Antica Trasversale Sicula: da Palazzolo Acreide a Giarratana, il paese dei cipuddari

Come sempre, partiamo di buona mattina per la tappa in programma lungo l’’Antica Trasversale Sicula, di circa 17 km, che ci conduce da Palazzolo Acreide, nel Siracusano a Giarratana, nel Ragusano.

Colazione a Palazzolo Acreide [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Colazione a Palazzolo Acreide [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lasciamo di buonora il nostro comodo alloggio nei pressi di piazza Pretoria e facciamo colazione all’aperto da Mob, un simpatico caffè che apre presto la mattina. Ripercorriamo il paese in direzione dell’area archeologica di Akrai e imbocchiamo un bel sentiero in discesa coincidente con l’antica via Selinuntina, l’arteria che i Greci d’Occidente crearono per collegare Siracusa con le sub-colonie di Akrai  e Kasmenai per poi proseguire verso Kamarina, Akragas (Agrigento) e Selinunte.

A pochi passi da Palazzolo Acreide lungo la Via Selinuntina [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
A pochi passi da Palazzolo Acreide lungo la Via Selinuntina [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Giunti a valle ci ricolleghiamo nuovamente, anche se per un breve tratto con la ex Ferrovia Siracusa-Vizzini e oltrepassiamo un’ennesima galleria.

Galleria della ex ferrovia Siracusa-Vizzini [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Galleria della ex ferrovia Siracusa-Vizzini [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Dall’alto del percorso, avvistiamo gli scarsi resti di Casmene (Kasmenai), poco scavata e vandalizzata dai tombaroli. Difficile immaginare che fosse una città molto importante dal punto di vista strategico con una cinta muraria di 3400 metri e un impianto urbanistico complesso con 38 strade parallele, abitazioni, un tempio, dei mulini. Era una colonia siracusana, fondata nella metà del VII secolo a.C. lungo la via Selinuntina con funzione di controllo della Sicilia entrale, abbandonata dopo circa 300 anni con la decadenza del dominio siracusano.

La freccia rossa indica la localizzazione dei resti dell'antica Casmene [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La freccia rossa indica la localizzazione dei resti dell’antica Casmene [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il percorso è scoperto e fa molto caldo, decidiamo quindi di abbandonare la traccia principale per una variante secondaria che ci porta a camminare su terreni arati di recente e a scavalcare fili spinati per ritrovare il percorso, scarsamente riconoscibile. Non potendo proseguire, cerchiamo quindi di riguadagnare la traccia originaria non prima che un allevatore di zona gentilmente ci abbia rifornito di acqua le borracce. Avremmo voluto raggiungere l’abitato antico di Terravecchia con i ruderi del castello e della chiesa di San Giovanni indagati in collaborazione con l’Università francese di Piccardia, ma fa troppo caldo, sarà per un’altra volta.

In cammino negli Iblei [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
In cammino negli Iblei [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Durante una delle estati più calde del secolo, anche qui in Sicilia, forse l’unica regione a non essere ancora in emergenza idrica quest’anno, il terreno in alcuni punti è sempre più riarso.

Anche sugli Iblei la siccità inizia a farsi sentire [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Anche sugli Iblei la siccità inizia a farsi sentire [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ad ogni buon conto, dopo un tratto asfaltato un po’ troppo lungo per i nostri gusti, ci immettiamo nell’antico Sentiero Ibleo, coincidente con la Trasversale in alcuni tratti, un sentiero datato che mette in comunicazione Monterosso con Chiaramonte Gulfi, battuto in antico da agricoltori e allevatori locali e da frati e pellegrini in cammino.

Cippo del Gran Sentiero Ibleo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Cippo del Gran Sentiero Ibleo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ancora non abbiamo accennato nel nostro racconto ai Monti Iblei che stiamo percorrendo da giorni: si tratta di un complesso montuoso calcareo-marnoso, inciso – come abbiamo visto – da fiumi e torrenti meandriformi che nei secoli hanno scavato profonde gole, che qui chiamano “cave”. La cima più elevata è il Monte Lauro (così chiamato poiché in passato erano presenti molti alberi di alloro) dal quale si diramano a raggiera i lembi che digradano in ogni direzione. Gli Iblei costituiscono la propaggine settentrionale della placca mediterranea, anzi a voler essere più precisi di una placca secondaria, nota come siculo-iblea, incastrata tra la placca euroasiatica e africana, responsabile dei forti terremoti in questa parte dell’isola.

