APPasseggio nella storia: buona pratica di scuola diffusa in tempo di pandemia

Oggi vi vogliamo raccontare l’esperienza condotta nell’ambito del progetto APPasseggio nella Storia, ovvero la nostra volontà di misurarci con la scuola diffusa nel territorio – modello organizzativo, educativo e didattico elaborato dall’IC “Visconti” di Roma – e con la didattica all’aperto, “ambientata” in diversi luoghi significativi en plein air nel I municipio capitolino. Quanto abbiamo appreso, in termini di nozioni e di rapporti umani, è un patrimonio prezioso, ricco di per sé e sempre valido, bagaglio di esperienza tout court a prescindere dalla situazione strettamente contingente che lo ha determinato, dovuta al virus.

Tutti siamo d’accordo nel dire che la pandemia ha travolto, e in buona misura sconvolto, le vite singole e la vita sociale; forse non tutti, invece, sono del parere che anche da questa brutta esperienza si possano trarre insegnamenti. Noi siamo fra coloro che credono che non tutti i mali vengano solo per nuocere, purché si sappiano sfruttare le occasioni.

Nato in origine in forma di cicli di passeggiate legate alla conoscenza e alla commemorazione di eventi storici e di ricorrenze significative, e rivolto tanto alle scolaresche quanto agli adulti, APPasseggio nella Storia si è rivelato poi un’ottima formula didattica (e, “pandemicamente” parlando, sicura) nel momento in cui il sistema scolastico italiano si è trovato nella necessità di mantenere il più a lungo possibile il distanziamento sociale fra gli studenti. APPasseggio nella Storia, infatti, si sta dimostrando ampiamente in grado di coniugare la classica didattica in aula con la didattica diffusa e la fruizione in situ delle materie oggetto di studio, in primis la Storia, l’Arte, la Letteratura e l’Educazione civica.

Lezione di storia sull'Unità d'Italia a Porta Pia [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Lezione di storia sull’Unità d’Italia a Porta Pia
Il progetto APPasseggio nella Storia, infatti, propone itinerari tematici dall’età antica all’epoca contemporanea, condotti letteralmente dentro il paesaggio urbano romano, in particolar modo quello del centro storico, che per noi rappresenta un’immensa aula di studio.

Lezione di storia sul Monachesimo all'ingresso della Basilica dei Santi XII Apostoli [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Lezione di storia sul Monachesimo all’ingresso della Basilica dei Santi XII Apostoli
L’IC “Visconti” di Roma da anni sperimenta il progetto APPasseggio nella Storia in tutte le classi dell’istituto, ma a partire da questo anno scolastico il progetto è stato inserito nel modello di Scuola diffusa nel territorio che, nato per tutelare la salute in tempo di pandemia attraverso lezioni giornaliere all’aperto per un numero di ore predefinito, ha dato un apporto significativo per rinnovare l’assetto organizzativo, educativo e didattico della scuola. Questa cornice ha permesso di ampliare le attività di APPasseggio che, da occasionali quali erano fino allo scorso anno, sono diventate sistematiche: la lezione di storia è diventata APPasseggio nella Storia!

Per sapere di più su come è nata la Scuola diffusa, si rimanda a questa presentazione, alla sezione di didattica del sito web dell’IC Visconti Porte Aperte al Viscontino e alla pagina Facebook omonima.

Questo è stato possibile non solo grazie a una nuova organizzazione dell’orario scolastico che ha garantito lo svolgimento settimanale di attività che in precedenza si svolgevano periodicamente per approfondire alcuni temi, ma anche e soprattutto grazie alla sinergia tra le operatrici di APPasseggio e il Dipartimento di Lettere dell’IC “Visconti”. Infatti, solo attraverso una progettazione ad hoc concordata con la scuola e strutturata in base alla realtà territoriale e, ancor di più, alle esigenze della popolazione scolastica è possibile riscontrare esiti positivi sugli apprendimenti e sulla motivazione di alunne e alunni. Il progetto APPasseggio nella Storia senza dubbio può essere trasferito anche ad altre realtà scolastiche dislocate nei vari quartieri della città che abbiano desiderio di sperimentare l’apprendimento della storia (e non solo) sul campo e con attività di qualità.

