Terrazzi e facciate visti di fronte e da sottinsù: un nuovo punto di vista, fra i quartieri Trionfale e Della Vittoria

L’osservazione frontale e/o dal basso degli edifici, siano essi abitazioni civili, palazzi istituzionali, luoghi di culto, è sempre interessante: da sottinsù, cioè dal basso verso l’alto, si apre una visione prospettica che consente di apprezzare, stagliate contro il cielo, sequenze di forme e linee il cui dinamismo sfugge alla visione frontale. Se l’approccio frontale consente di cogliere l’armonia generale, l’equilibrio, le proporzioni e il contesto paesaggistico e urbano in cui l’edificio si inserisce, la visione dal basso rivela curve alternate a spigoli, linee curve in dialogo con linee spezzate, continuità e discontinuità, multiformità e dettagli. Frontalmente, invece, prevalgono i colori, le linee portanti della struttura, la “corporatura” di un edificio, sia essa esile o massiccia.

Via Timavo [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Timavo [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
La visione da sottinsù è analisi, la visione frontale è sintesi. Le due prospettive non sono contrapposte l’una all’altra, piuttosto esse si integrano vicendevolmente: il risultato è una più approfondita comprensione sia del singolo edificio, dei suoi vuoti e dei suoi pieni, sia dello spazio urbano in cui esso si colloca, ancora una volta dei suoi vuoti e dei suoi pieni. E, dietro quel diaframma che sono le finestre e le pareti degli edifici, forse si riesce a comprendere anche qualcosa di più di chi quegli edifici li abita.

Viale Carso [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Viale Carso [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Soffermare lo sguardo su palazzi e villini, atrii e logge, rampe e scale, finestre e bovindi, portoni e portali, cornici e modanature, pilastri e colonne e telamoni, bugne e laterizi, può essere un interessante e, perché no, divertente esercizio di osservazione. Che, scontato a dirsi, può essere adottato ovunque, in qualsivoglia piazza, quartiere, città del mondo. A maggior ragione a Roma, città stratificata e multiforme per definizione, dove tutti i quartieri, signorili o popolari che siano, offrono elementi che meritano, nessuno escluso e naturalmente ciascuno a modo proprio, una osservazione attenta, per cogliere ritmi visivi serrati o lenti, monotoni o vivaci. E tutti sono utilissimi per comprendere le funzioni degli spazi, il valore estetico degli edifici, il tessuto urbano come risultato di stratificazioni e giustapposizioni.

Conviene scegliere gli elementi specifici che si vogliono osservare nelle infinite varianti che la città offre: stavolta privilegeremo terrazzi e facciate. La macchina fotografica naturalmente è d’obbligo. E chissà che a fine passeggiata non avremo il piacere di compilare un nostro, personale catalogo dei palazzi romani…

Circonvallazione Clodia [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Circonvallazione Clodia [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Facciamo nostre, insomma le parole e lo sguardo, anzi, la visione (urbanistica, edilizia) di Nanni Moretti che, nel primo episodio di Caro diario intitolato In Vespa, gira sulla sua motoretta in una Roma estiva deserta, e osservando i palazzi dice: Caro diario, c’è una cosa che mi piace fare più di tutte!, e quella cosa è andare in giro in Vespa osservando le case, per poi concludere: Che bello sarebbe fare un film di sole case!».

Non avendo noi la pretesa di girare un film, ci limitiamo a fare una pur sempre bella passeggiata, comunque con lo stesso scopo: osservare case. Circoscriviamo l’ambito di ricerca, scegliendo uno o due quartieri. Preferibilmente contigui, per cogliere le sfumature che accompagnano il passaggio da una zona all’altra, per cogliere meglio le continuità e le discontinuità. Un’ottimo esercizio, inoltre, per rinfrescare il lessico architettonico.

Aggiriamoci, per esempio, tra il quartiere Trionfale e il quartiere Della Vittoria (o Delle Vittorie, questa è infatti la denominazione che il quartiere assume dopo la Prima Guerra Mondiale): coevi (sono entrambi istituiti nel 1911) presentano differenze e affinità, sebbene il primo nasca per accogliere un ceto medio-basso e operaio, il secondo un ceto medio-alto. Entrambi hanno interventi edilizi dell’Istituto Case Popolari, con le dovute differenze negli esiti a seconda dei destinatari che vi avrebbero abitato.

