Antica Trasversale Sicula: da Chiaramonte Gulfi a Comiso con sosta alla pagoda della Pace di Canicarao

Quinto giorno del nostro cammino lungo l’Antica Trasversale Sicula, con una tappa di 23 chilometri da Chiaramonte Gulfi a Comiso.

Ancora una giornata calda e ancora una partenza di buon’ora per evitare di arrivare sotto il sole rovente. Lasciamo il paese e ci incamminiamo lungo le colline iblee, ricche di ulivi. Talvolta, alcuni hanno tronchi secolari, tant’è che vengono chiamati “saraceni”, i loro impianti potrebbero risalire addirittura alla dominazione araba.

Proseguiamo tra pascoli riarsi, campi di mais, isolati bagli. Le giornate sono calde e in questo periodo la maggior parte delle mucche staziona all’interno di capannoni.

In cammino tra i pascoli all'uscita di Chiaramonte Gulfi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
In cammino tra i pascoli all’uscita di Chiaramonte Gulfi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
A un certo punto costeggiamo un terreno interessato da un progetto per la realizzazione di un vigneto a tendone, cofinanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Si tratta di un sistema molto comune in Sicilia, per la produzione di uva da tavola e da vino, con elevati livelli produttivi e qualitativi in aree caratterizzate da un clima caldo arido.

Un vigneto a tendone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Un vigneto a tendone [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lasciamo il sentiero tra i pascoli e ci immettiamo in una bella trazzera alle pendici dei Monti Raci e Racello, ora fiancheggiata da pini, ora da ulivi, ora da macchia mediterranea costellata di conchigliette e fiori colorati.

Trazzera lungo le pendici dei monti Raci e Racello [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Trazzera lungo le pendici dei monti Raci e Racello [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Al termine della trazzera dobbiamo percorrere qualche chilometro su una strada asfaltata secondaria che ci porta in contrada Canicarao dove, oltre i resti di un vecchio acquedotto, un palazzo nobiliare affaccia sulla strada: gli antichi proprietari, i Trigona, erano un’importante famiglia marchesale siciliana che gestiva un ricco feudo agricolo. Oggi il settecentesco palazzo sembra in abbandono, anche se un cartello indica che vi ha sede la Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa che dal 1985 porta avanti progetti per sostenere persone disagiate, inclusi richiedenti asilo e rifugiati che qui devono essere stati ospitati per un certo periodo.

Verso la Pagoda per la pace di Canicarao [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Verso la Pagoda per la pace di Canicarao [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Poco oltre la villa, una freccia ci indica la direzione della pagoda per la pace, in salita. Giunti in cima al colle, suoniamo il campanello del tempio, nei pressi dello stupa buddhista. Dopo qualche minuto, ci viene ad aprire un monaco che ci informa che l’ora della preghiera è alle cinque di mattina e alle cinque di pomeriggio. Gli diciamo che siamo in cammino e gentilmente ci invita a entrare, nonostante sia passato mezzogiorno. In silenzio, con una mazza dà alcuni colpi a un gong, accende delle candele e ci invita a recitare con lui il Nam Myoho Renge Kyo. Al termine della litania, si siede, si presenta e inizia a raccontare la sua storia e quella della pagoda, alle sue spalle i ritratti di Gandhi e di Nelson Mandela.

Incontro con il monaco Giosho Moroshita [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Incontro con il monaco Giosho Moroshita [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Giosho Morishita, monaco giapponese, ormai quasi ottantenne, è venuto a Comiso negli anni Ottanta, in piena guerra fredda e ha dedicato la vita alla promozione della cultura della pace. Esponente del movimento buddhista Nipponzan Myohoj, ha avuto come maestro Nichidatsu Fujii, deceduto nel 1985 all’età di 101 anni, promotore di tanti cammini della pace e di decine di pagode per la pace nel mondo, a seguito dell’incontro ispiratore col Mahatma Gandhi nel 1931. Quattro pagode per la pace pace sono state costruite in Europa: due in Inghilterra, una in Austria e una in Italia, a Comiso. Perché proprio qui? Perché negli anni Ottanta fu deciso che Comiso avrebbe dovuto ospitare una base missilistica NATO e così in tantissimi vennero qui per protestare. Una data da non dimenticare fu l’8 agosto 1983, quando uomini e donne di età, nazionalità e ideologie diverse, manifestarono pacificamente, cercando di impedire agli autoveicoli militari di scaricare i missili nucleari cruise a traiettoria teleguidata.