La dirigenza dell’I.C. Visconti di Roma (in primis la preside e numerosi insegnanti) ha colto la palla al balzo, scorgendo da subito nel progetto quelle potenzialità di utilità ed efficacia che, alla prova dei fatti, si sono poi rivelate una concreta realtà. Il suddetto Istituto comprensivo – che quest’anno ha lanciato l’iniziativa Porte aperte al Viscontino – con i suoi plessi relativi alla primaria e alla secondaria di primo grado, sorge in pieno centro storico, pertanto gode certamente di una collocazione più che favorevole allo scopo. Tuttavia nulla impedisce ad altre scuole, anche più decentrate, di mettere in atto simili iniziative, in fin dei conti la Città Eterna, strato dopo strato, monumento dopo monumento, via dopo via, offre stimoli e opportunità didattiche a non finire.

Ma procediamo per gradi, e illustriamo genesi, realizzazione e modalità di svolgimento del progetto, traendo infine le debite conclusioni.

Dalle unità didattiche sul web all’outdoor education

Marzo 2020, arriva la pandemia, tutto si blocca, anche la scuola chiude, tutti restiamo a casa; allora si fa di necessità virtù e APPasseggio nella Storia si trasferisce temporaneamente sul web continuando a proporre passeggiate virtuali in forma di unità didattiche online a carattere storico e storico-artistico, affinché non si perda l’allenamento almeno mentale (data la quasi impossibilità di praticare quello fisico). Nascono così alcuni post sul nostro blog, destinati in primo luogo agli studenti e ai loro insegnanti (ma interessanti anche per gli adulti in genere). Qualche esempio: una passeggiata attraverso il classico Barocco, poi l’anniversario della nascita di Roma, l’eccidio alle Fosse Ardeatine, gli affreschi dell’Aula Gotica ai Santi Quattro Coronati, le caratteristiche del Pantheon e così via dicendo. Informazioni, curiosità, risorse iconografiche, video, stimoli per la ricerca, suggerimenti di itinerari: a fine quarantena, e dopo aver letto il post dedicato, siamo tornate a Piazza Navona e l’abbiamo guardata con occhi diversi (e sì che ci eravamo già state tante volte!…).

Laboratorio sul Medioevo ai Santi Quattro Coronati [Cortesia Bianca Altavista]
Laboratorio sul Medioevo ai Santi Quattro Coronati
Settembre 2020, la morsa delle restrizioni causa virus si è ormai allentata, la frequenza a scuola riparte (almeno per alcuni cicli scolastici), e il progetto APPasseggio nella Storia, pochi mesi prima proposto anche online, torna ad essere “in carne ed ossa”, e si rivela pienamente indicato per consentire ai ragazzi un ritorno alla didattica sempre stimolante e soprattutto, visti i tempi che corrono, sicuro. Stimolante, perché offriamo un nuovo modo di guardare e conoscere la nostra città, che con la sua bellezza unica già ci aiuta molto. Sicuro, perché si tratta di didattica en plein air che favorisce pertanto il distanziamento.

Laboratorio di continuità a Villa Borghese [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Laboratorio di continuità a Villa Borghese
Precisiamo che il ricorso alla lezione all’aperto è una prassi molto antica – basti pensare alla Scuola Peripatetica di Aristotele nel IV secolo a.C. – e in questo momento rappresenta l’unica opportunità per svolgere lezioni in presenza in sicurezza in molte scuole italiane.

Tuttavia, è nella progettazione e nelle modalità scelte per le lezioni che si misura l’efficacia di queste attività e si rileva un impatto significativo sulla scuola.

Un’esperienza unica in una città unica

APPasseggio nella Storia, infatti, non consiste solo in lezioni condotte all’aperto (il cosiddetto outdoor learning, della cui validità e utilità comunque non dubitiamo, ci mancherebbe) con le stesse modalità con cui verrebbero tenute in classe, quanto piuttosto in veri e propri laboratori didattici  itineranti che prendono spunto dal patrimonio culturale urbano, posto in relazione con la programmazione e la progettazione didattica svolta dalle insegnanti  (outdoor education). Presso l’IC Visconti ha preso corpo così un progetto composto da cicli di passeggiate, concepite per le scuole primarie e per le secondarie di primo grado, elaborate di fatto classe per classe, con tanto di programma settimanale distribuito nell’arco di almeno quattro mesi, o addirittura per tutto l’anno scolastico.

