Terzo giorno, terza tappa del nostro cammino a piedi lungo la Via del Tratturo: da Villa Scontrone a Roccasicura, circa 23 chilometri, più faticosa delle altre, anche per via del caldo, sempre più cocente.
Dopo una meravigliosa colazione con Rita, lasciamo il B&B Le Masserie.
Fa molto caldo oggi, purtroppo l’agriturismo Il Tratturo, in contrada Friscialete, non ha aperto quest’anno a causa del Covid e quindi siamo costretti a riprogrammare il fine tappa nel borgo di Roccasicura che ci costringe ad allungare la strada nella parte finale di diversi chilometri sull’asfalto. Rita ci viene incontro e con la macchina ci accompagna fino alla Taverna della Zittola, dove iniziamo il nostro cammino. Se fossimo partiti a piedi, avremmo costeggiato una cava, un ex orfanotrofio, un ex birrificio, che scorgiamo distanti dai finestrini della macchina.
Rita ci racconta che la Taverna della Zittola, nota anche come il Casone di Vallesalice, veniva chiamata anche la Taverna del Vescovo. L’edificio, che necessiterebbe di interventi di restauro, prospetta sulla piana circostante, dove un tempo sostavano le greggi, proprio nel punto di biforcazione tra il tratturo Pescasseroli-Candela (oggi coincidente con la SS 17) e il tratturo Castel di Sangro-Lucera, che nel primo tratto correvano quasi paralleli, a una distanza di circa dieci chilometri l’uno dall’altro.
Dopo aver salutato calorosamente Rita, ci incamminiamo verso i colli di Montalto lasciando il primo tratturo per il secondo, alle spalle un bellissimo panorama sul Monte Meta con qualche sprazzo di ghiaccio ancora non sciolto.
Con facilità oltrepassiamo tramite un sottopasso la SS 652 Fondovalle Sangro e proseguiamo tra sentiero e mulattiera. Ben visibile nella foto il segnale bianco e rosso RT6 (Regio Tratturo n. 6).
Saliamo lungo una mulattiera tra ginestre e cespugli di fiori coloratissimi, alternando tratti assolati a zone d’ombra.
Lungo il percorso, una sosta è d’obbligo alla bella Fonte del Sambuco, ancora frequentata da greggi di animali.
A un certo punto percorriamo un tratto piuttosto fangoso della mulattiera all’interno di un bosco, dove ci aiutiamo con il GPS per ritrovare la traccia non sempre evidente.
Man mano che proseguiamo la vegetazione folta ci costringe a usare le bacchette per facilitarci il passaggio tra i rovi infestanti. Alla fine raggiungiamo una strada asfaltata nei pressi di un pericoloso tornante con un cartello TRATTURO.
Poco dopo poco raggiungiamo Montalto, frazione di Rionero Sannitico, sviluppatasi proprio lungo il Castel Di Sangro – Lucera e munita di abbeveratoi. Sulle colline si conservano recinti sannitici, segno che la zona è stata frequentata da tempi antichissimi.
Proseguiamo e sostiamo per un lungo e meritato picnic sotto un abete all’altezza di Casale Pece.
Raggiunta la Fonte Canonica, il tratturo si perde nell’impenetrabile foresta di rovi e siamo costretti a una lunga deviazione lungo l’asfalto che non abbandoneremo più sino alla meta di Roccasicura. Proprio in questo tratto incrociamo con lo sguardo un nutrito branco di cinghiali e cinghialetti che sta risalendo in direzione opposta alla nostra e che non ci degna di uno sguardo.
Poco prima del ponte sul Torrente Vandra, imbocchiamo un cortissimo sentierino che conduce a una cascatella. Ne approfittiamo per riposarci all’ombra dopo la lunga discesa sull’asfalto che ci ha massacrato le ginocchia. Incredibile, non abbiamo incontrato nessuno per tutto il giorno e invece, proprio qui, dopo cinque minuti, arriva Piero con il suo assetatissimo cane Kentucky che ci conferma che la salita per il borgo non sarà una passeggiata. Ci rimettiamo in cammino. A metà della salita miracolo: Piero si ferma col suo furgone stracarico di materiali: impietosito, ci carica tutti gli zaini e a due a due ci porta fino alla piazzetta di Roccasicura, risparmiandoci un fine tappa faticosissimo lungo una serie di tornanti.
Roccasicura si presenta come un borgo molto grazioso di origine longobarda, sviluppato intorno a due piazze e arroccato intorno al castello e alla chiesa di San Leonardo.
Scesi dal furgone, sosta al winebar di Enzo per una bevanda rinfrescante, vorremo offrir qualcosa a Piero, ma sarà più rapido di noi nel pagare il conto. Primo incontro con l’ospitalità molisana che non ci abbandonerà fino alla fine del cammino.
Come alloggio, abbiamo prenotato al B&B Torre dell’Orologio, delizioso, accogliente, ben arredato, in posizione eccezionale in cima al borgo.
Per cena, unica possibilità un piatto di pasta e una porzione di friarielli al bar di Ezio, che ci timbra anche il salvacondotto.
Star seduti a uno dei tavolini in piazza è un’esperienza per capire meglio il borgo, frequentato in estate per lo più da isernini (Isernia è a venti minuti di macchina) e nativi di Roccasicura che tornano presso le loro case durante il week-end e in estate. Se nel tardo-pomeriggio, la piazza è animata soprattutto da uomini, giovani e anziani, intenti a far quattro chiacchiere al bar, a serata inoltrata escono anche le ragazze, ben vestite, per lo struscio in piazza mentre una banda di ragazzini scorrazza in bicicletta. Terminiamo la serata di quest’altra bellissima giornata con una sfida a bigliardino…
[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]
- La Via del Tratturo, tappa 1: da Pescasseroli a Villetta Barrea
- La Via del Tratturo, tappa 2: da Villetta Barrea a Villa Scontrone
- La Via del Tratturo, tappa 3: da Villa Scontrone a Roccasicura
- La Via del Tratturo, tappa 4: da Roccasicura a Civitanova del Sannio
- La via del Tratturo, tappa 5: Civitanova del Sannio a Castropignano
- La Via del Tratturo, tappa 6: da Castropignano a Campobasso
- Cosa vedere a Campobasso in due mezze giornate