Quattro chiacchiere con Roberto Capone, il cartapestaio ideatore dei “cartoni animali”

Se vi capita di trovarvi a Roma e di fare una passeggiata nel quartiere di Testaccio, non tralasciate di esplorare l’area dell’ex Mattatoio e in particolare il Campo Boario, dove un tempo si effettuavano le contrattazioni del bestiame e venivano custoditi gli animali prima di essere mandati al macello. Qui da qualche anno è stata impiantata la Città dell’Altra Economia, uno spazio dedicato a pratiche economiche che si caratterizzano per l’utilizzo di processi a basso impatto ambientale e che mettono al centro le persone e l’ambiente. Un esercito di giganteschi animali in cartapesta all’esterno di una bottega attira la nostra attenzione: entriamo e siamo letteralmente circondati da animali di tutti i tipi: cavalli, elefanti, pesci, pecore… Incuriositi, chiediamo al cartapestaio Roberto Capone di raccontarci la sua storia…

Roberto, come hai approcciato il mestiere di cartapestaio?

Ho scoperto l’arte della cartapesta undici anni fa ed è successo quasi per caso. All’epoca gestivo un negozio di giocattoli e materiali didattici, eravamo ormai prossimi alla chiusura estiva e c’era poco da fare. Un bel giorno consegnano un ordine in negozio, un collo enorme, lo spacchetto e al quel punto mi viene l’idea, quasi per gioco, di realizzare un cagnolino di cartone per il mio figlioletto che quel giorno mi faceva compagnia in negozio. Lo osservavo, stava giocando con degli animaletti di legno impilandoli, e così mi è venuta l’idea di costruire i musicanti di Brema, l’asinello, il cane, il gatto, il gallo… Per farla breve dopo diverse ore di lavoro ne è uscita fuori una scultura alta 1,80 metri, tutta di cartone che nei giorni successivi ho foderato di cartapesta. In passato avevo lavorato in teatro nel montaggio di scenografie, pertanto avevo una certa esperienza nel trattamento di strutture di una certa dimensione.

Il cartapestaio Roberto Capone nella sua bottega a Testaccio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, C BY NC SA]
Il cartapestaio Roberto Capone nella sua bottega a Testaccio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Passa qualche giorno, i musicanti di cartapesta facevano la loro bella figura nella vetrina del mio negozio, entra la direttrice di una scuola che desidera acquistare la scultura per il suo istituto!!! Ho continuato così a costruire altri animali di cartone foderati di cartapesta, senza pensare che un giorno sarebbero diventati la mia vita. Postavo le foto del mio zoo di cartone sui social e giorno dopo giorno le mie sculture destavano sempre più l’interesse di utenti che “minacciavano” di volermi retribuire per organizzare laboratori e partecipare a eventi. All’inizio ero molto titubante, ma alla fine mi sono deciso a tentare un primo esperimento, organizzando un laboratorio di pittura degli animali di cartapesta. Con un esercito di giraffe di medie dimensioni, ho affrontato venti bambini piuttosto piccoli, che appena hanno visto gli animali si sono lanciati all’assalto e dai loro occhi ho capito la potenzialità dell’iniziativa.

Nei mesi successivi, ho iniziato a perfezionare la tecnica (la modellazione del cartone, il montaggio delle parti, il bilanciamento della struttura, la rifinitura in cartapesta) fino a lasciare qualche anno dopo il negozio per aprire una bottega nel quartiere di Testaccio, all’interno della Città dell’altra economia.

I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Ai bambini sarebbero sufficienti vernice colorata e un pezzo di cartone per renderli contenti, ma il valore aggiunto dei miei laboratori di pittura è che i miei animali sono sculture in 3D che si sviluppano in verticale e che i bambini dipingono a loro piacimento, sporcandosi e sfogandosi. All’inizio davo loro delle linee guida, poi ho capito che era meglio lasciar spazio alla loro creatività e quindi l’unica regola era il rispetto degli altri. Il risultato dei nostri laboratori sono delle magnifiche installazioni artistiche che si integrano nel paesaggio circostante, che può essere un parco, un interno, una strada… Le installazioni sono temporanee e gli animali vengono riutilizzati più volte, restaurati e talvolta modificati. La prima giraffa, che ancora utilizziamo nei laboratori, ha undici anni e non so nemmeno io quante volte è stata dipinta, restaurata e modificata.

Gli animali – o meglio i ‘cartoni animali’ – sono il nostro pezzo forte, ma abbiamo anche altre serie: la città, gli alberi, i pirati, gli animali fantastici…

Col tempo, ho iniziato anche a insegnare la tecnica della cartapesta a grandi e piccini, all’inizio la mia forza era il sapere delle mie mani, per insegnare ho dovuto acquisire un metodo per trasmettere le mie conoscenze in modo costruttivo.

I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Lavori da solo o insieme ad altri artigiani?

All’inizio ero solo, poi col tempo la bottega si è ampliata con altri cartapestai che lavorano a tempo pieno e collaboratori che ci supportano nei laboratori. Da poco si è aggregato anche mio figlio al quale cerco di trasmettere i segreti dell’arte. Ha iniziato dalla gavetta, cimentandosi nel restauro degli animali, ma sta già portando un’aria di innovazione, si sta infatti cimentando nella creazione di nuove forme – ama gli elefanti – e nel disegno di nuove serie, ispirate ai cartoni animati e ai manga. Proprio in questi giorni si sta dedicando alla realizzazione di una spada di Naruto.

Un giovane cartapestaio al lavoro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Un giovane cartapestaio al lavoro [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Che tipo di materiali utilizzate?

Il materiale base è il cartone, ce ne è di diversa qualità e tipologia, io prediligo il cartone ondulato che facilita la modellazione delle forme. Poi c’è bisogno di nastro adesivo, colla vinilica in abbondanza e carta di giornale. Certo oggi i giornali sono sempre più letti virtualmente, ma c’è qualche nostalgico che ci rifornisce… Talvolta utilizziamo anche materiali di riciclo per speciali finiture.

I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
I cartoni animali del cartapestaio Roberto Capone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Riuscite a sostenervi con quest’attività?

All’inizio è stata dura, ma devo dire che oggi riusciamo a sostenerci grazie a corsi, laboratori, partecipazioni a progetti, festival, iniziative di piazza, attività nelle scuole. Lavoriamo sul passaparola, la qualità del nostro lavoro è il nostro miglior biglietto da visita, oggi però alla fatica del lavoro artigianale dobbiamo aggiungere l’acquisizione di nuove competenze che spesso tolgono tempo all’attività vera e propria: fotografia, videomaking, gestione dei social media. Anche l’artigiano, per sopravvivere e mantenersi al passo coi tempi, non può esimersi dalla transizione digitale.

https://perfareungioco.wordpress.com/tag/roberto-capone/

[Maria Teresa Natale]

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