Lezione di storia sul Medioevo al Campidoglio [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Lezione di storia sul Medioevo al Campidoglio
L’esperienza si segnala per l’alta frequenza delle uscite svolte, a cadenza settimanale o quindicinale; per la varietà dei contenuti proposti e sviluppati; per la priorità data allo studente, chiamato di volta in volta ad interagire grazie all’uso di materiale didattico creato ad hoc per ogni singolo laboratorio, da utilizzare anche successivamente all’uscita; per il confronto costante fra i docenti e gli operatori didattici;  per l’articolazione dei contenuti delle uscite in linea con la programmazione scolastica, al fine di offrire ai ragazzi un riscontro evidente, quasi tangibile e “in tempo reale”, di ciò che essi studiano sui libri; per le capacità specifiche acquisite camminando attraverso secoli di storia e di arte (ed in questo la città di Roma costituisce praticamente un unicum, dall’archeologia al Medioevo, dal Rinascimento al Barocco, da Roma Capitale alla Marcia su Roma, dalla Liberazione fino ai giorni nostri).

Senza tema di presunzione, infatti, diciamo che a Roma non c’è argomento che non si possa trattare: dal centro storico alla periferia, infatti, il nostro territorio urbano offre testimonianze che vanno dall’età preistorica alla contemporanea. Tutto sta nel saperle vedere, valorizzare, contestualizzare, collegare fra loro, e nel saper rintracciare (o creare ex novo) un filo conduttore pertinente e coerente, per proporre infine una narrazione vivace nei modi, densa nei contenuti, varia nei dettagli. Roma si offre insomma agli studenti come un vero e proprio laboratorio didattico a cielo aperto, un immenso esperimento di ricerca e studio sul campo in cui gli alunni osservano e rielaborano camminando attraverso la Storia e il Tempo.  Ogni passeggiata-laboratorio ha la durata di due ore, talvolta tre, a partire dal momento dell’uscita da scuola fino al rientro in aula.

Apprendere a documentare attraverso la fotografia [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Apprendere a documentare attraverso la fotografia
Veniamo dunque al dato concreto, ed ecco qualche esempio di attività didattiche proposte da APPasseggio nella Storia, perfezionate con il Dipartimento di Lettere dell’IC “Visconti”:

  • il laboratorio di accoglienza, vero e proprio itinerario personalizzato per ogni tipologia di classe della secondaria di primo grado per accogliere gli studenti e far loro conoscere il quartiere nel quale è ubicata la scuola, nella fattispecie Monti;
  • il laboratorio cartografico, esercitazione su porzioni di antiche mappe di Roma (da quella del Bufalini del 1551, a quella del Nolli del 1748, al Censo pontificio del 1866, per citare alcune fra quelle da noi proposte agli studenti) per conoscere e ri-conoscere il proprio territorio seguendone le trasformazioni nel tempo e nello spazio;
  • il laboratorio lessicografico, ossia imparare a usare le parole giuste per diventare padroni di un importante ambito espressivo della lingua italiana, quello artistico e architettonico; conoscere e saper descrivere luoghi e monumenti della nostra città, perché saper trovare i termini esatti e pertinenti per descrivere un oggetto o una situazione consente di esprimersi con precisione, in maniera inequivocabile, e di evitare fraintendimenti e confusioni;
  • il laboratorio fotografico, ovvero il telefono cellulare non solo come fine ma anche come mezzo, come strumento per guardare la realtà, riprodurla e documentarla attraverso immagini costruite secondo indicazioni e regole compositive ben precise, con qualche nozione di tecnica fotografica per produrre fotografie ragionate, pensate, consapevoli. Le immagini sono un ricordo, un ritratto, una rielaborazione di una percezione, ma anche un appunto visivo;
  • l’escape game all’aperto, vera e propria sfida a squadre su alcuni temi storici, dall’archeologia, al Rinascimento all’età contemporanea, e che mira a far acquisire alcune competenze-chiave degli studenti (lavoro in team, problem solving, capacità deduttive) in maniera divertente;
  • il laboratorio di cittadinanza e legalità che costituisce un vero e proprio momento di riflessione e scambio tra gli studenti-cittadini: come per esempio il laboratorio didattico su Raffaello, destinato alla scuola secondaria di primo grado, durante il quale riflettere su concetti già presenti, in nuce e/o in forma esplicita, nella prima età rinascimentale e portati a compimento proprio dal lavoro di Raffaello: beni comunibeni culturalitutela, fruizione, valorizzazione del patrimonio culturale (sia esso artistico, paesaggistico, storico, letterario, linguistico, etnografico ecc.).

Ecco spuntare i primi frutti…

Quali sono i risvolti didattico/educativi germogliati da questa esperienza di scuola diffusa?