Cominciamo dunque dal Trionfale, per “sfumare” poi nel Della Vittoria. Non è nostro obiettivo in questo articolo fornire informazioni dettagliate per ogni immobile, del quale talvolta è comunque difficile trovare il progettista, quanto piuttosto soffermarci sulle forme degli edifici.

Via Giacomo Barzellotti 5 / angolo Via Antonio Labriola [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Giacomo Barzellotti 5 / angolo Via Antonio Labriola [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Giacomo Barzellotti 5: ad attirare la nostra attenzione è una palazzina semplice, priva di pretese ma dignitosissima per l’equilibrio della sua struttura e per la cura e la sobrietà di forme e colori (al netto degli scarabocchi parietali, ovviamente). Buona la soluzione dei terrazzini angolari che coprono lo spigolo, allargando così le dimensioni dello stabile.

Via San Tommaso d'Aquino 42 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via San Tommaso d’Aquino 42 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via San Tommaso d’Aquino 42: sobrietà non distante da quella della palazzina precedente (medesima soluzione angolare per i terrazzi), ma con qualche articolazione in più. Combinazione di intonaco e cortina, sapiente alternanza di forme e colori, equilibrata movimentazione della facciata.

Circonvallazione Clodia 16 e adiacenti [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Circonvallazione Clodia 16 e adiacenti [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Circonvallazione Clodia 16 e adiacenti: qui adottiamo un’osservazione frontale, cogliamo l’imponenza della mole dell’edificio (recentemente restaurato per fortuna, era piuttosto in decadenza fino a poco tempo fa), l’estensione della superficie, l’accuratezza delle rifiniture fra cornicioni e modanature.

Piazza Prato degli Strozzi 33-34-35 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Piazza Prato degli Strozzi 33-34-35 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Piazza Prato degli Strozzi 33-34-35: ecco qui un palazzo davvero grande, lungo, esteso, dalla mole quasi schiacciante. I terrazzi disegnano fasce parallele che, una sopra l’altra, amplificano le dimensioni di questo già massiccio palazzo.

Via Carlo Grabau 16 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Carlo Grabau 16 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Carlo Grabau, che si diparte da piazza Prato degli Strozzi: la imbocchiamo, e alla nostra sinistra (cioè, dirigendoci verso viale Mazzini), al civico 16, notiamo un’altra interessante facciata, che ci appare però piuttosto soffocante, una scacchiera, una griglia, quasi una rete di terrazzine una accanto all’altra. La prospettiva da sottinsù in questo caso è quasi impossibile, qualora si volessero apprezzare le linee che solitamente emergono dalle facciate; qui le terrazzine, non grandi, sono invece “scavate” sulla superficie.

Viale Angelico 38-38a [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Viale Angelico 38-38a [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Ci spostiamo nel quartiere Della Vittoria, a brevissima distanza, giungiamo in viale Angelico, civici 38 e 38A: qui, grandi palazzi intensivi, con metri e metri di terrazzi continui, quasi nastri che avvolgono gli edifici stessi. Non sfuggono tuttavia le piccole, strette curvature delle strette terrazzine, due brevi movimentazioni di una superficie altrimenti monocorde.

Viale Angelico / Via Carso 54 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Viale Angelico / Via Carso 54 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Viale Angelico/incrocio Viale Carso: il palazzo al civico 54 offre un interessante digradare delle dimensioni dei balconi, da quelli angolari e articolati aperti sullo spigolo che si affaccia proprio sull’ampio spiazzo (più lunghi i primi due piani, più corti gli altri tre), a quelli lineari dei piani quarto e quinto, fino ai più piccoli alle estremità delle due facciate.

Piazza Bainsizza / Via Monte Santo 68 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Piazza Bainsizza / Via Monte Santo 68 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Pochi passi lungo viale Carso e si apre piazza Bainsizza, qui notiamo il prospetto dell’edificio sito fra la suddetta piazza e via Monte Santo 68: ecco un’interessante alternanza di spigoli su una delle facciate dell’edificio, le finestre accortamente collocate in maniera da ricevere tutta la luce, e laddove non c’è lo spigolo, c’è la terrazzina triangolare, al contempo tetto della sporgenza semi-piramidale sottostante.