Facendo qualche ricerca, ho scoperto che in realtà un aeroscalo era già stato progettato negli anni Trenta a tre chilometri da Comiso, in contrada Cannamellito, quale avamposto per controllare i movimenti degli inglesi nel Mediterraneo. Il campo d’aviazione era stato intitolato a Vincenzo Magliocco, generale siciliano dell’aviazione morto nel 1936 nell’Africa orientale italiana. L’aeroporto fu  pesantemente bombardato dagli americani nel 1943, in occasione dello sbarco in Sicilia. Dopo un lungo periodo di inattività, nel 1981, durante il governo Spadolini, fu deciso che l’area dell’aeroporto di Comiso diventasse una base militare NATO con bunker per lo stoccaggio di 112 testate nucleari da crociera, abitazioni per i militari statunitensi e le loro famiglie, una zona ricreativa con palestre, piscine e aree sportive, una chiesa, scuole e negozi, una vera e propria cittadella militare dotata di servizi e confort.

Con il crollo del blocco sovietico, la base militare venne progressivamente smantellata e definitivamente chiusa nel 1999, dopo che per quattro mesi, durante la missione Arcobaleno (iniziativa di solidarietà del governo D’Alema), l’aeroporto ospitò migliaia di profughi albanesi provenienti dal Kosovo.  A quindici anni dall’abbandono, una parte dell’area fu trasformata in moderno aeroporto a uso civile, mentre le villette a schiera per l’alloggio delle famiglie americane sono state pesantemente saccheggiate.

Lo stupa buddhista di Canicarao [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lo stupa buddhista di Canicarao [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La pagoda per la pace pace di Comiso è stata inaugurata il 24 maggio 1988. Dopo aver sfogliato un album di fotografie, salutiamo il venerabile Moroshita e ci rimettiamo in cammino, molto colpiti dall’esperienza che abbiamo appena vissuto. In silenzio arriviamo a Comiso e prendiamo alloggio al comodo El Homs Palace.

Nel tardo pomeriggio, facciamo una passeggiata nella cittadina, anch’essa ricca di storie e di monumenti. Nei pressi della Villa comunale facciamo una breve sosta presso il Monumento della Resistenza, realizzato nella tipica pietra di Comiso, grossi blocchi irregolari su cui sono scolpiti i nomi di tante vittime della guerra, del fascismo, della mafia, degli anni di piombo: i partigiani comisani, Aldo Moro, Che Guevara, i 335 fucilati alle Fosse Ardeatine, Luigi di Rosa, Vittorio Occorsio, Allende…

Comiso, Monumento della Resistenza [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, Monumento della Resistenza [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Al termine di viale della Resistenza si staglia la Chiesa di San Biagio, patrono di Comiso, sorta sui resti di una chiesa molto più antica. Sono ancora presenti le luminarie della festa del santo che ha visto la svelata del simulacro di San Biagio, la vendita all’asta del pane e dell’uva benedetti, la sfilata dei carretti siciliani, la discesa del simulacro del santo.

Comiso, la chiesa di San Biagio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, la chiesa di San Biagio [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
In una strada in salita ci fermiamo a leggere i prezzi in lire sull’elenco delle carni esposto all’esterna della vecchia macelleria “Luciano”, chiusa da anni: bistecche famiglia 9795 lire al chilo, fettine alla comitina 11840 lire al chilo, tagli pregiati 12850 lire al chilo, trippa pregiata 3475 lire al chilo…

Comiso, ex macelleria "Luciano" [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, ex macelleria “Luciano” [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Subito dopo raggiungiamo la neoclassica basilica intitolata a Maria SS. Annunziata che all’interno conserva anche un monumentale fonte battesimale in marmo e bronzo opera di Mario Rutelli, realizzato nel secondo decennio del Novecento. Un tempo era la chiesa matrice di Comiso, ma perse il titolo quando rifiutò di abbandonare il rito greco-ortodosso per rispetto a S. Nicola, al quale era intitolata l’originaria chiesa romanico-bizantina, andata distrutta nei secoli.

Comiso, L'automobile in attesa degli sposi sotto la scalinata della basilica SS. Maria Annunziata [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, L’automobile in attesa degli sposi sotto la scalinata della basilica SS. Maria Annunziata [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Nella chiesa si è appena celebrato un matrimonio e sul sagrato è stato allestito un gazebo con assaggi e bevande per il brindisi agli sposi. L’automobile li attende al termine della scalinata, addobbata con alberi e fiori finti. Nonostante il gran caldo, gli ospiti sono tutti elegantissimi e molte signore, in lungo, sfoggiano abiti dai colori sgargianti.