Camminare e orientarsi in città: ma i giovanissimi ne sono davvero capaci? Sono in grado di andare da un luogo all’altro, di percorrere distanze, di riconoscere  segnaletiche di divieto o di prescrizione, di sapere immaginare i luoghi completamente diversi da come appaiono oggi? Ciò che per un adulto è ormai esperienza acquisita e scontata (e neanche sempre, per la verità…) per i più giovani è una competenza da promuovere, un percorso formativo da sviluppare. Quale migliore palestra se non il camminare, usufruendo al contempo dello stimolo all’osservazione suggerito dall’occhio esperto di un accompagnatore competente e pratico?!

Imparare a prendere appunti: all’aperto, in piedi, seduti, in mezzo ai rumori del traffico cittadino, fra continui stimoli visivi e sonori… un’operazione di concentrazione, filtraggio adeguato degli stimoli percettivi tutt’intorno affinché non diventino distrazioni che inficiano l’efficacia della lezione.  Tecnica non facile, tutta da apprendere e da raffinare nel corso di anni e anni di studio, poiché saper annotare bene significa saper estrapolare l’essenziale, saper individuare (all’interno della struttura di un testo come davanti a un quadro o ad un edificio) gli elementi portanti del discorso, quell’ossatura concettuale attorno alla quale, se eventualmente restano tempo durante la passeggiata e spazio sul quaderno, aggiungere ulteriori informazioni e dettagli. Una vera e propria arte di prendere appunti, siano essi scritti, sonori, visivi o in forma di mappa concettuale.  Per gli studenti più giovani si tratta di una capacità tutta da sviluppare, naturalmente, e a tale scopo risulta utilissimo fornire loro anticipatamente le parole-chiave della lezione, ossia i contenuti fondamentali dell’itinerario sintetizzati in tre parole, e indicati proprio nei luoghi-chiave dell’itinerario. Così gli studenti, già in loco, possono collegare il luogo al concetto, l’elemento architettonico (o urbanistico, o naturalistico, o altro) al contenuto trattato durante il percorso.  Tale esperienza potenzia quanto avviene nelle lezioni in classe e in altre attività scolastiche, come il corso di metodo di studio offerto dall’IC “Visconti” per le classi prime della scuola secondaria, in cui si lavora in modo particolareggiato alla metacognizione e alle tecniche per prendere appunti.

L'arte di prendere appunti [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
L’arte di prendere appunti
Saper leggere e interpretare le diverse fonti che ci consentono di conoscere il territorio e di orientarci in esso: non solo i più macroscopici e celeberrimi monumenti, ma anche targhe, lapidi, toponimi, segnaletica verticale ed orizzontale, insegne antiche e moderne, tombini e molto altro.

Imparare a osservare e interpretare sotto il portico della Basilica dei Santi XII Apostoli [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Imparare a osservare e interpretare sotto il portico della Basilica dei Santi XII Apostoli
Imparare ad ascoltare: gli alunni sono sì chiamati a interagire, ma anche ad ascoltare le informazioni storiche, le indicazioni spaziali, gli avvertimenti e i suggerimenti dati dall’operatore che li accompagna. Sia esso la guida o l’insegnante, o spesso entrambi, o siano anche incontri tanto fortuiti quanto interessanti (un vecchio abitante del quartiere, un negoziante, un testimone della vita del luogo), i ragazzi imparano a uscire dalla loro dimensione individuale e ascoltano. E qualche volta, perché no, hanno la fortuna di imbattersi in incontri inattesi!!!

Serendipity: l'incontro con Tom Cruise sul set di Mission Impossible ai Fori imperiali [Cortesia Bianca Altavista]
Serendipity: l’incontro con Tom Cruise sul set di Mission Impossible ai Fori imperiali
Acquisire un metodo: percorrere un itinerario, orientarsi, osservare, ipotizzare, documentare, misurare, fotografare, realizzare uno schizzo… di volta in volta gli studenti applicano diverse tecniche nella loro veste di giovani storici.

