Fino a pochissimo tempo fa, sul marciapiede di piazza di Monte Savello, scavata sul suolo si inseriva Seconda casa. Gerusalemme-Roma, una scultura che potremmo definire “pavimentale” in quanto letteralmente scavata sulla superficie del marciapiede. Autore dell’originale opera è l’artista ebreo Micha Ullman (nato a Tel Aviv nel 1939), al quale il Museo Ebraico di Berlino dedica una bell’approfondimento.
Seconda casa, installazione ambientale perfettamente inserita e integrata nel paesaggio urbano, era simile a una clessidra e rappresentava i due tetti di due case uniti ai vertici, simboli rispettivamente di Roma e di Gerusalemme. Città certamente molto diverse fra loro ma, nonostante le differenze, accomunate da due millenni di storia condivisa e di fusione culturale: dalla cucina al dialetto giudaico-romaneschi, alla presenza della comunità ebraica nella nostra città sin dal I secolo a.C., fino al rastrellamento del 16 ottobre 1943. Due città e due culture in dialogo, convergenti nella volontà di trovare un punto di incontro e contatto, culturale, religioso e civile. Il messaggio lanciato dall’opera di Ullmann era ancora più forte proprio in virtù della sua collocazione topografica, cioè presso il Ghettarello, appendice del più grande (ma pur sempre angusto) Ghetto della città. Lo scorso 23 aprile gli avevamo scattato una foto!
E, invece, a causa di lavori stradali a piazza di Monte Savello e in via del Foro Olitori, l’opera di Ullmann è stata scalzata via, smantellata insieme alle lastre pavimentali del marciapiede.
A ricordarci oggi l’installazione resta solo la piccola targa, affissa sul basso muretto antistante il marciapiede, che ne riporta autore, titolo e data di inaugurazione, il 27 gennaio 2004, non a caso la Giornata della Memoria.
Se proprio da lì dovevano passare questi lavori di scavo/rifacimento/posa di cavi nel manto stradale, certamente sarebbe stato difficile salvare le casette di Ullmann. Però, a meno che qualcuno non abbia effettivamente provveduto a salvare l’opera collocandola al sicuro da qualche parte (allora ci piacerebbe sapere dove Seconda casa si trova adesso), è davvero un peccato che questa piccola ma significativa opera, testimonianza di civiltà e di volontà di comunione sia andata perduta. Soprattutto visto il drammatico momento storico che il mondo intero sta attraversando.
[Chiara Morabito]