Proseguiamo e raggiungiamo l’area del vecchio mercato, un piazzale fiancheggiato da portici, ove un tempo si vendevano pesce e carne.

Comiso, l'area dell'ex mercato ittico [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, l’area dell’ex mercato ittico [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Alcuni ambienti ospitano la sede della Fondazione intitolata al comisano Gesualdo Bufalino, con l’interessante biblioteca, aperta al pubblico, presso cui si conservano manoscritti, edizioni italiane e straniere oltre alla biblioteca privata dello scrittore.

Comiso, la biblioteca della Fondazione intitolata a Gesualdo Bufalino [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, la biblioteca della Fondazione intitolata a Gesualdo Bufalino [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
In via Calogero Emanuele si conservano tracce delle antiche terme urbane di Diana, note dagli anni Trenta ma scavate negli anni Novanta del Novecento che hanno restituito bei mosaici a tema marino oltre a resti dei tipici ambienti termali. Le terme erano alimentate dalla fonte sacra di Diana, situata nell’omonima piazza, là dove oggi c’è una fontana di fine Ottocento.

Comiso, scavo delle Terme urbane di Diana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, scavo delle Terme urbane di Diana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Secondo la leggenda, la dea si bagnava nella fonte presso la quale veniva anche determinata l’innocenza o la colpevolezza dei rei di colpe carnali. I presunti colpevoli venivano condotti alla fonte per attingere l’acqua su cui versare vino. Se il vino si mescolava all’acqua il reo veniva rilasciato, in caso contrario veniva giudicato colpevole.

Comiso, fontana di Diana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, fontana di Diana [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La piazza, su cui affaccia anche il Municipio, è molto animata, ma alle sette del pomeriggio ci sono solo uomini, anziani che giocano a carte e immigrati di tutte le età che fanno quattro chiacchiere.

A pochi passi dalla piazza, si è miracolosamente conservata la sede giovanile comisana del Fronte dell’Uomo Qualunque (UQ), dapprima un movimento poi partito politico, nato nell’ambito del giornale L’uomo qualunque, fondato nel 1944 dal giornalista Guglielmo Giannini che diede alla testata un taglio antipolitico in polemica con tutti i partiti, sia fascisti sia antifascisti. Il Fronte dell’Uomo Qualunque concepiva uno Stato di natura non ideologica né politica, ma semplicemente amministrativa, con un’economia gestita totalmente dai privati, un movimento anticomunista, liberista, secondo il quale lo Stato non doveva essere protagonista della vita sociale della nazione. Incredibile, ma nelle prime elezioni regionali del 1947, il Fronte dell’Uomo Qualunque arrivò terzo, dopo la Democrazia Cristiana e il Fronte Democratico Popolare delle sinistre.

Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Comiso, ex sede della sezione giovanile di Comiso del Fronte dell’Uomo Qualunque [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Terminiamo l’intensa giornata con una granita nell’ottimo caffè Meet, in viale della Resistenza a pochi passi da S. Biagio, e la cena in una trattoria nei pressi del castello.

INFORMAZIONI UTILI

El Homs Palace Hotel
Via Generale Girlando – Comiso
Tel. 0932-967140
https://www.elhomspalace.it/

Peace Pagoda [in inglese]
https://en.wikipedia.org/wiki/Peace_Pagoda

La ex base NATO dalle origini ai giorni nostri
https://www.comune.comiso.rg.it/attachments/article/1845/alternanza-scuolalavoro-base-nato.pdf

[Maria Teresa Natale, cammino effettuato l’8 luglio 2022]

  1. ATS: quattro passi a Sortino, borgo di pupi e pizzoli
  2. ATS: da Sortino alla Sella di Filiporto tra le antiche necropoli di Pantalica
  3. ATS: da Pantalica a Palazzolo Acreide lungo la ex ferrovia nella Valle dell’Anapo
  4. ATS: da Palazzolo Acreide a Giarratana, il paese dei cipuddari
  5. ATS: da Giarratana a Chiaramonte Gulfi lungo il bosco di Calaforno
  6. ATS: da Chiaramonte Gulfi a Comiso con sosta alla pagoda della Pace di Canicarao
  7. ATS: da Comiso al Castello di Donnafugata con il giardino esoterico
  8. ATS: da Donnafugata a Scoglitti di Camarina (la filosofia del cammino)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.