Documentare con la fotografia [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Documentare con la fotografia
Dalla foto allo schizzo [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Dalla foto allo schizzo
Tutto questo è sintetizzato in un video:

Da un sapere all’altro

Per chi progetta e propone la didattica diffusa, la chiave di lavoro non può che essere l’interdisciplinarità. Spieghiamo: ogni lezione approfondisce un argomento in particolare, ad esempio per la lezione sul Monachesimo o per quella sulle vicende del Ghetto il fil rouge è la storia, per quella sul Rinascimento è l’architettura, per quella sul Colosseo l’archeologia, per quella su Galileo la scienza, e così via. Tuttavia il sostrato comune a tutte le nostre lezioni è comunque quello storico, e il nome del progetto APPasseggio nella Storia sta lì a ribadirlo. Per comprendere il tempo attuale, i modi e le forme con cui la realtà oggi ci si presenta, infatti, non si può prescindere dalla conoscenza dei fatti del passato. La Storia come base, dunque, ma c’è di più, ed ecco ancora un paio di esempi:

  • durante la passeggiata dedicata a Galileo Galileo, itinerario che trova il suo focus presso la chiesa di Sant’Ignazio, sarà di fatto impossibile districare l’intreccio (estremamente affascinante, per altro) fra scienza, storia, religione, pittura, architettura;
  • durante la nostra “circumnavigazione” del Vittoriano sarà impossibile non parlare allo stesso tempo di Storia (dalla antica alla recente, fra l’altro), architettura, urbanistica, fino alle tecniche di comunicazione di massa.

Una distinzione rigida fra le diverse discipline sarebbe non solo ardua, ma persino metodologicamente sbagliata poiché l’obiettivo del laboratorio è appunto allenare all’elasticità mentale, sviluppare la capacità di passare da un ambito di conoscenze ad un altro per saperle poi mettere in relazione fra loro.

La programmazione didattica: un riferimento imprescindibile

Occorre a questo punto spiegare come programmare i contenuti e i ritmi di lavoro: le passeggiate non sono unità didattiche chiuse e autosufficienti né tantomeno diversivi avulsi dal percorso scolastico e privi di connessioni con le lezioni in aula. Le attività di APPasseggio, inserite nel modello di Scuola diffusa nel territorio, sono inserite nella progettazione didattica del Dipartimento di Lettere e seguono il taglio tematico e la pianificazione data dalla scuola.

Un lavoro in fieri, pertanto, che per essere efficace non può non seguire le indicazioni dei singoli insegnanti o non avvalersi dei loro suggerimenti. Si potrebbe obiettare a questo punto che così si scivola nell’eccesso di personalizzazione del lavoro, eppure non è così. Certamente il lavoro dell’operatore affianca quello del singolo insegnante, e certamente si rende necessario un riscontro quasi a-tu-per-tu fra docente e operatore. Ma affinché questo tipo di didattica (itinerante, sul territorio o diffusa che dir si voglia) sia efficace, è assolutamente necessario sapere cosa i ragazzi sanno e cosa no, quali parti del programma hanno già svolto e quali non ancora. Poiché le passeggiate vengono svolte con ritmo costante e frequente, è nella collaborazione fra docenti e operatori che risiede una delle chiavi dell’efficacia dell’intero progetto. Altrimenti il parlare della guida diventa un soliloquio privo di nessi rispetto a ciò che i ragazzi hanno già studiato, e così va a finire che i fanciulli non capiscono, non si appassionano, si distraggono e in meno di mezz’ora vanno a farsi friggere tutti gli scopi per ottenere i quali ci si era tanto preparati.

Un po’ di psicologia serve sempre…

Il ruolo dell’insegnante è dunque fondamentale non solo in funzione della programmazione, ma anche perché consente all’operatore di conoscere le dinamiche relazionali e comportamentali che si generano fra gli alunni. Dinamiche che emergono sistematicamente durante le passeggiate, e che possono diventare risorsa o, viceversa, elemento di disturbo se non conosciute o mal gestite da parte degli educatori. Ad esempio, vale sempre la pena di tentare di coinvolgere il ragazzino, apparentemente solo chiassoso e di disturbo, per dargli la visibilità che in fondo cerca e per coinvolgerlo in un’osservazione guidata del paesaggio urbano o in un confronto di gruppo: in una situazione del genere il docente, che conosce i propri alunni, può aiutare a risolvere l’impasse.

Escape Game al Circo Massimo [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Escape Game al Circo Massimo
Si sono poi rivelate più che efficaci le attività di gioco: rompicapi, quiz, enigmistica, giochi di parole sono tutti espedienti offerti attraverso materiali didattici integrativi (brochure, fascicoli, mappe ecc.) per insegnare alleggerendo spiegazioni che alcuni ragazzi faticano a seguire, senza però perdere di vista l’apprendimento.

