Storia del pugile a riposo #Narrastoriedamuseo

Roma, Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, Pugile in riposo [Foto: Wikimedia Commons, CC BY SA 4.0 International, by Livioandronico2013]
Roma, Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, Pugile in riposo
Siamo nel duemilacinquanta d.C. e il pugile a riposo è ancora conservato in un luogo pubblico, precisamente nel Museo Nazionale Romano, tutti possono ammirare il suo volto stanco dopo un combattimento. Sono le cinque del mattino di una tiepida giornata di maggio, il sole è già alto nel cielo, ed è in questo momento che nelle sale vuote del museo si udì un rumore seguito da uno stridio. Subito dopo il pugile iniziò a muoversi e disse: “Dove sono?!”, era molto confuso ed era circondato da lastre di vetro. Il pugile voleva uscire, allora si alzò e con un pugno riuscì a distruggere le lastre che caddero violentemente a terra come le gocce di un acquazzone.

Alle sette i primi visitatori iniziarono ad entrare nel museo, ma c’era qualcosa che non tornava, infatti la statua del pugile a riposo non c’era più. Alcuni di loro avvisarono il personale del museo e chiamarono la polizia, si aprì un caso e tutti pensarono che la statua fosse stata rubata. Vennero immediatamente esaminati i frammenti della vetrina ma non c’erano tracce umane se non qualche piccolo frammento di bronzo, la situazione apparve subito agli investigatori molto complicata.

Nel frattempo il pugile, che si era riposato per moltissimo tempo, era alla ricerca di un combattente che potesse essere alla sua altezza. Alle otto e trenta incontrò un uomo muscoloso che lo guardò con aria di sfida, la statua ricordò gli occhi dei suoi avversari e senza pensarci sferrò un pugno, l’uomo ricambio con un calcio e così iniziò un combattimento. Ad un certo punto nel corso del combattimento l’uomo estrasse dalla sua tasca un coltello e lo affondò nella gamba del pugile, il pugile vinto dalla rabbia iniziò ad affrontarlo come non aveva mai fatto, impegnando tutte le sue forze, tirò un pugno e l’uomo svenne cadendo a terra.

Il pugile si allontanò dal corpo svenuto del suo avversario sentendo un forte dolore provenire dalla sua ferita.

Alle dieci in punto il pugile, ignaro di come il mondo fosse diventato, si trovava in mezzo alla strada. Un’automobile frenò di colpo davanti a lui, il pugile cadde a terra per lo spavento, appena rialzato per difendersi lanciò sull’auto un sasso trovato per terra. Il proprietario dell’auto scappò, qualche minuto dopo l’atleta fece a pezzi il mezzo. Nel frattempo questo fatto fu raccontato da tutti i notiziari della città, gli inquirenti che stavano continuando a seguire le complesse indagini del furto visionarono le immagini e non riuscirono a credere a quanto si vedesse nel filmato, si convinsero che fossero false immagini. In molti uscirono dal museo ed andarono a vedere la zona dell’accaduto ma la macchina era già stata rimossa senza neanche il coinvolgimento della polizia urbana, nelle foto non era visibile il numero della targa e l’auto era completamente distrutta, quindi non c’era possibilità di trovare indizi. Ancora una volta la polizia non aveva piste utili per procedere nelle indagini di questo strano caso.

Il pugile continuava l’esplorazione della città, entrò in un centro sportivo dove si praticava anche il pugilato. Vedendo gli atleti allenarsi a combattere il pugile balzò immediatamente nel ring e iniziò a combattere, avendo molta esperienza vinse tutti gli incontri, ad un certo punto tra gli sfidanti arrivò l’uomo che l’aveva ferito con il coltello quella stessa mattina. I loro sguardi si incrociarono erano pieni di risentimento e di rivalsa, l’uomo e il pugile iniziarono immediatamente a combattere. A tutti era chiaro che si trattava di un incontro intensissimo e pericoloso, alcuni intervennero per separarli temendo per le loro vite. Quando furono finalmente lontani uno dall’altro, il pugile preso dalla delusione per non aver concluso l’incontro uscì in strada e fu a quel punto che sentì una gran sete. L’atleta decise di entrare in quella che gli sembrava una taberna romana, lì vide la televisione, la luce elettrica, molte persone con il cellulare in mano, il registratore di cassa, la macchina del caffè, i frigoriferi e tante altre invenzioni che non esistevano nel periodo in cui era vissuto. Il pugile era davvero incuriosito ma allo stesso tempo si sentiva molto disorientato.

Non sapendo cosa fare dimenticò di bere è scappò via dal bar; cominciò a correre, durante la sua corsa continuò a vedere altre aspetti di questo nuovo mondo: tram, semafori, vetrine, librerie, monopattini, aerei che solcavano il cielo, tutto ciò provocava rumori mai uditi prima.

Mentre correva si rese conto che era tornato davanti al portone del museo, erano le nove di sera, decise di tornare nella sua vetrina e di riposarsi per qualche altro migliaio di anni, poiché quella giornata così intensa aveva consumato tutte le sue energie.

Il giorno seguente, fu tanta la sorpresa dei guardiani del museo e della polizia nel ritrovare la statua al suo posto, così i giornali titolarono la notizia “Un ladro gentiluomo ha restituito alla città la statua del pugile a riposo”.

[I.C. Viale Venezia Giulia, Roma, Scuola secondaria di primo grado, Plesso di Via di Torre Annunziata, Classe IID, a.s. 2021-2022, alunno Edoardo D’Agostino]

Questo racconto, ispirato al Pugile in riposo del Museo Nazionale Romano, è stato inviato alla redazione di APPasseggio Blog nell’ambito del concorso di scrittura creativa: “Narrastorie da museo: le opere d’arte prendono vita” (edizione 2022).

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