Verso Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Verso Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ed eccoci finalmente giunti, un po’ cotti, a Giarratana (520 m s.l.m.), vero e proprio borgo agricolo, il comune più piccolo del Ragusano alle pendici del Monte Lauro, costruito dopo che il precedente insediamento, sulla collina di Terravecchia, andò distrutto nel devastante terremoto del 1693.

Ingresso a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ingresso a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Prendiamo alloggio al Night&Day, una locanda per lavoratori e viaggiatori di passaggio. Al piano terra, il bar che è anche gelateria, pasticceria, tabaccaio, giornalaio e betpoint, è frequentato soprattutto da operai locali e ragazzi. Prima di guadagnare le stanze, ci rinfreschiamo con birre e granite, mentre RadioItalia trasmette in sottofondo musica e video.

Ci rinfreschiamo in un bar di Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Ci rinfreschiamo in un bar di Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Non ci mettiamo molto a visitare la parte storica del paese: dal corso XX Settembre prendiamo Corso Umberto I su cui prospetta l’edificio del Comune. Curiosamente sulla torre dell’orologio campeggia la scritta: “Lavoratori di tutto il mondo unitevi”, rivisitazione del motto “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”, frase conclusiva del Manifesto del Partito comunista di Karl Marx e Friedrich Engels, redatto nel 1848.

Il Palazzo del Comune a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il Palazzo del Comune a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
In una delle viuzze in salita, ci imbattiamo in dei curiosi tombini con un elefante. Si tratta certamente di tombini catanesi qui riutilizzati, come suggerisce la scritta SPQC (Senatatus Populusque Catanensium) che rimanda alla colonia augustea di Càtana, istituita nel  21 a.C. L’elefante, posto al centro di profilo, già presente nello stemma di Catania, rimanda al Liotru, il pachiderma di pietra lavica presente in piazza Duomo dal 1736. La A maiuscola che sovrasta l’animale è invece, secondo molti studiosi, l’iniziale di Agata, la santa patrona di Catania che nel 1357, al largo del golfo di Catania, protesse la flotta aragonese siciliana nello storico Scacco di Ognina nella quale le navi angioine napoletane ebbero la peggio.

Tombino catanese riutilizzato a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Tombino catanese riutilizzato a Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Giarratana però conserva anche resti archeologici che testimoniano la presenza romana in Sicilia, infatti in Contrada Orto, lungo la via “regia trazzera”, vennero scoperti nel 1989 i ruderi di una villa di epoca romana tardo-imperiale con mosaici pavimentali geometrici e floreali.

Come ogni sera, momento clou della giornata è la sosta culinaria. Essendo luglio, alcuni locali sono chiusi, così propendiamo per la trattoria Gusto antico dove assaporiamo penne allo scoglio e scacce. Con la simpatica proprietaria, Adriana, ci mettiamo a disquisire della cipolla di Giarratana, da cui il termine di “cipuddari” dato agli abitanti del borgo.

La cipolla di Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La cipolla di Giarratana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La cipolla di Giarratana, molto grande e piatta, il cui peso può raggiungere il chilo e che viene celebrata il 14 agosto in un’affollata sagra locale, è piuttosto dolce e può essere cucinata in molti modi. Tagliata a fette, tritata o ad anelli, è presente in tante ricette: dalle cipolle gratinate al forno alle cipolle grigliate, dalla  confettura di cipolle accompagnata a formaggi stagionati a ingrediente della scaccia ragusana o semplice condimento delle insalate.

INFORMAZIONI UTILI

Night&Day
Corso XX Settembre 12, Giarratana
Tel. 0932-976847

Ristorante pizzeria Gusto antico
Via Calatafimi 41, Giarratana
Cell. 3293653284

[Maria Teresa Natale, cammino effettuato il 6 luglio 2022]

  1. ATS: quattro passi a Sortino, borgo di pupi e pizzoli
  2. ATS: da Sortino alla Sella di Filiporto tra le antiche necropoli di Pantalica
  3. ATS: da Pantalica a Palazzolo Acreide lungo la ex ferrovia nella Valle dell’Anapo
  4. ATS: da Palazzolo Acreide a Giarratana, il paese dei cipuddari
  5. ATS: da Giarratana a Chiaramonte Gulfi lungo il bosco di Calaforno
  6. ATS: da Chiaramonte Gulfi a Comiso con sosta alla pagoda della Pace di Canicarao
  7. ATS: da Comiso al Castello di Donnafugata con il giardino esoterico
  8. ATS: da Donnafugata a Scoglitti di Camarina (la filosofia del cammino)

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