Cimentarsi in una sfida... [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Cimentarsi in una sfida…
Il progetto APPasseggio nella Storia viene calibrato anche per le esigenze di alunne e alunni con disabilità: occorre allora valutare tempi di percorrenza adeguati, elaborare materiali didattici personalizzati ma al tempo stesso escogitare pretesti di interazione con i compagni di classe. Un esercizio di descrizione di un monumento, ad esempio, è qualcosa che si può fare tutti insieme, favorendo così non solo l’apprendimento ma anche l’inclusione e la condivisione.

Un primo bilancio: loro…

Ed eccoci giunti nel mezzo del cammino di questo difficile anno scolastico. L’esperienza condotta sino ad ora è stata più che positiva. Insomma, i ragazzi stanno imparando a:

  • sviluppare il loro senso dell’orientamento, anche attraverso la consultazione di mappe antiche;
  • conoscere meglio la città;
  • porsi in relazione con gli educatori esterni, ovvero figure adulte che non siano solo i familiari stretti o gli insegnanti;
  • stabilire collegamenti logici, cronologici e contenutistici fra una uscita e l’altra;
  • studiare avendo sotto i piedi e davanti agli occhi l’oggetto concreto dello studio, delle parole lette sui libri;
  • studiare articolando fonti diverse, oltre al libro e alla lezioni in classe;
  • socializzare in situazioni diverse dall’aula, dal banco o dal corridoio, ma circondati da belle cose da osservare insieme e da condividere;
  • apprezzare la pratica del camminare;
  • e chissà quanti altri pensieri gireranno nelle loro teste durante queste uscite…

 … e noi!

E noi educatori? Cosa impariamo noi? Certamente molto, anche noi:

  • a calarci nei panni dei giovanissimi chiedendoci come rendere effettivamente interessanti, quasi seducenti, marmi antichi e storie del passato, lontano o vicino che esso sia;
  • a elaborare strumenti didattici utili, efficaci, che sollecitino spirito di osservazione e senso critico;
  • a stimolare le loro attitudini senza tuttavia giudicare i loro gusti, i loro timori, le loro lentezze;
  • a saperli ascoltare, anche noi a nostra volta, nelle loro distrazioni e fragilità, apparenti o reali;
  • a non cedere alle loro provocazioni, consapevoli o meno;
  • e chissà quanto altro ci aspetta ancora…

Nonostante il virus…

E infine qualche osservazione circa l’emergenza Covid-19. La prima, le improvvise interruzioni delle uscite a causa delle imprevedibili quarantene: in più di un’occasione, infatti, abbiamo dovuto sospendere le uscite di una classe a causa di qualche caso di positività al virus che ha bloccato tutti gli alunni. Nessun problema, una volta finita la quarantena si riprende laddove interrotto, senza colpo ferire.

E se la quarantena scatta solo per qualcuno e non per tutta l’intera classe? Anche in questo caso l’impasse è presto risolto, poiché sarà cura dell’insegnante tenere aggiornato lo studente in isolamento, grazie anche al materiale didattico fornito e perché sono possibili collegamenti video (tramite telefono cellulare) proprio durante la passeggiata. In altre parole, ad esempio, è capitato che mentre l’operatore ripercorreva con gli alunni i principali momenti della Presa di Roma avvenuta il 20 settembre 1870, l’insegnante riprendeva la lezione collegandosi in videochiamata con lo studente costretto a casa.

Via XX settembre. Didattica a distanza dal vero per chi sta in quarantena [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY NC ND]
Via XX settembre. Didattica a distanza dal vero per chi sta in quarantena
In altri casi, alunne e alunni presenti hanno effettuato delle registrazioni a beneficio degli assenti, riportando i contenuti dell’attività, come si può vedere in questo video:

A mali estremi, estremi rimedi, ma meglio di niente!

E poi, a proposito delle mascherine: sebbene alcuni ragazzi si siano mostrati (talvolta ostentatamente) insofferenti alle costrizioni, quasi tutti hanno saputo fare lo sforzo di indossare la mascherina nel giusto modo.

Ecco dunque un’altra lezione appresa, forse la più importante: il rispetto delle norme del vivere civile e della convivenza sociale.

Alla prossima puntata!

Attendiamo adesso di vedere come proseguirà questo intenso anno scolastico, per tirare le somme definitive a giugno di questa già assai bella esperienza. Comunque andrà, è senz’altro un’esperienza riuscita.

[a cura di Gabriela Häbich, Chiara Morabito, Maria Teresa Natale, Priscilla Polidori e del Dipartimento di lettere dell’IC Visconti]

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