La lunetta della Nicchia del Palli, un capolavoro dell’epoca di Innocenzo III

In occasione della mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro” (Roma, Vittoriano, Sala Zanardelli, 1° giugno-1° ottobre 2023), ho avuto l’occasione di ammirare la lunetta della Nicchia dei Palli e di conoscere la sua storia.

La lunetta in bronzo dorato e smaltato è un vero capolavoro, realizzato molto probabilmente con il contributo di esperti artigiani delle botteghe di Limoges, in Francia, dove in epoca medievale, tra XII e XIV secolo, erano attive numerose botteghe per la produzione di smalti.

Osservate attentamente l’opera a partire dal lato anteriore. Sull’arco si susseguono i dodici apostoli, sulla corda i dodici profeti che sorreggono un passo della Bibbia. 

La lunetta della Nicchia dei Palli, lato anteriore [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, lato anteriore [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Al centro, contornato dai simboli dei quattro Evangelisti, Cristo è raffigurato come l’Agnello di Dio e Porta della Salvezza (Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta della salvezza: Io sono la porta; se uno entra per me sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura).

La lunetta della Nicchia dei Palli, Gesù raffigurato come Agnello di Dio e Porta della Salvezza [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, Gesù raffigurato come Agnello di Dio e Porta della Salvezza [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Nel clipeo superiore una mitra (il copricapo di forma allungata con due cuspidi) poggia su un trono vuoto, identificabile con l’Etimasia (in greco significa “preparazione”), a significare che Cristo occuperà il trono in occasione del suo ritorno sulla terra per il Giudizio Universale.

La lunetta della Nicchia dei Palli, Mitra e Trono [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, Mitra e Trono [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Sul lato posteriore sono raffigurati ventidue vescovi all’interno di arcate sorrette da colonne. La parte centrale reca incisa la figura di un pontefice con mitra e pallio. Se in epoca romana il pallio consisteva in un telo rettangolare di stoffa indossato sopra la tunica, probabilmente derivato dall’himátion greco, nella liturgia cattolica era stato trasformato in un paramento liturgico, consistente in un primo tempo in una striscia di stoffa avvolta intorno alle spalle e lasciata cadere sul petto dalla spalla sinistra e successivamente più volte trasformata a formare una V o una Y sul petto. 

La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Il pallio era considerato un’insegna papale, che poteva essere concessa anche ai vescovi metropolitani (coloro che presiedono una provincia ecclesiastica e dai quali dipendono altri vescovi) i quali potevano ricevere il pallio dopo un lungo viaggio fino a Roma oppure facendone richiesta con una professione di fede o giuramento di fedeltà al papa. Ancora oggi, prima di poter esercitare il proprio ufficio, i metropoliti devono richiedere il pallio, mentre il papa è l’unico a poterlo indossare in ogni occasione e luogo.

Tra gli intrecci serpentiformi realizzati con la tecnica del vermiculé, molto utilizzata dagli artigiani limosini, si notano anche le chiavi di Pietro, le Sacre Scritture e la colomba dello Spirito Santo.

La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore, tondo con pontefice che indossa la mitra e il pallio [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore, tondo con pontefice che indossa la mitra e il pallio [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
L’ipotesi più accreditata è che la lunetta fosse collocata in un piccolo vano sopra la tomba di San Pietro, conosciuta come la Nicchia dei Palli, cosi chiamata perché qui si consacravano i palli che il giorno successivo sarebbero stati consegnati ai vescovi che ne avevano diritto. Ecco perché i vescovi della lunetta sarebbero stati rappresentati senza le fasce bianche con le croci ricamate.

La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore, dettaglio vescovi senza pallio [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta della Nicchia dei Palli, lato posteriore, dettaglio vescovi senza pallio [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
La lunetta doveva far parte di un frontale in rame dorato e smaltato decorato con statuette lignee, ma purtroppo la struttura fu danneggiata durante il Sacco di Roma del 1527 e solo alcune di esse sono sopravvissute alla furia dei Lanzichenecchi e oggi sono conservate presso i Musei Vaticani.

Chi fu il committente della lunetta? Essa venne realizzata durante il papato di Innocenzo III (1161-1216), al quale si devono altri importanti interventi nella prima Basilica di S. Pietro, come lo scomparso mosaico absidale raffigurante Cristo in trono tra i santi Pietro e Paolo e lo stesso Innocenzo III accanto alla personificazione dell’Ecclesia romana: un chiaro messaggio propagandistico riferito al potere del papa che discende direttamente dal potere divino. Del mosaico si è fortunatamente conservato un bellissimo disegno presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Disegno dell'abside della primitiva basilica di S. Pietro [Immagine tratta da un pannello in mostra raffigurante il documento Arch. Cap. S. Pietro, A64ter, f. 50r]
Disegno dell’abside della primitiva basilica di S. Pietro [Immagine tratta da un pannello in mostra raffigurante il documento Arch. Cap. S. Pietro, A64ter, f. 50r]
Una raffigurazione del mosaico absidale della basilica medievale di San Pietro è visibile anche nell’affresco raffigurante la Donazione di Roma nella Sala di Costantino, la prima delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani. In questo caso possiamo vedere la raffigurazione di Cristo in trono tra gli apostoli, mentre sono assenti Innocenzo III e l’Ecclesia romana.

Musei Vaticani, Sala di Costantino, l'abside e l'altare della basilica medievale di S. Pietro.  [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Musei Vaticani, Sala di Costantino, l’abside e l’altare della basilica medievale di S. Pietro. [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Non va dimenticato che ad Innocenzo III, uomo di lettere con una visione spirituale basata sui valori del primo Cristianesimo, per il quale il potere papale è superiore a qualsiasi altra autorità (inclusi re e imperatori) si devono altre importanti committenze: a Roma fondò l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia e fece eseguire la coperta in argento per l’icona acheropita del Salvatore conservata nella cappella del Sancta Sanctorum; a Subiaco contribuì alla trasformazione del Sacro Speco benedettino, dove si conserva anche un ritratto del pontefice dipinto dal pittore Magister Consolus, pittore attivo a Subiaco nella metà del XIII secolo.  

Subiaco, Sacro Speco, Basilica inferiore, il pontefice Innocenzo III [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC]
Subiaco, Sacro Speco, Basilica inferiore, il pontefice Innocenzo III [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC]
Quando in epoca rinascimentale la basilica costantiniana venne demolita, la lunetta fu probabilmente trasportata da Roma al Santuario della Mentorella sul Monte Guadagnolo, forse da un esponente della famiglia di appartenenza del papa, i Conti, sotto la cui giurisdizione il santuario rientrò tra il XIII e il XIX secolo. Si sa per certo che il vescovo di Faenza, in visita nella diocesi di Tivoli nel 1581, vide la lunetta nella sagrestia del Santuario. Negli anni Settanta del Novecento la lunetta, infine, è entrata a far parte delle collezioni di Palazzo Venezia.

Un’ultima notazione sulla mostra splendidamente allestita intorno alla storia di un unico oggetto: pannelli chiari e leggibilissimi, ingrandimenti fotografici di ottima risoluzione, una suggestiva sala immersiva dove tecnologie di modellazione digitale 3D e realtà virtuale hanno consentito ai visitatori di visualizzare pavimento e pareti della prima basilica di San Pietro all’epoca di Innocenzo III alternati a  ingrandimenti della lunetta della Nicchia dei Palli.

Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
Mostra “BRONZO & ORO. Roma, Papa Innocenzo III: racconto immersivo di un capolavoro”: sala immersiva [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY]
[Maria Teresa Natale]

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.