La Via del Tratturo, tappa 6: da Castropignano a Campobasso

Sesta e ultima tappa del nostro cammino a piedi lungo la Via del Tratturo: da Castropignano a Campobasso, circa 17 chilometri, semplice, ma percorsa con una temperatura troppo alta essendo luglio. Anche questa una bella tappa lungo il tratturo Castel di Sangro-Lucera, con un po’ di avventura e begli incontri…

Dopo una lauta colazione, lasciamo Castropignano e scendiamo a valle verso il fiume Biferno. Poco prima di raggiungere la SS 647 Fondo Valle Biferno, costeggiamo la chiesetta tratturale di San Giacomo.

Castropignano, chiesetta tratturale di San Giacomo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Castropignano, chiesetta tratturale di San Giacomo
Sopra la porta d’ingresso una curiosità: un piccolo rilievo raffigura due pastori inginocchiati accanto alla croce con un rosario in mano.

Castropignano, chiesetta tratturale di San Giacomo, rilievo con pastori [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Castropignano, chiesetta tratturale di San Giacomo, rilievo con pastori
In breve tempo raggiungiamo il punto di guado sul fiume Biferno. Essendo estate, le acque non sono troppo alte, l’alveo può essere attraversato. Ci togliamo le scarpe, arrotoliamo il più possibile i pantaloni verso l’alto e con l’aiuto dei bastoncini lo attraversiamo, facendo attenzione a non scivolare per non bagnare gli zaini.

Guado del fiume Biferno [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Guado del fiume Biferno
Nessuno finisce in acqua per fortuna e quindi, dopo esserci risistemati, imbocchiamo una sterrata verso Santo Stefano, a tre chilometri di distanza. Giunti a una certa altezza scorgiamo in lontananza la solitaria rocca d’Oratino con una bella torre medievale. Una serie di scavi archeologici ha dimostrato che la rocca era fortificata già durante l’Età del Bronzo.

La rocca d'Oratino vista dalla via del Tratturo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La rocca d’Oratino vista dalla via del Tratturo
Quando arriviamo a Santo Stefano siamo già sfiancati dal caldo e ci fermiamo almeno mezz’ora alla fontanella nei pressi dell’edicoletta con una Madonna Nera.

Fontanella nella frazione di Santo Stefano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Fontanella nella frazione di Santo Stefano
Dopo aver riempito anche le borracce riprendiamo il percorso lungo il tratturo, sempre perfettamente riconoscibile e quasi mai coincidente con l’asfalto. Unica criticità: l’assoluta mancanza di ombra per lunghi tratti. La vegetazione è secca, il terreno riarso.

Verso Campobasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Verso Campobasso
Giunti nel territorio di Ripalimosani, scorgiamo una casa rurale a poca distanza dal tratturo, c’è movimento davanti alla porta e decidiamo di avvicinarci per chiedere acqua. Abbiamo così l’opportunità di far conoscenza con il contadino Nicola in compagnia della moglie Rosa e della figlia Albina.

Casa rurale lungo la Via del Tratturo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Casa rurale lungo la Via del Tratturo
Ci raccontano che vivono a Ripalimosani ma che vengono spesso qui per curare l’orto e passare il tempo. Ci invitano a entrare in cucina per rifornirci d’acqua, stavano per mettersi a tavola e gustare una pietanza a base di pasta, patate, fagioli e baccalà.

Pasta, patate, fagioli e baccalà [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Pasta, patate, fagioli e baccalà
Non posso fare a meno di chiedere il permesso di scattare un paio di foto all’appetitoso contenuto della padella. Dopo qualche minuto riprendiamo il cammino e Rosa insiste per regalarmi qualche cetriolo. Non ho il coraggio di dirle che in questo modo lo zaino si appesantisce, sarebbe assolutamente scortese e quindi accetto con gioia. Sarà uno degli incontri della Via del Tratturo che ricorderemo a lungo. Proseguiamo il cammino, ma alla prima traccia d’ombra ci fermiamo per riposarci.

Momento di sosta [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Momento di sosta
Giungiamo alla periferia di Campobasso, fino alla ristrutturata Taverna del Cortile, all’altezza dello svincolo tra ben tre strade statali (SS 87 Sannitica, SS 645 Fondo Valle del Tappino e SS 647 Bifernina). Da sempre questo luogo ha rappresentato un punto di snodo importantissimo che attraverso importanti tratturelli metteva in comunicazione il tratturo Castel di Sangro-Lucera con il Pescasseroli-Candela, il Celano-Foggia e l’Ateleta-Biferno.

Ex taverna del Cortile [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ex taverna del Cortile
La periferia di Campobasso è piuttosto sporca e camminiamo in mezzo a tanta immondizia. Non è piacevole, così decidiamo, anche per la temperatura cocente, di saltare gli ultimi due chilometri e mezzo e prendere un autobus dopo aver acquistato i biglietti in una tabaccheria lungo la trafficata e pericolosa SS Sannitica. L’autobus ci lascia a Piazza Gabriele Pepe, termine del nostro cammino. Brindiamo alla nostra avventura felicemente conclusasi presso lo storico Caffè Lupacchioli, frequentato negli anni da locali e visitatori prestigiosi, dal re del Belgio Leopoldo II alla regina inglese Vittoria, dal re d’Italia Vittorio Emanuele II al re Ferdinando II delle Due Sicilie. Fiore all’occhiello della pasticceria è il pannocchio, noto come panettone di Lupacchioli, a base di farina di mais, cereali misti e gocce di cioccolato fondente.

I Reali si affacciano dal balcone della ex Regia Prefettura di fronte al Caffè Lupacchioli
I Reali si affacciano dal balcone della ex Regia Prefettura di fronte al Caffè Lupacchioli

A pochi passi dal caffè ci fermiamo presso il negozio di prodotti tipici molisani Chocolat, in piazza Pepe 21, per ritirare l’attestato del cammino. Il titolare fa parte dell’Associazione “Il Molise non esiste” e ci spiega che questo è un marchio registrato utilizzato da una serie di aziende artigiane attive sul territorio, che espongono alcuni dei prodotti in questa bottega.

Ci dirigiamo quindi verso il nostro alloggio, il grazioso e comodo B&B La Torre del Re, nel quartiere murattiano e concludiamo la serata con un’ottima cena da Aciniello, che propone un menù molto variegato presentato dal cameriere su una comoda lavagna portatile.

Cena molisana presso il Ristorante Aciniello a Campobasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Cena molisana presso il Ristorante Aciniello a Campobasso
È stato un bel cammino, interessante, ricco di memorie storiche e di incontri, 120 chilometri percorsi insieme a dei compagni di viaggio eccezionali con i quali non vedo l’ora di ripartire per altre avventure in cammino.

Prima di tornare a Roma decidiamo di dedicare mezza giornata alla visita di Campobasso, assolutamente raccomandabile, di cui dirò nel prossimo  e ultimo post dedicato alla Via del Tratturo.

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

 

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