Via Filippo Corridoni 4 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Filippo Corridoni 4 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Dalla piazza parte via Filippo Corridoni: al civico 4  un’altra palazzina attira la nostra attenzione per la sequenza di sei balconi, tre per lato, lunghi e stondati, quasi due ali laterali che danno movimento alla facciata angolare dell’edificio.

Via Timavo 3 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Timavo 3 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
L’altro versante della stessa palazzina si affaccia su via Timavo 3 e la struttura si ripete: l’ingresso, inquadrato da due pilastri in travertino e la tessitura di laterizi basamentale.

Via Timavo 3 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Timavo 3 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
La palazzina prosegue lungo la via con le linee curve e rettilinee dei terrazzi del prospetto laterale.

Via Costabella 5 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Costabella 5 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Costabella dista pochi minuti a piedi: al civico 5 un notevole villino ci propone la classica formula del balcone del piano nobile, sovrastante il bel portale di ingresso: ingresso elegante e misurato, impreziosito da un disegno (puttini, festoni, l’anno di costruzione) incorniciato da colonnine che fungono da cornice e al tempo stesso da supporto per la terrazza, dalla balaustra classicheggiante.

Lungotevere della Vittoria 9 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Lungotevere della Vittoria 9 [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Ci spingiamo poi verso Lungotevere della Vittoria, al civico 9: terrazzi angolari stondati, ampi, perfetti per girare letteralmente intorno all’angolo del palazzo, affacciandosi sul Tevere.

A sinistra: Lungotevere della Vittoria 9; a destra: lo stesso edificio all'angolo con Via Ortigara [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
A sinistra: Lungotevere della Vittoria 9; a destra: lo stesso edificio all’angolo con Via Ortigara [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Lungo via Ortigara si estende il prospetto laterale dell’edificio, e all’angolo ancora un’interessante sequenza di terrazzi, ma stavolta dal disegno quasi opposto ai precedenti: tanto larghi e avvolgenti i primi, quanto stretti e chiusi questi secondi. Che, a dispetto delle ridotte dimensioni, si distinguono tuttavia per originalità,  sembrando delle “pastiglie” o dei dischi in vinile…

Via Ortigara [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Ortigara [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Degno di nota il palazzetto in via Ortigara 9: qui i terrazzi sono collocati nella colonna interna che fa da cerniera fra le due ali della palazzina dall’elegante rivestimento in cortina bruna, alternata a fasce di intonaco ocra.

Viale Ortigara / Viale Carso [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Viale Ortigara / Viale Carso [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Laddove via Ortigara incrocia viale Carso, sorge una sobria palazzina, dalla superficie scabra e uniforme. Le terrazzine sembrano semplici parallelepipedi ma, ad una più attenta osservazione, appunto da sottinsù, si percepisce la leggera “svasatura” angolare. Piccolo dettaglio che, nella sua assoluta semplicità, articola la facciata diversamente da come si potrebbe immaginare di primo acchito.

Via Caposile 9, Caserma dei Pompieri “Massimo Frosi” [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Caposile 9, Caserma dei Pompieri “Massimo Frosi” [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Non lontano, in via Caposile, al civico 9, si trova la Caserma dei Vigili del Fuoco “Massimo Frosi”, dal caratteristico intonaco rosso e dal bell’ingresso accompagnato dalle due torri cilindriche laterali.

Via Monte Zebio / Via Col di Lana, Pasticceria Vanni [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
Via Monte Zebio / Via Col di Lana, Pasticceria Vanni [Foto: Chiara Morabito, CC BY NC SA]
A pochissimi passi di distanza fra via Monte Zebio e via Col di Lana, si trova la storica pasticceria Vanni: quando entriamo per concludere con un buon dolcetto la nostra bella escursione, con sorpresa e curiosità scorgiamo l’antico bancone con le vasche per le creme di gelato, dalla caratteristica forma curva… A questo punto, con ancora negli occhi le torri della vicina caserma o i balconi stondati delle palazzine di pochi metri fa, non possiamo non pensare che ci sia quasi un’analogia, un’affascinante uniformità di gusto e di design fra arredo di interni e arredo urbanistico!…

Grazie a Nanni per l’interessante spunto di osservazione suggeritoci e, a presto, con un altro itinerario edilizio.

[Chiara Morabito]

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