Le foreste emozionali del tubista Pierluigi Casagrande

Non ero mai stata alla Vaccheria nel IX Municipio di Roma, 1800 mq di superficie in via Giovanni l’Eltore 35, bellissimo spazio ristrutturato e inaugurato nel 2022, che ospita mostre ed eventi. Ci sono capitata quasi per caso oggi pomeriggio. La struttura ospitava due mostre, una dedicata al fumetto, una a creazioni di artisti del territorio. Ho così avuto modo di conoscere Pierluigi Casagrande, autore dell’installazione “Foresta emozionale”, una vera e propria foresta di tubi di cartone di diverse altezze, di quelli utilizzati per avvolgere rotoli di plastica, che l’artista dipinge e decora con materiali diversi, ispirandosi talvolta a opere e soggetti di autori famosi: da Botticelli a Klimt, da Modigliani a Escher e così via. L’artista definisce le sue creazioni, come “uno sforzo di ricomposizione visuale che all’inizio disorienta ma che poi porta a un’interpretazione originale. Attraverso i suoi tubi, l’artista si immerge nel passato, torna all’infanzia, ripensa ai viaggi che ha intrapreso, si immerge nella natura, vive nella storia, riflette su Dio e sulla sofferenza degli uomini, suscitando emozioni positive o negative”.

Pierluigi si definisce un “tubista”: il dizionario riporta che un tubista è “un operaio addetto alla fabbricazione di tubi o alla riparazione di tubazioni” (Wikipedia), un idraulico insomma, eppure Pierluigi non ha nulla a che fare con acqua, sifoni, valvole e rubinetti. Di professione è capo del personale in un’azienda, durante il lock down, come tanti, ha cercato un’idea per mettere a frutto il tempo libero ed esprimere le proprie emozioni. Ha allestito un laboratorio a casa, si è munito di pennarelli, pastelli, vernici e altri materiali (come il fondotinta per meglio rendere l’incarnato) e ha iniziato a creare…

Due tubi in particolare, hanno attratto la mia attenzione: un tubo costellato di santini che Pierluigi ha raccolto visitando le chiese romane. Santi circondati da filo spinato che li ferisce, insanguinandoli, e che diventano martiri…,  un omaggio inquietante a chi ha sacrificato la vita col suo sacrificio, come Cristo (il filo spinato è un evidente rimando alla sua corona).

Un secondo tubo piuttosto alto, è decorato con oggetti diversi che riassumono, le passioni, i momenti, le relazioni che hanno caratterizzato la vita di Pierluigi: il cibo, i viaggi, i sigari, il nuoto, la lettura, l’Alitalia, l’informatica, il paracadutismo.

Con le sue foreste di emozioni, Pierluigi è diventato il precursore di un nuovo stile, il “tubismo” per l’appunto.  In realtà il termine non è nuovo, fu adottato nel 1911 dal critico d’arte Louis Vauxcelles per descrivere lo stile del pittore francese Fernand Léger, attivo agli inizi del XX secolo e frequentatore delle avanguardie artistiche dell’epoca tra cui il cubismo di Picasso e Braque con le sue geometrie. Léger prediligeva linee semplici, regolari, spesso curve, da qui l’adozione del nuovo termine, quale contrapposizione al cubismo. Pierluigi, invece, con le sue foreste verticali fatte di tubi di diversa grandezza, è un “tubista 3D”.

Non c’è sera, dopo il lavoro, che non si rinchiuda nel proprio laboratorio per realizzare nuovi tubi e dar espressione a nuove emozioni. Chissà che presto non si diffonderà una vera e propria “tubomania”. L’artista ha già dato il via, lanciato un contest in una scuola dal simpatico nome YouTubo dove i ragazzi si sono cimentati nella creazione di tubi emozionali, alcuni dei quali sono stati esposti in mostra.

Sito web di Pierluigi Casagrande

[Maria Teresa Natale]

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